venerdì 17 agosto 2007

Coldiretti e Calabria contro gli OGM

Nella Seduta n. 36 del 01/08/2007 del Consiglio regionale della Calabria il punto 6 dell’Ordine del giorno era: Progetto di legge n. 174/8^ di iniziativa popolare recante: Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli regionali (art. 40 comma 2 Statuto).

Di che si tratta? Di una iniziativa della Coldiretti (e forse si comincia a capire che aria tira), che ha raccolto un milione (!!) di firme, a sostegno di una legge “sull’origine dei prodotti agroalimentari italiani, dell’introduzione nell’ordinamento nazionale dell’obbligo di indicare nell’etichettatura dei prodotti agroalimentari il luogo d’origine della materia agricola prima impiegata”.
L’obiettivo? “Garantire una corretta e completa informazione ai cittadini circa la provenienza dei prodotti destinati al consumo alimentare nonché di tutelare il vero made in Italy agroalimentare”.
E poi la difesa contro i prodotti esteri scadenti (aggiungerei anche contro i prodotti indigeni scadenti, non forziamo il patriottismo), pubblicizzazione dei prodotti agricoli locali e così via (i dettagli all’articolo 1, Finalità).
Compare (sempre in articolo 1), forse non tanto a sorpresa:

c) vietare la somministrazione di alimenti contenenti organismi geneticamente modificati da parte dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica, nel rispetto del principio di precauzione di cui all’articolo 7 del Reg. (CE) 178/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio del 2002;
Altro che etichettatura!
L’articolo 7 menzionato afferma:
Principio di precauzione

1. Qualora, in circostanze specifiche a seguito di una valutazione delle informazioni disponibili, venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute ma permanga una situazione d’incertezza sul piano scientifico, possono essere adottate le misure provvisorie di gestione del rischio necessarie per garantire il livello elevato di tutela della salute che la Comunità persegue, in attesa di ulteriori informazioni scientifiche per una valutazione più esauriente del rischio.

2. Le misure adottate sulla base del paragrafo 1 sono proporzionate e prevedono le sole restrizioni al commercio che siano necessarie per raggiungere il livello elevato di tutela della salute perseguito nella Comunità, tenendo conto della realizzabilità tecnica ed economica e di altri aspetti, se pertinenti. Tali misure sono riesaminate entro un periodo di tempo ragionevole a seconda della natura del rischio per la vita o per la salute individuato e del tipo di informazioni scientifiche necessarie per risolvere la situazione di incertezza scientifica e per realizzare una valutazione del rischio più esauriente.
Quali valutazione ha fatto la Coldiretti? Su quali ricerche? Quali sarebbero gli effetti dannosi degli OGM? È sorprendente che nella proposta di legge non ci sia nemmeno un tentativo di argomentare la condanna assoluta verso gli OGM. Nemmeno un tentativo.

Gli articoli 2 e 3 ribadiscono “l’obbligo generalizzato di non impiegare prodotti contenenti organismi geneticamente modificati nell’ambito della ristorazione collettiva pubblica, con contestuale previsione di criteri di preferenza per l’aggiudicazione del servizio di mensa o di ristorazione collettiva pubbliche”. Aspettiamo con ansia di conoscere la decisione del Consiglio regionale della Calabria.

Eccoli per esteso gli articoli 2 e 3.
Articolo 2
Divieto di somministrazione di alimenti contenenti organismi geneticamente modificati

1. In attuazione di quanto previsto dall’articolo 1, comma 2, lett. a) della presente legge, e fatto divieto ai soggetti gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica di somministrare cibi e bevande contenenti organismi geneticamente modificati nonché alimenti ottenuti da animali nutriti con mangimi contenenti organismi geneticamente modificati.
2. La violazione del divieto di cui al precedente comma e considerata grave inadempimento ai sensi dell’articolo 1455 del codice civile e comporta la risolubilità del contratto di appalto del servizio di ristorazione.

Articolo 3
Incentivi per l’utilizzo dei prodotti agricoli regionali nei servizi di ristorazione collettiva pubblica

1. I bandi per gli appalti del servizio di mensa o risto-razione collettiva pubblici, emanati dalla Regione o enti da essa controllati, partecipati o promossi, dalle Province o dai Comuni, devono prevedere, quale titolo preferenziale per l’aggiudicazione, l’utilizzazione di prodotti agricoli regionali in misura non inferiore, in termini di valore, al 50 per cento dei prodotti agricoli, anche trasformati, complessivamente utilizzati su base annua.
2. L’utilizzazione di prodotti agricoli regionali nella preparazione dei pasti forniti dai gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica deve risultare espressamente attraverso l’impiego di idonei stru-menti di informazione agli utenti dei servizi.

9 commenti:

capemaster ha detto...

per commentare il post, basta dire "Coldiretti".

Come fare per evitare che abbiano facile gioco con le menti ignoranti?
Recentemente ho letto il libello divulgativo di Veronesi e Tonelli. Una tavanata. Sostengono ancora che gli OGM servono per non far morire di fame la gente.

Come si fa a trovare argomentazioni giuste? Sembra di lottare contro una religione.
Quando racconto il mio lavoro (io li "produco" gli OGM) mi guardano torvo... manco avessi sputato sulla croce.

Chiara Lalli ha detto...

Capemaster, dire che gli OGM sono salvavita credo che sia una sorta di coscienza sporca o di eccesso da strategia difensiva (un po' come è stata impostata la campagna sull'embrione: non si ha il coraggio di dire che è azzardato o insensato considerarlo una persona e si percorre una strada tortuosa di difesa assurda del minore dei mali, finendo sempre per prendersela sui denti).
Le difficoltà sono numerose: per parlare di OGM servono competenze minime in materie pressoché ignorate o, peggio, sbeffeggiate dai più. Aggiungici campagne informative deliranti e i soliti tromboni catastrofici, e arriviamo agli annunci delle mense che scelgono il biologico e al suffisso bio- come garante di sicurezza, bontà, etc. etc. Poi c'è Coldiretti e i vari ambientalisti sciroccati e gli OGM sono spacciati!
Se ti dovesse venire in mente qualcosa, fai un fischio.

restodelmondo ha detto...

Quindi (non ho letto nei dettagli, e vado di ricordi ché non son tecnica - chiedo venia ed eventuali correzioni) niente più pasta di grano duro, prodotta con grado irradiato?

Chiara Lalli ha detto...

Già. E avevo dimenticato: l'idea bucolica e fallace della vita del contadino, tutt'uno in armonia con il suo orticello, che fischetta e munge le mucche e che viene spazzata via (nella fantasia, appunto, bucolica e fallace di molti) dall'intromissione della terrificante manipolazione genetica...
Credo che un paio di mesi a raccogliere pomodori, e non solo nell'inferno della Puglia, sarebbe a favore di una più corretta visione.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Capemaster, forse l'unica strada è ricorrere all'irrazionale: una campagna pubblicitaria miliardaria in cui si esaltino gli OGM proprio *perché* sono "il cibo di Frankenstein"...
(Mi rifiuto categoricamente di assumere la paternità dell'idea! :-)

Anonimo ha detto...

Giuseppe non ha tutti i torti.
Di questi tempi non ha più senso usare la ragione per difendere una posizione perchè si viene scoverchiati dall'ignoranza di massa: è come una diga che straripa, non ci si può fare niente.

Una pubblicità ammicante come: "OGM è cool!"
"Trans-gredisci, scegli l'alternativa genetica."
"il pomodoro biologico è un dinosauro. Evolviti!"

;))

Anonimo ha detto...

Ma come fa il semplice cittadino a scegliere di chi fidarsi? Uno come me che non ha conoscenze specifiche nel campo e si deve basare su ciò che legge, a chi deve dare retta? A chi sostiene che gli OGM non sono pericolosi o a chi redige documenti come si possono trovare, ad esempio, qui? http://www.disinformazione.it/paginaogm.htm

capemaster ha detto...

eheheh
mica male come idea...

secondo me è vincente in questo pazzo mondo.

Anonimo ha detto...

Siccome sono in gioco decisioni politiche, la questione non riguarda più solo gli esperti ma tutti i cittadini, giusto? Quindi ci si deve aspettare una estrema semplificazione del dibattito. Che infatti è estremamente semplicistico (sic) e si riduce alla domanda: cosa ci guadagno io, semplice utente-consumatore-cittadino dall'uso di ogm in agricoltura? So che i brevettatori qualcosa ci guadagnano, ma io? Quanto poi alla deriva ideologica del progresso versus il medioevo, lasciamola stare che è vecchia. L'agricoltura è avvelenata e artificiale da molti molti anni, dominata da interessi giganteschi e piccoli. Andrebbero anche loro un po' studiati e criticati, invece di mettersi a fare gli avvocati dell'una o dell'altra parte.
ff