Dopo aver teorizzato un’inesistente illegalità, il ministro Sacconi passa direttamente alle minacce,
facendo presente che «certi comportamenti difformi da quei principi determinerebbero inadempienze con conseguenze immaginabili». Sacconi lo ha detto replicando da Bruxelles ai giornalisti gli chiedevano se la Casa di cura «Città Udine» – dove Eluana deve essere trasferita – rischia di perdere la convenzione con il servizio sanitario nazionale se esegue la sentenza della Cassazione per lo stop all’alimentazione forzata (fonte: Corriere della Sera).Sulla legittimità delle intimazioni del ministro alle strutture sanitarie rimando all’illuminante intervista di Amedeo Santosuosso apparsa oggi sul Messaggero («Santosuosso: “La sentenza della Cassazione dà un diritto al padre, chi lo nega compie reato”», 17 dicembre 2008, p. 9). Io, per me, mi unisco come posso al co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, Gilberto Corbellini, nel chiedere a questo punto l’intervento del Presidente della Repubblica. Che un ministro intervenga in questo modo a vanificare la sentenza di un tribunale della Repubblica non può essere ritenuta cosa di normale amministrazione. Qui non è nemmeno più questione del testamento biologico; qui è in gioco la divisione dei poteri, qui è in gioco lo Stato di diritto.
1 commento:
Che bel blog, complimenti.
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