lunedì 9 giugno 2008

Luca Volontè e il rogo

Sembrava che lo zenit – o il nadir, secondo un diverso punto di vista – della carriera del beniamino di Bioetica, l’onorevole Luca Volontè, fosse stato toccato quando aveva consigliato a Piergiorgio Welby di finirla di invocare la sospensione della ventilazione artificiale e di suicidarsi invece con l’aiuto della moglie: un consiglio che dava la misura al tempo stesso del livello di sensibilità umana dell’Onorevole e del suo rispetto per le leggi. Ma per un recordman come Volontè ogni primato è solo temporaneo; eccolo quindi tentare di superare se stesso con un articolo pubblicato su Liberal, «L’incredibile cinismo di quei genitori di Foggia» (30 maggio 2008, p. 1), in cui se la prende con il padre e la madre di Davide, lo sfortunato bambino nato senza reni e sottratto per qualche giorno alla potestà dei suoi genitori.
Lascio ad Antonio Vigilante, blogger e zio del bambino, il compito di entrare nel merito delle parole di Volontè (che potrebbero forse configurare il reato di calunnia – ma penso che i genitori di Davide abbiano cose ben più serie da fare in questo momento che cercare di perseguire un personaggio di tale levatura, oltretutto protetto dall’immunità parlamentare); mi concentrerò invece sulle parole finali dell’articolo del nostro.

L’Europa che consente l’omicidio dei propri cittadini, seppur in fasce, rischia di diventare un unico e immenso campo di concentramento, non meno terribile, solo più scientifico. Una fornace immensa, un culto terribile e pure una benedizione religiosa del Reverendo George Exoo, gay e protestante d’Inghilterra. Siamo proprio sicuri di aver fatto bene a vietare la caccia agli stregoni?
Già in quel «gay e protestante» c’è l’indizio di un’escalation che s’è compiuta nel ‘pensiero’ (chiamiamolo pure così) volonteiano: se da tempo sapevamo che «gay» non è un epiteto gentile nel lessico del nostro, eccolo adesso affiancato – alla pari, come appare manifestamente – da «protestante», insulto inedito, che fa piazza pulita di tutte quelle ubbie ecumeniche, sataniche deviazioni post-tridentine, che affliggevano fino a poco tempo fa la Santa Madre Chiesa.
Ma di fronte all’ultima frase, beh, che cosa dire? Cosa vuoi rispondere a uno che dice di avere nostalgia per il tempo in cui si bruciavano esseri umani? (Perché gli stregoni «cacciati» quella fine facevano, immancabilmente.) Sarà, certo, solo un’iperbole, e per giunta proveniente da un cervello di cui conosciamo bene l’ampiezza; ma rimane un segno degli umori che circolano. Un segno non bello. Le parole giuste per rispondere rischierebbero d’altronde solo di alimentare quell’incendio che a tratti sembra così vicino, e ci metterebbero in fondo allo stesso piano dell’Onorevole – una circostanza che come potete facilmente immaginare, vorrei a tutti i costi evitare. E allora meglio usare quelle, immortali, che un precursore di quei protestanti che Volontè tanto odia pronunciò (si dice) alla vista di una vecchina, altrettanto pia e altrettanto illuminata di Luca Volontè. Parole in cui alberga ancora il sorriso con cui furono dette, nonostante chi le dicesse si trovasse in una situazione non delle più allegre: O sancta simplicitas!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Oltretutto, non è corretto affermare che la Chiesa cacciava gli stregoni-al-maschile. Da istituzione misogina qual è sempre stata, se la prendeva con le streghe-al-femminile, donne, la cui colpa era di possedere conoscenze mediche tradizionali che consentivano loro di praticare forme di regolazione dell'attività sessuale e di controllo delle nascite.
Come dire... Non sembra che la Chiesa abbia fatto passi avanti da allora.

Non che mi aspetti che quello conosca la storia, ovvio!

Anonimo ha detto...

Siamo proprio sicuri di aver fatto bene a vietare la caccia agli stregoni?

Volontè dovrebbe essere proprio lui, per primo, a rispondere con un sonoro "Sì".
Perché, se avesse studiato un po' di storia, dovrebbe già sapere che molte caccie alle streghe, una volta avviate, sfuggivano regolarmente di mano (visto che le confessioni erano estorte con la tortura a persona innocenti, che confessavano qualunque cosa pur di sottrarsi al supplizio), e assai spesso gli stessi promotori delle persecuzione o loro parenti o persone a loro vicine, per una beffarda eterogenesi dei fini, si ritrovavano sui banchi degli imputati.
Di solito, tra l'altro, era in quel momento che le caccie venivano rapidamente sospese e molto probabilmente furono ripetute situazioni di questo tipo a consentire, sul lungo periodo, la fine della stregoneria come reato.
Come ogni storia, anche questa ha una sua morale: a giocare col fuoco si rischia di bruciarsi. Ma evidentemente c'è ancora chi non l'ha imparata... O forse, avendo poco studiato, non la conosce.

restodelmondo ha detto...

Sul gay e protestante è già stato commentato, ma noterei anche quell'accenno alla Perfida Albione.

restodelmondo ha detto...

A proposito di protestanti, streghe e stregoni: leggevo non so più dove che per un certo periodo "valdese" era diventato sinonimo di strega. Sono pressoché certa che fosse prima della riforma protestante, quindi i valdesi non erano ancora protestanti (solo eretici): ma mi pare un aneddoto che cade bene.

Joe Silver ha detto...

E così Volonté scrive su un giornale che si chiama Liberal e che si definisce "l'incontro liberale tra laici e cattolici".

Però... non si finisce mai di imparare.

Unknown ha detto...

Quel "uomo" mi fa sempre più vomitare, specialmente considerato che si tratta di un nostro rappresentante.

Anonimo ha detto...

Giuseppe, non dovresti perpetuare certi pregiudizi senza fondamento, tutti sanno che quella della crudele Inquisizione è una leggenda laicista...

Unknown ha detto...

Leilani, spero che il tuo commento sia ironico - anzi ne voglio essere certo :) - perchè la storia ci ha tramandato così tanti documenti che non esistono dubbi. Solo ipocrisia e cecità totale possono portare a discolpa considerazioni del tipo:

"Innanzitutto, va precisato che la condanna al rogo per gli eretici era una pena stabilita dal diritto penale e non dal diritto canonico."

Quanto riporto è sì un fatto vero, ma in sè emblema dell'ipocrisia vaticana: un intero procedimento giudiziario basato su leggi e tribunali ecclesiali, su torture impartite dagli inquisitori, su reati che sussistevano solo in funzione dei dogmi cattolici, ma con atto finale demandato allo Stato - per non sporcarsi direttamente le mani di sangue.

In giurisprudenza il mandante è punito quanto (se non più) dell'esecutore materiale: dobbiamo fare eccezione per gli omicidi di "santa madre chiesa"?


In ogni caso, si leggono interpretazioni revisioniste solo da parte di "studiosi" cattolici tradizionalisti - a tutta riprova che solo una mente ottenebrata potrebbe mal interpretare le carte a noi giunte.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Den, Leilani era ironica: garantisco io per lei... ;-)

Anonimo ha detto...

Certo che sono ironica ci mancherebbe :D

Quello che mi spaventa è che c'è gente che ci crede... uno involontariamente è stato anche comico, dicendomi che "comunque la tortura era prevista per non più di quindici minuti". Azzo allora cambia tutto...