Visualizzazione post con etichetta Luca Volontè. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Luca Volontè. Mostra tutti i post

mercoledì 5 agosto 2009

Mele a scoppio ritardato

Luca Volontè, «La pillola abortiva è l’ultimo regalo del governo Prodi» (Libero, 4 agosto 2009, p. 6):

Il biennio Prodi porta ancora i suoi effetti, anzi talune di queste mele velenose, scoppiano in ritardo con effetti deflagranti.
Attento alla sovrapposizione di metafore, caro Luca: può avere talvolta un effetto – uhm, come dire? – deflagrante...

domenica 31 maggio 2009

Il nostro eroe

Mancava da qualche tempo il nostro affezionato. O meglio, noi siamo stati distanti e distratti. E oggi si vuole rimediare.
In L’Europa come la vede il Papa. L’unica che vale (27 maggio) Luca Volontè sfoggia le sue migliori doti retoriche.
Un passaggio è imperdibile:

Relativismo (bene e male si equivalgono) e nichilismo (nulla vale) “vanificano ogni responsabilità di fronte al destino dell’uomo, rendendo grigia la nostra società”, come dice perfettamente il volantino della Compagnia delle Opere.
Capito? Relativisti nichilisti state in guardia!

venerdì 13 febbraio 2009

Volontè celebra il bicentenario di Darwin

Luca Volontè, «Zagrebelsky e i seguaci del demone Baal» (Liberal, 12 febbraio 2009, p. 11):

È ben vero che siamo al bicentenario di quel tale Darwin, teorico dell’evoluzione della mucca coi pantaloni e dell’elefante artista rinascimentale […]
(No, non chiedetemi cosa vuol dire...)

lunedì 29 dicembre 2008

Esattamente la stessa cosa

Luca Volontè, «Aborto e pedofilia, i “re Erode” dei nostri tempi» (Libero, 28 dicembre 2008, p. 14):

Ancora quei piccoli di casa nostra, violentati da maniaci e depravati sessuali in colletto bianco, quei nostri piccoli uccisi nei sentimenti da insegnanti che odiano il Presepe, il Natale e lo stesso Gesù bambino.

lunedì 24 novembre 2008

Il beniamino di Bioetica si schiera coraggiosamente a favore dell’accanimento terapeutico

Con un’uggiosa uniformità di giudizi, quasi tutti i commentatori sono concordi nel ritenere del tutto legittima l’interruzione delle terapie nel caso del bambino di Treviso (un neonato di cinque giorni cui, nell’imminenza della morte ormai inevitabile, i medici avevano sospeso la somministrazione di pesanti medicazioni): si tratta di accanimento terapeutico, anche secondo la più ristretta e arcigna delle definizioni. Fa parziale eccezione il vescovo emerito di Treviso e commissario Cei per la Dottrina della fede, che in una dichiarazione alla Stampa si dice addolorato dall’episodio, ma poi in un soprassalto di prudenza aggiunge che bisogna capire cos’è successo veramente.
Nessun cedimento invece a queste ubbie da parte del beniamino di Bioetica, l’On. Luca Volontè, che virilmente non conosce dubbi, e parla di «introduzione di una eugenetica soft» e aggiunge: «il peggior nazicomunismo della selezione della specie è tutt’altro che scomparso». Si converrà che aver risparmiato una o due ore di atroci sofferenze a un bambino ormai condannato è un delitto efferato, degno dei peggiori totalitarismi. Un grazie sincero all’On. Volontè per averci ricordato che, checché se ne dica, l’accanimento terapeutico è una santa cosa, soprattutto se praticato sui più fragili e indifesi di noi.

mercoledì 15 ottobre 2008

Per una volta siamo in accordo con Luca Volontè


Se questa e' la serieta' con cui si vuol discutere delle cure e della morte,beh c'e' da sperare di morir per un colpaccio, da rimanere stecchiti ognuno alla sua ora.
Ovviamente non lo siamo con le sue premesse, perciò non vale. Il nostro non sembra migliorare nemmeno con la lingua. Ovviamente lui ha delle idee al proposito: chi volesse trova delucidazioni sul suo sito.

venerdì 26 settembre 2008

Attenti, arriva il cognonismo femmineo!

Il beniamino di Bioetica, l’onorevole Luca Volontè, non poteva certo lasciarsi sfuggire il recente pronunciamento della Cassazione in favore dell’adozione del cognome materno accanto a quello paterno; eccolo dunque prodursi in un intervento sul tema, per la gioia dei suoi fan («Col cognome materno gli alberi genealogici diverranno cespugli», Libero, 25 settembre 2008, p. 23), da cui riportiamo un significativo excerptum:

Oltre ad essere un ossequioso cedimento della paternità all’assolutismo della maternità, il “cognonismo femmineo” consente di distruggere definitivamente, ben più che divorzi, separazioni e “scambismo di fatto”. Il pronipote non conoscerà più il nonno, si perderà ogni albero genealogico e le più grandi querce familiari si ridurranno a piccolissimi cespugli.
Confesso di non essere riuscito a capire bene in che modo dare dignità al cognome materno dovrebbe portare all’oblio dei propri nonni: io sono in grado di recitare i nomi di tutti e quattro i miei nonni, anche se solo uno aveva il mio stesso cognome (e lo stesso vale, con qualche sforzo aggiuntivo di memoria, per i miei otto bisnonni); e comunque, nell’ipotesi, portare un doppio cognome dovrebbe portare in realtà a un raddoppio della memoria. Mah. Però «cognonismo femmineo» rimane – si converrà – una definizione geniale, e Luca Volontè si candida ad essere il rappresentante più illustre di quello che potremmo chiamare «cognonismo virile» – o di qualcosa che suona quasi identico a questo.

giovedì 4 settembre 2008

Il coniglismo in materia di diritti umani

Non ci provare
Poco importa quale sia l’argomento: quanto scrive Luca Volontè è sempre godibile e istruttivo.
Nell’ultimo redazionale (RUSSIA-UE, FAVOLA DELL’ORSO E DEI 27 ANNI (sic), 3 settembre 2008) sono molti i pensieri che meriterebbero di diventare un esergo. Lasciamo intatto il suo stile:

Non c’e’ bisogno di ricordare l’enorme demenza colettiva (sic) che ha colpito l’occidente europeo,come il mito della infertilita’,dell’aborto e dell’ambienalismo (sic) abbiano invecchiato le popolazioni,ridotto le aspettative di futuro e annullato (Italia docet) ogni possibile indipendenza energetica. Ci sarebbe da aggiungere molto sul ‘coniglismo’ (sic) europeo in materia di diritti umani.Grande mobilitazione per il riconoscimento del Kosovo e ‘mani conserte’ durante il macello in Ruanda,Darfur e,oggi,in India.
Poteva andare diversamente?Dopo aver visto e dovuto subire,ahime’,cosi’ tante regolamentazioni in favore degli animali o nel rispetto della misura delle piantine di basilico e,nemmeno un minimo di tutela per gli embrioni umani,penso che non ci sia nulla di cui stupirsi per la rinnovata prova di ‘incosistenza politica ed ideale’ dei 27 nanetti.
Il mito dell’infertilità? Chissà cosa intende il nostro: che sia una invenzione dei medici per fare soldi? Oppure dei laicisti per offendere la moltiplicazione, unico possibile fine di una attività che altrimenti è immonda e peccaminosa? Buffo che il mito che segue sia l’aborto: qui l’ironico Luca vuol lasciare intendere che chi difende l’interruzione volontaria di gravidanza abbia preso un abbaglio: altro che male minore, altro che libertà di scelta! Avete scambiato un omicidio per una soluzione. Ah, anime perdute! Il terzo mito confonde ulteriormente l’interpretazione (nostra e pertanto approssimativa) di quanto volesse dire. Come l’ambientalismo abbia contribuito ad invecchiare le popolazioni resta un mistero insondabile anche alla quinta lettura. Il coniglismo sui diritti umani, oltre ad essere una suggestiva espressione, ci trova d’accordo: ovviamente nella direzione opposta a quella di Volontè. Sospendiamo i commenti sulla politica estera perché sembrerebbe che prendiamo sul serio Volontè, e suvvia, non è possibile.
La stoccata finale è perfetta: rispettate le piantine di basilico (e basta con il pesto eh!) e trucidate embrioni umani. Vergogna!
Ma una soluzione ci sarebbe:
L’Europa deve riscoprire il suo ‘perche’’,la sua ragion d’essere e per farlo non potra’ che rinverdire le sue radici,rianimarle e valorizzare la sua storia:si vede in lontananza dl (?) ramo di un albero ben piantato a terra,da un albero abbattuto puoi solo vedere i vermi.
Ma Volontè ignora il verme eterno?

domenica 3 agosto 2008

Volontè e il busillis

Luca Volontè, «Dai vertici dello Stato stop alla giustizia “creativa”» (Il Tempo, 2 agosto 2008, p. 19):

Oggi la situazione è ben peggiore dei tempi del ‘ius regio, eius religio’. Oggi in Italia la sentenza e il grado di ‘evoluzione legislativa’ dell’ordinanza dipende non solo dal Tribunale, dalla Corte d’Appello ma pure dal terno al lotto che riguarda il giudice o il collegio giudicante.
Ora, quello «ius regio, eius religio» sarà magari un errore di battitura o di stampa per il ben noto «cuius regio, eius religio» («la religione locale sia la stessa di colui a cui appartiene lo Stato»), non dico di no; però in quel contesto, dove si parla di diritto e non di religione, e dove il termine di paragone è una situazione in cui l’applicazione del diritto dipende da molti fattori, ti viene il fortissimo sospetto che il nostro Luca volesse veramente parlare di «ius regio», diritto del re (beh, in latino sarebbe ius regium, per l’esattezza, ma non formalizziamoci troppo).
E te lo immagini, allora, mentre una sera, dismessi i gravosi impegni parlamentari, sfoglia distrattamente un volume, e lo sguardo gli cade sulla prima riga della pagina di sinistra, e sulla bella sentenza latina proprio all’inizio, ius regio, eius religio; e con la mano afferra una matita – chissà perché me la immagino corta, appuntita con un coltellino, e mi immagino anche che Volontè se la passi sulla lingua inumidendola, prima di tracciare una riga un po’ irregolare sul foglio – e intanto borbotta «questa me la segno».
Se avesse dato un’occhiata all’ultima riga della pagina precedente avrebbe notato che terminava in cu-, andando a capo; ma non l’ha fatto – vorremo mica fargliene una colpa?

venerdì 11 luglio 2008

Sempre il solito

Sul testamento biologico:

L’autodeterminazione della persona non può prevedere i due fatti naturali dela [sic] vita e della morte
Su Eluana Englaro:
Chi può dire che Eluana la pensasse proprio così,chi può dire che dopo questi 6000 giorni di vita la pensa ancora così?
Sullo Stato Vegetativo Persistente:
Il coma è una forma di vita, più pacifica e affannata di altre
Non c’è bisogno, penso, di rivelare il nome dell’autore di questi profondi pensieri...

giovedì 10 luglio 2008

Senza pudore

Sebbene sia difficile scegliere la dichiarazione peggiore della giornata, quella di Renato Farina le si avvicina (e con lei chi ha deciso di riportare il suo illustre parere):

Renato Farina, deputato e giornalista, chiede l’intervento di Napolitano contro una «crudele condanna a morte».
Notevole, ma non per niente è il nostro eroe, anche il commento di Luca Volontè, secondo il quale sarebbe una
ingerenza su temi, come la vita e la morte di una persona.

giovedì 19 giugno 2008

Alto compito educativo...

Non ci pensavo da qualche tempo, poi il pensiero del nostro ha fatto irruzione in questo pomeriggio estivo.
Cercandolo con google news scopro che proprio in questo momento è protagonista di una gloriosa iniziativa.
Ma ciò che supera ogni immaginabile stupore è il commento della signora (mi auguro che sia uno scherzo). Ammirazione addirittura?

ps
mi ero persa la palestra del bullismo.

lunedì 9 giugno 2008

Luca Volontè e il rogo

Sembrava che lo zenit – o il nadir, secondo un diverso punto di vista – della carriera del beniamino di Bioetica, l’onorevole Luca Volontè, fosse stato toccato quando aveva consigliato a Piergiorgio Welby di finirla di invocare la sospensione della ventilazione artificiale e di suicidarsi invece con l’aiuto della moglie: un consiglio che dava la misura al tempo stesso del livello di sensibilità umana dell’Onorevole e del suo rispetto per le leggi. Ma per un recordman come Volontè ogni primato è solo temporaneo; eccolo quindi tentare di superare se stesso con un articolo pubblicato su Liberal, «L’incredibile cinismo di quei genitori di Foggia» (30 maggio 2008, p. 1), in cui se la prende con il padre e la madre di Davide, lo sfortunato bambino nato senza reni e sottratto per qualche giorno alla potestà dei suoi genitori.
Lascio ad Antonio Vigilante, blogger e zio del bambino, il compito di entrare nel merito delle parole di Volontè (che potrebbero forse configurare il reato di calunnia – ma penso che i genitori di Davide abbiano cose ben più serie da fare in questo momento che cercare di perseguire un personaggio di tale levatura, oltretutto protetto dall’immunità parlamentare); mi concentrerò invece sulle parole finali dell’articolo del nostro.

L’Europa che consente l’omicidio dei propri cittadini, seppur in fasce, rischia di diventare un unico e immenso campo di concentramento, non meno terribile, solo più scientifico. Una fornace immensa, un culto terribile e pure una benedizione religiosa del Reverendo George Exoo, gay e protestante d’Inghilterra. Siamo proprio sicuri di aver fatto bene a vietare la caccia agli stregoni?
Già in quel «gay e protestante» c’è l’indizio di un’escalation che s’è compiuta nel ‘pensiero’ (chiamiamolo pure così) volonteiano: se da tempo sapevamo che «gay» non è un epiteto gentile nel lessico del nostro, eccolo adesso affiancato – alla pari, come appare manifestamente – da «protestante», insulto inedito, che fa piazza pulita di tutte quelle ubbie ecumeniche, sataniche deviazioni post-tridentine, che affliggevano fino a poco tempo fa la Santa Madre Chiesa.
Ma di fronte all’ultima frase, beh, che cosa dire? Cosa vuoi rispondere a uno che dice di avere nostalgia per il tempo in cui si bruciavano esseri umani? (Perché gli stregoni «cacciati» quella fine facevano, immancabilmente.) Sarà, certo, solo un’iperbole, e per giunta proveniente da un cervello di cui conosciamo bene l’ampiezza; ma rimane un segno degli umori che circolano. Un segno non bello. Le parole giuste per rispondere rischierebbero d’altronde solo di alimentare quell’incendio che a tratti sembra così vicino, e ci metterebbero in fondo allo stesso piano dell’Onorevole – una circostanza che come potete facilmente immaginare, vorrei a tutti i costi evitare. E allora meglio usare quelle, immortali, che un precursore di quei protestanti che Volontè tanto odia pronunciò (si dice) alla vista di una vecchina, altrettanto pia e altrettanto illuminata di Luca Volontè. Parole in cui alberga ancora il sorriso con cui furono dette, nonostante chi le dicesse si trovasse in una situazione non delle più allegre: O sancta simplicitas!

mercoledì 19 marzo 2008

Luca rinnovato

Una nuova ammiccante veste grafica per il nostro affezionato difensore della famiglia, della vita, del merito (il merito??).

La lista del Liechtenstein

A leggere il titolo della hp de Il Corriere della Sera ho immaginato una ennesima lista elettorale presentata da chissà chi.
E invece no: la lista è quella dei possessori di conti correnti. E in effetti questo non sarebbe rivelativo. Ma il riferimento al Liechtenstein chiarisce l’equivoco.
7 milioni di euro per la rossa Milva; insieme al suo nome

due attori che ebbero un momento di grande popolarità attorno agli anni Settanta- Ottanta.
E ancora dirigenti Eni e così via.
Ma chi altri? Luca Volontè!
Che ribatte con la sua solite verve:
Gli unici crediti che ho accumulato in Liechtenstein, sono quelli universitari, ma come si può ben immaginare non li ho potuti spendere.
Perché no? Magari avrebbe potuto chiedere la licenza elementare!

mercoledì 5 marzo 2008

Pierferdinando Casini for President (ovvero: la rivoluzione dei giovani)

A leggere lo slogan si prova una certa emozione: “La storia. Rivoluzione giovanile. Dalla rete la voce dei giovani”. Altro che apatia politica! Tale è l’emozione che passa qualche secondo prima di interrogarsi sull’oggetto di suddetta mobilitazione. “Sosteniamo Casini dell’Udc”. L’entusiasmo muta in sorpresa. Pierferdinando Casini, tra il richiamo alle radici cristiane e alla cosiddetta famiglia tradizionale con il bollino blu del matrimonio in chiesa (pur avendo preferito per sé un altro assetto familiare), non sembra proprio un leader politico rivoluzionario. Non basta opporsi al duopolio di Berlusconi e Veltroni – come dichiara lo stesso Casini – per costituire una novità. Né per assicurare quella rettitudine e quel coraggio di cui Casini infarcisce i suoi slogan: con Totò Cuffaro alla vicepresidenza del partito, lo scherno nei riguardi delle famiglie di fatto, la preferenza di una visione paternalistica, Casini cerca di rianimare lo scudo crociato, sofferente in seguito ad una lunga anossia, con un defibrillatore arrugginito.
I giovani per Casini leader incarnano bene i valori “tradizionali” che l’Udc vuole promuovere: si scagliano contro gli omosessuali, come se non fossero persone e cittadini come tutti gli altri, e il presunto ampio spazio concesso loro dal PD. Protestano contro le scelte “televisive” del PdL (“servono più lavoratori veri”), forse dimenticando di poter vantare Luca Volontè, che sarebbe un perfetto protagonista di una sitcom. Più che una rivoluzione sembra una controriforma prima che la riforma sia avvenuta.

(I giovani dell’Udc tradizionalisti così da sitcom, DNews, 5 marzo 2008).

venerdì 15 febbraio 2008

«Una gioventù disponibile alla sodomia islamica»

L’ultima sua dichiarazione, diciamo la verità, ci aveva un po’ delusi: sì, dava l’idea del clima attuale (e come tale l’avevamo debitamente riportata qui su Bioetica), ma mancava del guizzo inconfondibile a cui l’autore ci aveva abituati. Posso immaginare il timore dei lettori: il nostro beniamino, il sempiterno Onorevole Capogruppo, non si sarà mica ammosciato? Per tranquillizzarli (e tranquillizzarci), riportiamo integralmente una dichiarazione di appena una settimana fa, presa come al solito dal suo sito personale, che ci restituisce l’autentico, irripetibile, immarcescibile Luca VOLONTÈ!

«Il tesoretto degli italiani, l’espropriazione forzata di Visco e Prodi, è in parte estesa ai movimenti gay. Altro che povertà delle famiglie: a Roma, nella Roma di Veltroni, si patrocinano i circoli gay nella loro campagna di iscrizione forzata alla lobby nelle scuole pubbliche statali. Barbara Pollastrini, Giuseppe Fioroni e Walter Veltroni sono un trio devastante per i giovani italiani e per quelli romani. L’amico dei Clinton, ora adulatore dell’immagine di Obama, è l’indegno artefice di una spesa pubblica, dei soldi dei cittadini romani, allo scopo di rendere gay e iscritti al circolo Mario Mieli gli studenti della scolaresche romane». Lo afferma il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volonté.
«Si vuole costruire una gioventù fieramente diversa e disponibile alla sodomia islamica – sottolinea l’esponente centrista – con misure allucinanti e pregiudizi ideologici verso la femminilità e la mascolinità dei giovani italiani. Il leader del Pd getta la maschera, non si allea con la sinistra e con i radicali solo perché, da sindaco di Roma, è promotore di misure che vanno ben oltre il laicismo e il gender sinistro. Il Governo Prodi e il Comune di Roma dimostrano di essere ben oltre la violazione della civiltà e della Costituzione italiana: la loro politica di aumento dei salari parte dall’aumento di stanziamenti e di iscritti ai movimenti omosessuali».

Aggiornamento: Lisa di Paniscus ha indagato e scoperto a cosa si riferisce il comunicato di Volontè («Un vero comunicatore», 17 febbraio 2008). Inaspettatamente (o forse no?), non si tratta di un progetto di conversione forzata dei giovani romani all’omosessualità e/o all’islamismo...

mercoledì 13 febbraio 2008

Un commento che ci mancava

Direttamente dal sito dell’Onorevole capogruppo:

«Al Nuovo Policlinico di Napoli si è verificata un’interruzione di gravidanza, alla quale la mamma ha dato assenso perché i medici non volevano far nascere un bimbo sterile: questa si chiama eugenetica. La Questura ha fatto il proprio dovere, chiarendo i dettagli della vicenda». È quanto afferma, in una nota, il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè.

sabato 2 febbraio 2008

5 anni e niente mafia!

Mancavo da qualche tempo; oggi rimedio con un intervento godibile, nello stile del nostro beniamico Luca Volontè (Cannibalismo istituzionale, 1 febbraio 2008):

Sono anni che Cuffaro viene dipinto come il capo della Mafia in Sicilia, in quest’opera si è dedicata molta stampa e tanti pseudo giornalisti televisivi. Oggi su questo teorema l’ottocentomilionario San(toro) ci farà l’ennesima trasmissione. Lo scoop vero invece è un altro. Cuffaro, nella sua condanna a cinque anni, non ha avuto l’aggravante della mafia. Questo non si dice ma ha provocato reazioni imbelli e raptus senza fine. Lo stesso Presidente della Sicilia, approvato il bilancio regionale e acquisita la fiducia del Consiglio regionale, ha deciso di dimettersi sei giorni orsono. Campagna denigratoria, processo e poi?
La gag su San(toro) è irresistibile, quasi quanto il compiacimento insensato e irritante per la mancanza dell’aggravante mafiosa. 5 anni e niente mafia! Insomma, che pretendete? Senza dubbio Cuffaro è in buona compagnia.

domenica 4 novembre 2007

Furore giacobino

Non poteva mancare la segnalazione. Il nuovo libro di uno dei più giovani leader italiani.
Poveri noi.