domenica 19 agosto 2007

OT: Romanzo Criminale

L’ho visto dopo ritrosie e pregiudizi e il mio giudizio a posteriori è: peggio di quanto avessi immaginato. Nessuna tensione, fotografia patinata e soave, facce note sovrabbondanti e senza capacità di nascondersi, poca cura nel clima dell’epoca e così via. Sembra di vedere una fiction su una banda di balordi bonaccioni, balordi senza alcuna ferocia, non un film sulla banda della magliana. Per non parlare dell’effetto speciale (?) nella bomba alla stazione di Bologna (che hanno usato un commodore 64?).
Salvo: Gianmarco Tognazzi (dottor Carenza), Antonello Fassari (Ciro) e Elio Germano (il sorcio). Claudio Santamaria (il Dandi).

Romanzo Criminale (2005), regia di Michele Placido.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non offendete il Commodore 64!! >_<
Il Commodore 64 è un "valore non negoziabile"! :-)

Joe Silver ha detto...

Salviamo pure Pierfrancesco Favino (Libano) e Kim Rossi Stuart (Il Freddo), e non se ne parli più.

D'accordo sulla brutta scena della stazione di Bologna.

Fotografia patinata? Non mi parve.

Chiara Lalli ha detto...

Vero, Yupa, hai ragione. Faccio le mie scuse al glorioso Commodore 64!
Joe Silver, vabbuò, e che non se ne parli proprio più. Mantengo una riserva, tuttavia.
Sulla fotografia: è troppo villa sulla spiaggia con sabbia e camerieri in livrea. Avrei preferito una luce più fredda, più truce, contorni più netti e spigolosi; più cattiva insomma, non da copertina di Vogue.

Joe Silver ha detto...

Aspetta, parliamone...
E' passato un po' di tempo e non so se me lo ricordo bene. Ma se ti riferisci alla scena finale sulla spiaggia, la "patinatura" ha un suo perché, quello è il flou del ricordo, della nostalgia, del passato che non torna più.

O forse ricordo male...? Comunque non ho letto il libro e probabilmente non avverto la delusione del confronto.

Chiara Lalli ha detto...

Joe Silver, non parlavo di singole scene o inqudrature, ma della fotografia in generale. Non è per nulla inquietante (e non è di certo una carenza tecnica, perché Luca Bigazzi è uno dei migliori direttori della fotografia, ma è una scelta registica - credo).
Se penso a film come All the King's Men o anche La sconosciuta - ecco, quella fotografia mi sarebbe piaciuta.
Infine, il libro non c'entra. Il mio giudizio non è il risultato di un confronto (non li faccio mai, sono universi separati da una voragine).