Ve lo ricordate l’urlo straziante dell’Allegro Chirurgo quando si sbagliava l’operazione a cuore aperto oppure l’eliminazione delle farfalle nello stomaco? Se l’avete sentito, sicuramente lo ricordate. La gioia di tutti i nostri genitori!
Era il 1960 quando è stato inventato (il suo nome originale era Operation di Milton Bradley), qualche anno dopo è arrivato in Italia. Sono passati molti anni e per allenarsi a fare il medico oggi c’è un paziente quasi vero. È nato in Giappone, è un robot di terza generazione e reagisce agli stimoli e addirittura alla domanda “le fa male qui?” (Primo Robot-Paziente che reagisce agli stimoli, AGE, 2 maggio 2006).
È in silicone, 24 sensori interni che passano le informazioni a un sintetizzatore vocale. “Le fa male qui?”. Il robot è in grado di rispondere su otto sintomatologie e relative patologie. L’inventore è Yuzo Takahashi, e la destinazione è l’allenamento degli studenti di medicina. Come dice papà Yuzo: “gli studenti potranno quindi esercitarsi nella tecnica della palpazione in maniera più verosimile ed effettiva, cosa che li aiuterà ad aumentare la fiducia in sé stessi prima di passare ai pazienti reali”.
Una gentilezza nei confronti dei timpani, ma soprattutto di quanti (consapevolmente o no) erano destinati a fare le cavie sotto i ferri degli studenti al quarto o quinto anno di medicina della Università di Gifu. Gli altri incrocino le dita per non finire al posto del cyberpaziente...
martedì 2 maggio 2006
Il gioco del dottore
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1 commento:
In Italia spesso sperimentano sui pazienti veri. Non solo gli studenti, ma i medici con tanto di specializzazione. Se ne dovrebbero importare un po' di questi cyberpazienti, per allenarsi e per farli sfogare.
Giovanni M.
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