mercoledì 26 dicembre 2007

Il dovere della fede

La parte finale delle riflessioni di Bruno Esposito (Decano della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università san Tommaso d’Aquino “Angelicum” di Roma) su Zenit (La legge sullaborto tra magistero della Chiesa e comunità politica) di ieri merita una lettura: in poche righe si svuotano e si adattano allo scopo di Esposito termini e concetti; i confini tra morale (per loro Verità) e legge saltano senza che ci sia bisogno di un paio di parole per sancire questa riunificazione e serpeggia un velo di ironia (parliamo – sembra dire Esposito – parliamo pure, ma tanto ho ragione io).

Ora se il Magistero non si stanca di ripetere in tutte le sedi ed in ogni occasione, anche a costo dell’impopolarità e di accuse d’ingerenza, il valore supremo ed inviolabile della vita fin dal suo concepimento, lo fa nella coscienza che questo è un suo preciso dovere. Dovere che pur nascendo ed illuminato dalla fede sa che non può rimanere relegato in essa. Tutto questo ha un significato specifico per tutti quei parlamentari che si professano cattolici. La difesa della vita non è questione confessionale, dove basta professarsi non credenti per trovare giustificazione a scelte e comportamenti che sono contro la ragione, la verità, il diritto e la giustizia.

Con la vita e la dignità della persona umana tocchiamo ambiti e decisioni che non sono soggetti al mero consenso della maggioranza per poter essere moralmente adottati. Tutto ciò esige dal Magistero ed in particolare da quei battezzati impegnati nell’amministrazione della cosa pubblica, il dovere d’intervenire nell’ambito politico evitando quel complesso d’inferiorità che spesse volte ha giocato un ruolo considerevole, con risultati nefasti, nell’impegno politico dei cattolici. Il dialogo è importante e doveroso, ma fermo restando l’importanza della ricerca della verità e della giustizia che mai potranno essere sacrificati sull’altare del compromesso, dell’opportunismo o del cinico utilitarismo, soprattutto quando su quell’altare saranno sacrificati degli innocenti.

8 commenti:

Ivo Silvestro ha detto...

Nulla di nuovo, se non sbaglio.
Non capisco però il titolo: che senso ha distinguere tra magistero della chiesa e comunità politica se, di fatto, diventano la stessa cosa?

Chiara Lalli ha detto...

Ivo,
forse hanno scritto male. Il vero titolo dovrebbe essere: il magistero della chiesa è [la] comunità politica.

GG ha detto...

Io francamente mi sono anche rotto le palle di commentare... muro di gomma ergono, muro di gomma otterranno per risposta. Alla faccia dell'inesistenza del problema "laicità" in Italia.

Il rapporto che la Chiesa pretende di avere con i parlamentari cattolici è più o meno quello che c'era tra il PCI degli anni 50 e 60 e il PCUS.

Chiara Lalli ha detto...

GG,
sono d'accordo con te, ma poi spesso non resisto. Il fatto è che bisognerebbe ignorare quasi tutti i media (che ci ossessionano con il papa, quello che mangia il papa, quello che sogna il cugino del papa e così via).

paolo de gregorio ha detto...

La cosa più paradossale di tutto ciò è che il modo più efficace e succinto per ribattere a queste affermazioni sarebbe quello di leggere il Vangelo ad alta voce, che afferma l'esatto contrario di quel che lì si sotiene (non che poi la sostanza dovrebbe cambiare se così non fosse).

Anonimo ha detto...

x C.Lalli

Bella come descrizione del proprio profilo: mi spieghi che cosa significa?

"Decidi tu quanto scrivere, poco o molto che sia. Basta che non superi i 1200 caratteri": è una presa per il culo? O decido io o devo stare entro i 1200 caratteri.

Michele Boselli ha detto...

ciao cara, ho ricevuto a sorpresa una tua mail tempo fa e poi ho scoperto il blog: ti ho dato un link, ricambia se vuoi, e in ogni caso AUGURI !

Pat pat ha detto...

Il dovere della fede è di decidersi a lasciarci in pace e di farsi i santi anzi santissimi affaracci suoi, lasciando in pace tutti coloro che vogliono vivere la propria vita con regole non sottomesse al suo magistero...