lunedì 24 novembre 2008

Il beniamino di Bioetica si schiera coraggiosamente a favore dell’accanimento terapeutico

Con un’uggiosa uniformità di giudizi, quasi tutti i commentatori sono concordi nel ritenere del tutto legittima l’interruzione delle terapie nel caso del bambino di Treviso (un neonato di cinque giorni cui, nell’imminenza della morte ormai inevitabile, i medici avevano sospeso la somministrazione di pesanti medicazioni): si tratta di accanimento terapeutico, anche secondo la più ristretta e arcigna delle definizioni. Fa parziale eccezione il vescovo emerito di Treviso e commissario Cei per la Dottrina della fede, che in una dichiarazione alla Stampa si dice addolorato dall’episodio, ma poi in un soprassalto di prudenza aggiunge che bisogna capire cos’è successo veramente.
Nessun cedimento invece a queste ubbie da parte del beniamino di Bioetica, l’On. Luca Volontè, che virilmente non conosce dubbi, e parla di «introduzione di una eugenetica soft» e aggiunge: «il peggior nazicomunismo della selezione della specie è tutt’altro che scomparso». Si converrà che aver risparmiato una o due ore di atroci sofferenze a un bambino ormai condannato è un delitto efferato, degno dei peggiori totalitarismi. Un grazie sincero all’On. Volontè per averci ricordato che, checché se ne dica, l’accanimento terapeutico è una santa cosa, soprattutto se praticato sui più fragili e indifesi di noi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che dire?

ma non potrebbero i genitori o i medici in questione denunciare l'on. (on.?) volontè? o questo ceffo può dire quel che vuole a priori?

franco

Anonimo ha detto...

E l'eugenetica nazicomunista praticata in Vaticano nell'aprile del 2005?
Almeno adesso sapremo come apostrofare gli alti prelati di santa madre chiesa, grazie a quell'anticlericale di un Volontè...

Magar