Dal Corriere della Sera del 24 dicembre, p. 22, due articoli a cura di Grazia Maria Mottola a proposito della «scoperta» del professor Giuliano Dolce sul fatto che Eluana Englaro sarebbe ancora in grado di deglutire il cibo da sola. «“No, le verrebbe la polmonite”»:
«Che Eluana deglutisca non è una cosa sconvolgente, assolutamente non in grado di cambiare le condizioni in cui si trova». Mauro Zampolini, responsabile del Dipartimento Riabilitazione Asl 3 in Umbria, e direttore del «Giscar», gruppo italiano per lo studio delle gravi cerebrolesioni acquisite, parla alla luce della sua esperienza tra i pazienti in stato vegetativo: «È ricorrente che questi malati conservino in parte la capacità di deglutire, ma si tratta di un’attività incosciente, quindi rischiosa. Per questo motivo si usa alimentarli con il sondino. Non bisogna stupirsi, però, che provando a nutrirli per bocca, li si veda deglutire. Il problema è che parte del cibo potrebbe finire in trachea. Che cosa succederebbe a Eluana? Se la si alimentasse per via naturale, morirebbe di polmonite».«“Eluana può mangiare”. “No, serve il sondino”. È scontro tra i medici»:
Non perde la calma Carlo Alberto Defanti, neurologo, che da 12 anni cura Eluana: «Dolce ha visto la ragazza solo una volta. Io posso dire che spesso ha un ingombro delle vie aeree alte a causa di problemi alla deglutizione: se la alimentassimo per bocca, parte del cibo le finirebbe in trachea, rischiando la broncopolmonite. Ecco il perché del sondino». Linea confermata anche dal presidente della Società italiana di nutrizione artificiale, Maurizio Muscaritoli.
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