Accogliendo di buon grado il suggerimento di Don Zauker viene assegnato il terzo (e dico terzo!) prestigioso ottimo imperdibile invidiabile Trofeo Luca Volontè.
Il premio va a Rosa Giannetta Alberoni per avere scambiato la sua idiozia per la Verità. Almeno gli altri provano a sembrare intelligenti.
lunedì 3 dicembre 2007
Terzo Trofeo Luca Volontè
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9 commenti:
Cara Chiara, di' la verità: sei stata ammaliata dal fascino perverso della Rosa Giannetta. In effetti, dalla foto ella emana uno splendore che fatico a pensare come ancora Tinto Brass non l'abbia scritturata per un remake pornosoft di King Kong
Brava Chiara..., gli toccava alla grandissima: meritato, proprio.
a dire il vero meriterebbe di esistere un Trofeo "Rosa Giannetta Alberoni". voglio dire, a questa il buon Luca le fa una pippa, se non fosse peccato e anche anatomicamente improbabile.
Splendido!
Ma che c'è scritto sulle scatole dietro la vincitrice?
Forse "Cognac Cristo" in polacco?
Luca, non hanno ancora trovato lo scimmione disposto a girare.
Art2, lo abbiamo consegnato anche in ritardo.
Sergio, in effetti la tentazione di dedicarle un premio tutto suo è forte.
Thomas Bernhard, non essere sarcastico: non sai che la nostra è tradotta in tutto il globo?
Ha ha, Alberoni è un marchio DOC, si va sempre sul sicuro. Saltando ad argomenti seri, ti ho votata.
ops, sono thewreck qui sopra
Il cardinale non crede di discendere da un primate, peccato che però creda a:
- una vergine che da alla luce un bambino e rimane vergine
- un uomo che, dopo essere morto, si "risveglia" dalla morte
- un pescatore di galilea che a novant'anni suonati (in un periodo che era raro arrivare a cinquanta) scrive un vangelo in greco letterario
...
vabbè ... pointless ...
P.S.: anche se il premio era meritatissimo, sto cominciando a sospettare l'esistenza di una lobby anti-introvigne annidata all'interno della commissione.
Condivido pienamente! Non poteva essere fatta scelta migliore!
Tra l'altro ho visto in libreria che, oltre a quello della Nostra, è uscito sullo stesso tema anche un libro intitolato "Processo a Darwin": l'autore è Marco Respinti, giornalista del Domenicale. Penso che il testo della quarta di copertina basti a dare l'idea di come è trattato l'argomento:
oggi nel dibattito tra evoluzionisti e creazionisti le ragioni delle due parti in conflitto si perdono all’interno di un confronto che troppo spesso assume i caratteri di una sterile disputa ideologica viziata dall’assunzione di premesse ritenute indiscutibili e inconciliabili.
Per fare chiarezza sulla questione occorre riesaminare le posizioni in gioco, a partire dalla teoria darwiniana, di cui molti parlano come di una verità incrollabile quando al più può essere considerata una fra le tante ipotesi circa l’origine e lo sviluppo della vita. E neppure la più attendibile. Come dimostrano le incongruenze interne, i falsi della paleontologia moderna, le prove che i discepoli elaborarono ad hoc per comprovare le supposizioni del maestro. Insomma, la discussione è tuttora apertissima. E prenderla sul serio significa mettere Charles Darwin e i suoi seguaci sotto processo, per eliminare falsità e luoghi comuni che ancora oggi inficiano il dibattito. Giungendo infine a esplorare l’ipotesi del “progetto intelligente”, la sola in grado di tenere debitamente conto delle istanze della fede e delle ragioni della scienza.
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