Nel 1982 ha perso le gambe, ma non la passione per lo sport e l’alpinismo. Due giorni fa ha raggiunto la cima dell’Everest con le sue gambe in carbonio e una tenacia ammirevole.
Tenacia manifestata già negli anni passati: nel 2000 vince l’oro di ciclismo nelle paraolimpiadi di Sydney; nel 2002 scala il monte Cook, il più alto della Nuova Zelanda (3.754 metri), dove era rimasto intrappolato in una caverna di ghiaccio e aveva perso per congelamento entrambe le gambe. Nel 2004 scala il monte Cho Oyu, a quota 8.120 metri nell’Himalaya. E lì decide di sfidare l’Everest. Il cammino della spedizione poteva essere seguito su Legs on Everest.
La spedizione aveva anche l’obiettivo di raccogliere fondi per un centro di arti artificiali in Cambogia, che offre servizi per le vittime delle mine antiuomo.
A proposito di questa impresa e della possibilità di raggiungere gli obiettivi desiderati, Mark ha detto: I realized that in this life, each and everyone of us can do anything we put our minds to...
Mark Inglis, His Life So Far.
mercoledì 17 maggio 2006
Mark Inglis, senza gambe fino alla cima dell’Everest
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