Marco Pannella sarebbe da solo a blaterale le sue insensatezze. Tutti gli alleati che ha invocato a garanzia del suo pensiero lo avrebbero scaricato (Anche il Dalai Lama scarica Pannella, Libero, 7 aprile 2006).
Andiamo addirittura a scomodare la scommessa pascaliana. Tra il credere e il non credere, è più utile credere (se ‘qualcuno’ esiste posso trarne un vantaggio; in caso contrario ho sprecato qualche ora della mia vita a pregare. Ma vuoi mettere poche ore di una vita terrena contro la vita eterna?).
Non ho tempo e voglia di entrare nel dettaglio degli argomenti (?) di Socci. Mi prendo per buone le sue dimostrazioni (ah, la pigrizia!) dell’isolamento di Marco Pannella e gli domando: e allora?
Mi spiego meglio: anche se nessuno delle divinità citate appoggiasse Pannella, questo può forse dimostrare che le posizioni di Pannella sono sbagliate?
No, caro Socci. Quanti in passato (e pure oggi) sono isolati ma sostengono posizioni più ragionevoli e razionali di chi ha un vasto seguito?
E poi manca sempre un passaggio fondamentale: dal parere alla legge. Dal ‘secondo me’ al ‘vietato da una legge di Stato’. Ognuno può esprimere preferenze e condanne morali (verso aborto, eutanasia, contraccezione, amore passionale non destinato alla riproduzione e così via). Ma perché la preferenza si trasformi nell’unica possibilità concessa a tutti gli uomini ci vogliono altri requisiti.
Detesto il Bingo e le calze trasparenti: è un motivo sufficiente per imporre il mio punto di vista? No, e non basterebbe nemmeno avere un largo seguito. La coercizione legale rimarrebbe sempre illegittima.
E poi la perla finale: Simon Wiesenthal e le sue parole tolte dal contesto in cui sono state pronunciate e affibbiate alla ormai maltrattata Olanda e a quanti sostengono la libertà di scelta. Un po’ di rispetto per chi ha dato la caccia a quanti, quelli sì, perseguitavano i malati incurabili i vecchi e i ritardati mentali. E molti altri ancora.
lunedì 10 aprile 2006
Antonio Socci e Marco Pannella (passando per Pascal, Gandhi e Giuliano Ferrara)
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