domenica 9 aprile 2006

Pier Ferdinando Casini e i valori per sapere chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando…

Alla vigilia del voto Pier Ferdinando Casini concede una intervista a Il Messaggero sui valori per guidare l’Italia dal titolo «Garantiamo i valori, pronti a guidare l’Italia» (8 aprile 2006).

A mio avviso, una politica vera deve fondarsi sui valori. Ecco perché mi richiamo spesso all’identità cristiana, e solo chi non ha il senso della storia può confondere questo richiamo con una professione di fede. Affermando la centralità della tradizione cristiana in Italia non propugno una concezione religiosa dello Stato bensì affermo l’idea di difendere noi stessi, di aprirci al dialogo con gli altri sapendo però chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
Il senso della storia, ahimè, è pericoloso invocarlo; perché l’identità cristiana gronda anche sangue. Sarebbe meglio rimanere in rispettoso silenzio. La consapevolezza della nostra storia dovrebbe comprendere anche qualche altro ‘dettaglio’ oltre alla tradizione cristiana. Abbiamo anche altre radici. (Quanto all’espressione “sapendo chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare” sono indecisa se mi evoca gli oroscopi sui quotidiani o Marzullo. No, ci sono, mi ricorda Quelo: tu come la vedi?)

Comprensibilmente l’intervistatore domanda: “Valori cattolici e magari confessionali? Da Stato etico?”.
Macché. Non è una visione, la mia, che possa essere tacciata di integralismo: è al contrario una prospettiva che le persone ragionevoli difficilmente possono osteggiare. Le faccio degli esempi. In tutta Europa si sta affermando una legislazione che io definisco barbara. In uno Stato liberale, di diritto, la legge deve servire a proteggere i deboli dalle prevaricazioni dei più forti. Ebbene se penso all’eutanasia, alla eliminazione degli anziani, alla selezione dei bambini disabili, ad una sorta di soppressione degli “inutili”; al relativismo morale rispetto all’uso della droga, al via libera per l’adozione di un figlio da parte di coppie gay... Sono tutti esempi di uno Stato che rinuncia a tracciare qualsiasi linea divisoria tra il bene e il male e a promuovere qualsiasi valore. Non sono per lo Stato etico: lo Stato si basa sulla libertà dei cittadini, ma non può abdicare al compito di promuovere i valori positivi. E oggi nelle regioni in cui governa il centro-sinistra, con buona pace della Margherita e dei suoi propositi, si crea una corsia parallela alla famiglia formata dalle unioni civili... Sono derive assolutamente da contrastare.
Mmm. La questione dell’eutanasia l’abbiamo già sezionata e rivoltata come un calzino. Però mi si perdoni se insisto sull’assurdità (e la mala fede) di definirla come “l’eliminazione degli anziani, la selezione dei bambini disabili e la soppressione degli inutili”.
Passiamo innanzi: il relativismo morale rispetto alla droga (certo, è sempre l’Olanda a combinare guai, eh?). Saremmo stati grati a Casini se avesse approfondito le ragioni per cui l’antiproibizionismo è inammissibile. E poi la stoccata di classe: la possibilità per gli omosessuali di adottare un bambino. Io dico, magari, magari!, fossimo al punto di discutere di questo. Siamo molto più indietro, e lo dimostra anche il fatto che l’ultimo scandalo citato da Casini altro non sarebbe che l’equiparazione tra le unioni omosessuali e quelle civili (forse avrebbe fatto meglio a dire quelle ammesse, quelle eterosessuali). Le derive da contrastare sono molteplici. Manca un dettaglio: che libertà rimane ai cittadini? E per quali ragioni è ristretta dai valori di Casini?

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