mercoledì 8 agosto 2007

Maialetto clonato

Siamo alla quarta generazione di maiali clonati creati dal team di Hiroshi Nagashima, Meiji University, Tokyo. I maiali godono di ottima salute e rappresentano un notevole risultato della ricerca scientifica nonché un incoraggiamento anche per la ricerca medica (Fourth-Generation Pig Cloned in Japan, Physorg.com, 8 agosto 2007).
Che cosa fa la Coldiretti? Lancia un allarme e avverte con toni apocalittici (d’altra parte è un allarme):

occorre introdurre immediatamente un sistema di etichettatura di provenienza per consentire la rintracciabilità ed impedire che carne proveniente da animali clonati finisca inconsapevolmente nel piatto.
(SALUTE: COLDIRETTI, ALLARME PER MAIALI GIAPPONESI CLONATI, Agi, 8 agosto 2007) e aggiunge:
Si tratta di una preoccupante novità che, oltre alle evidenti perplessità di natura etica, pone un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori. Per evitare che prodotti derivanti da animali clonati importati arrivino sulle tavole degli ignari cittadini europei occorre introdurre immediatamente l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti come è già stato fatto per la carne bovina e per quella di pollo, ma non ancora per quella di maiale o per i formaggi.
Passi per l’etichettatura (ammesso che non sia un modo subdolo per vietare piuttosto che etichettare o per affermare implicitamente, senza alcuna prova, che l’osso buco di maiale clonato sia dannoso per la salute), ma le evidenti perplessità di natura etica quali sarebbero?
Violazione dell’identità porcina? Del diritto del maialetto ad avere due genitori? Eterodeterminazione suina? Aspettiamo lumi.

Ripensamenti: in effetti è troppo ridicolo, troppo. Condivido il “Fate pena” di Capemaster (e anche le sue altre affermazioni).

6 commenti:

capemaster ha detto...

La coldiretti va subito inserita nella lista degli enti inutili. E in quella degli enti inetti.

capemaster ha detto...

più ci penso mi più mi pesa la palese ignoranza di ogni più piccola legge biologica. non si possono dire certi sfondoni.
L'unica cosa che mi viene in mente è che il "coldirettivo" sia per mangiare carne con telomeri integri.

Chissà

Giuseppe Regalzi ha detto...

Io penso che alla base di una simile presa di posizione ci sia soprattutto un riflesso protezionistico. Ehi, si saranno detti alla Coldiretti, noi i maiali clonati non li sappiamo fare; e se dovessero sfondare sul nostro mercato? Dovremmo adeguarci, con investimenti, ricerca, competizione... No, meglio dire alla gente che fanno male: così è molto più semplice. Ah, e aggiungiamo pure che non è etico clonare maiali [qui "non etico" vuol dire sostanzialmente "contrario a un tabù"], che fa sempre colpo...

Anonimo ha detto...

Qualcuno, però, dovrebbe anche interessarsi anche del punto di vista del maiale...

La miniera di braciole o il donatore di organi (non comatoso e non volontario) non sono certo bei mestieri!

restodelmondo ha detto...

Manipolano i geni! Cattivi! Brutti! E poi i maiali staranno sicuramente male! E le loro ricerche sono più pericolose di una centrale nucleare che come è noto esplode sempre come Chernobyl! Gli italiani vogliono solo cose naturali, non artificiali! Noi vogliamo solo i prodotti che sono da sempre tipici della penisola, come ad esempio i pomodori. O i fagiolini. Naturale tuttobuono, artificiale cattivo!

(Io a questi proporrei un naturalissimo infuso di cicuta, ecco.)

Chiara Lalli ha detto...

Una soppressata al botulino? (Fatta con maiale rigorosamente non manipolato eh! Naturale come mamma l'ha fatto...)