Intervista a Étienne-Émile Baulieu, l’inventore della pillola abortiva, su Libero di ieri (Alba Piazza, «Il papà della pillola abortiva ammette: “È vero, può essere pericolosa”», 2 luglio 2006, p. 13). Del titolo, che riporta come detto dall’intervistato l’esatto contrario di quello che l’intervistato ha detto, si è già occupato Malvino («L’insuperabile onestà intellettuale di Libero», 3 luglio); qui ci occupiamo del resto.
Per prima cosa Libero ci informa che il professore «è un luminare di biologia alla French Academy of Science»; e chi conosce anche solo un poco i francesi può valutare da sé le probabilità che una loro istituzione abbia un nome inglese. Si passa poi in Italia, dove – apprendiamo – «il farmaco è stato sperimentato … per 21 giorni al Sant’Anna di Torino. Poi i test sono stati bruscamente interrotti». Vediamo: la sperimentazione torinese è cominciata l’8 settembre dell’anno scorso, è stata interrotta da un ukase del Ministro Storace emanato il 21 settembre, è ripresa il 7 novembre, e da allora non si è più arrestata; si concluderà subito dopo l’estate. A occhio sono più di 21 giorni...
Comincia quindi l’intervista vera e propria. «Quante donne ricorrono alla sua pillola?», chiede Alba Piazza. «In Europa 500mila all’anno, tre milioni in Cina e due in Sudafrica. Solo in Francia, 1 milione e 500mila donne all’anno», risponde Baulieu. Forse un po’ troppe: di questo passo, per esempio, nei prossimi dieci anni metà dell’attuale popolazione femminile francese si sottoporrebbe all’aborto farmacologico. Le cifre si riferiscono in realtà al numero complessivo di donne che hanno usato la RU486 nei vari paesi; o l’intervistato ha commesso un lapsus, oppure l’intervistatrice ha capito male. Scegliete voi l’alternativa che ritenete più probabile.
Si passa poi a parlare dei casi fatali legati all’uso della pillola; Baulieu risponde di aver già rilasciato le sue dichiarazioni sul New England Journal of Medicine. E qui sembra aprire uno strano inciso: «(dove, guarda caso, sul numero del 1 dicembre 2005 si legge che “l’aborto medico ha una mortalità 10 volte superiore rispetto a quello chirurgico”)». Ovviamente l’inciso non è di Baulieu ma di Alba Piazza, che ha dimenticato di aggiungere ndr. In compenso il suo «guarda caso» è di troppo, dato che lo scienziato francese commentava sulla rivista proprio l’articolo del 1 dicembre. E la mortalità dell’aborto medico (cioè farmacologico) è superiore di dieci volte a quello chirurgico solo negli Stati Uniti, per una serie di casi di infezione curiosamente concentrati quasi tutti in California; in Francia, per esempio, la mortalità per RU486 (un solo caso dal 1988!) è paragonabile o addirittura inferiore a quella dell’aborto chirurgico.
Si finisce con una citazione da un’altra intervista dello stesso Baulieu al quotidiano argentino La Nación: «Io non sbaglio mai» (o più precisamente, «¿Alguna vez pensó que podía estar equivocado?» «Jamás»). Baulieu esagera. Non lo imitiamo, e affermiamo quindi con senso della misura che Libero sbaglia quasi sempre.
Aggiornamento: il post è stato oggetto di una critica, a cui ho risposto altrove.
martedì 4 luglio 2006
Il rigore intellettuale di Libero
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6 commenti:
queste cose mi spaventano.
per fortuna questo pseudo gionale vende meno di quanto sembri (vedi report)
(a grazie per il link. lafolle tutto attaccato!)
Lafolle: ho corretto.
Re Censore: grazie! Qualcuno lo deve pur fare...
“Libero” è diretto da dal noto diffamatore Vittorio Feltri, un individuo di indubbia intelligenza e cultura, evidentemente mentalmente disturbato, che farebbe bene a consultare un buon psicanalista.
I giornalisti che lavorano nella sua redazione si adeguano alle sue direttive. Poverini.
Potrebbero anche fare altro però, i giornalisti della redazione di Libero, chi li obbliga?
Antonio
grazie giuseppe!
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