giovedì 6 aprile 2006

Christian Rocca e il bambino bollito

Sul sito Stranocristiano ieri non era apparsa soltanto la notizia dell’altare profanato a Trento, ma anche quest’altra, sempre a firma di «Stranacristiana»: «In Cina hanno scoperto resti di bambini bolliti. Non è una battuta, è vero (era scritto nel libro nero del comunismo, comunque), la notizia di oggi riguarda ritrovamenti recenti. E anche altro. Ce lo dice Asia News». Su Camillo, il blog di Christian Rocca ospitato dal Foglio, ritroviamo la stessa notizia, finemente commentata: «Trovati resti di bambini bolliti. L’altroieri. In Cina. Se questa storia è vera, siete (quasi) tutti coglioni».
Il riferimento, naturalmente, è al famoso comizio del 26 marzo a Napoli di Berlusconi (per il quale Christian Rocca ha finalmente deciso di votare: cosa scontata, si converrà, per uno che si autodefinisce «di sinistra, liberale, radicale»), quando il Presidente del Consiglio affermò che «sotto la Cina di Mao non li mangiavano [i bambini], ma li facevano bollire per concimare i campi». Sembra di capire che per Rocca, così come per «Stranacristiana», la notizia di AsiaNews confermerebbe la storia raccontata nel Libro nero del comunismo (a p. 460 dell’edizione italiana) e ripresa da Silvio Berlusconi.
Andando a controllare la fonte dell’informazione («Resti di bambini bolliti scoperti dalla polizia del Gansu») si legge quanto segue:

Lanzhou (AsiaNews) – La polizia della provincia settentrionale del Gansu ha scoperto due braccia umane bollite, appartenenti presumibilmente a bambini fra i cinque e gli otto anni, in una discarica di Lanzhou. Una settimana fa, erano stati scoperti nella stessa provincia 121 teschi umani. Lo riporta il South China Morning Post, che cita fonti e stampa locali.
Gli addetti della discarica Yangwagou, nel distretto di Chengguan, hanno ritrovato le braccia insieme ad altre parti in un sacco di plastica bianca la mattina del 3 marzo. Un giornalista locale sostiene che sembra siano state “condite” con ingredienti da cucina come lo zenzero ed il peperoncino. “Le braccia – scrive il giornalista – appartengono chiaramente ad un bambino: hanno bicipite ed avambraccio e le mani hanno le unghie”.
Peng Hailin, direttore dell’Ufficio stampa del dipartimento di pubblica sicurezza di Lanzhou, conferma il ritrovamento ma dice che ci vorrà ancora del tempo per determinare se i resti sono quelli di un bambino. La polizia locale ha invece stimato l’età della vittima fra i cinque e gli otto anni.
Il 2 marzo circa 5 tonnellate di immondizia sono state scaricate nel luogo: la discarica raccoglie i rifiuti medici ed urbani delle aree di Donggan e Yantan e quelli della città di Heping, nella contea Yizhong.
L’ultimo paragrafo contiene un indizio importante per la soluzione del caso; e infatti, su ShangaiDaily.com troviamo oggi questa spiegazione del mistero («Body parts accidentally thrown out»):
LANZHOU police announced yesterday afternoon that body parts found in a local dumping site originated from Gansu College of Traditional Chinese Medicine, Gscn.com.cn reported.
Police in Lanzhou, the capital of Gansu Province in northwestern China, received an emergency call on Monday that body parts were found in a dumping site in Donggang Town.
During an investigation of the scene, police officers found two pages of stationary titled “Gansu College of Traditional Chinese Medicine” and an ID card belonging to the college beside a plastic bag that was full of body parts and fragments. There was also a strong smell of formalin present.
Two arms and other fragments found in the bag were verified last Friday to have originated from a laboratory of the college. Cleaners at the college mistakenly put the bag into the garbage the next morning where it was later collected with ordinary waste.
It is not a criminal case, local police said.
On Monday morning, some local residents reported to police that they found a plastic bag with human remains in it. This aroused public concern because earlier media reports said that the tissues belonged to youngsters or kids.
Si tratterebbe insomma dei resti di una dissezione (se al “Gansu College of Traditional Chinese Medicine” si insegna anche anatomia).
I più ostinati sosterranno magari che si tratta di una copertura per calmare le acque. Rimane però da spiegare cosa avrebbe a che fare quello che al massimo risulterebbe essere un crimine assai efferato con avvenimenti che si suppone essere accaduti più di quarant’anni fa, all’epoca del Grande Balzo in Avanti, e con i quali l’unico elemento in comune sarebbe la pretesa bollitura (nel caso più recente non si parla di fertilizzanti). «Il regime però è sempre lo stesso!», risponderanno forse all’unisono Stranacristiana e Christian. Il che equivarrebbe a giudicare il loro regime preferito dal fatto che in Italia si è ucciso un bambino a colpi di badile...

L’articolo su AsiaNews (un’agenzia cattolica, è bene ricordarlo) non contiene soltanto la notizia del presunto bambino bollito. Un po’ alla rinfusa, elenca altri casi di macabri rinvenimenti in Cina (su uno di questi fa luce sempre ShangaiDaily.com, «Skulls suspected to be handicraft remains»). Proprio alla fine compare un’ultima notizia: «Negli anni ’90 sempre nel Guangdong è stato scoperto un traffico di feti da bollire per fare zuppe da vendere come cure di bellezza e ringiovanimento». Questa storia circola da un po’ nei bassifondi di Internet (la fonte dev’essere unica, perché la maggior parte degli articoli che la riportano commettono l’errore di parlare di una fantomica «provincia» dello Shenzen, che è invece una città del Guangdong), dove serve non tanto e non solo come monito anti-comunista, ma soprattutto in funzione di demonizzazione anti-abortista. È una bufala che è stata smontata anni fa in un articolo documentatissimo di Poppy Dixon, «Eating Fetuses: The lurid Christian fantasy of godless Chinese eating “unborn children”». Le colpe del regime cinese sono talmente tante che non c’è davvero bisogno di inventarsene altre di sana pianta; ma gli estremisti di casa nostra – anche quelli che amano mascherarsi da liberali – hanno padroni esigenti da servire.

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