giovedì 30 agosto 2007

Le parole e la realtà

Su un forum dell’Occidentale, organo della Fondazione Magna Carta (fondata e poi abbandonata da Marcello Pera) si parla dell’aborto. Alla nostra Inyqua, che lì dibatte, replica un certo Paolo:

Come mi piacerebbe vivere in un mondo in cui la parola dice semplicemente la realtà, senza pudori né sensi di colpa.
Purtroppo il mondo contemporaneo rifiuta la realtà – una forma di schizofrenia? – e nel rifiuto della realtà la parola è usata per nascondere e/o adulterare la realtà.
Cosicché ciò che nacque per esprimere la realtà – la parola – tradisce la realtà.
Ma questo abuso della parola ed il travisamento della realtà non sono senza colpa ne senza pena: la realtà negata prima o poi riemerge dalle fogne interiori in cui il mondo s’illude di nasconderla ed un profeta torna a chiamare per nome le cose.
Cara Inyqua hai mai assistito dal vivo ad un aborto?
Non credo, altrimenti sapresti per esperienza che si tratta di un omicidio.
Non entro nel merito se necessario o inutile, se legale o illegale, se morale o immorale. Prima di qualificare con attributi il fatto dell’aborto, è necessario un punto fermo, un punto di partenza certo e non equivoco, l’apprensione della realtà, il coraggio di dire pane al pane senza nascondersi dietro le formule fumose con cui noi post-moderni cerchiamo di fuggire dalla realtà nuda e cruda.
Cartesio trovò nel proprio cogito il punto di ormeggio della sua nave in balia del dubbio. Un ormeggio molto instabile...
Husserl, Buber e Levinas, indicano un altro punto su cui far leva per uscire dall’incertezza totale in cui il dubitare ci lascia: l’incontro con l’altro, l’apertura al tu, realtà primordiale e precedente l’io, la simpatia per il fenomeno.
Ed il primo tu che ciascuno di noi sperimenta è il volto della propria madre.
Ed ecco la risposta di Inyqua:
Per Paolo: sono un medico. Non solo ho assistito ad aborti, ma anche alla vita di chi ha una gravissima malformazione incompatibile con la vita stessa se non per pochi, terribili mesi. Ho assistito alle legittime speranze e paure delle coppie alle quali viene fatta una diagnosi prenatale terribile. Ho visto famiglie dove altri figli venivano distrutti ed abbandonati per poter seguire a volte con commovente ma inutile determinazione quell’unico figlio disabile (e non sto parlando di disabilità che consentono comunque una vita ‘piena’...). Altro che Cartesio: la realtà è un’altra cosa. Cosa cambia nella vita di una donna, di una coppia, spesso di una famiglia non è roba da articoletto su Famiglia Cristiana: è una drammatica realtà. Sulla quale è legittima UNA SCELTA, quella stessa scelta che volete negare PER LEGGE. Vergognatevi.
Le parole, e la realtà.

24 commenti:

Joe Silver ha detto...

Leggo le notizie e le opinioni pubblicate da quel giornale, do' un'occhiata ai banner dei siti linkati, prendo atto dell'orientamento generale... e mi incazzo.

Mi incazzo di questo appropriamento indebito della qualifica di "Occidentale", che porta poi, abbastanza prevedibilmente, a quella specie di manicheismo maccartista per cui ogni opinione non allineata viene puntualmente bollata come "antioccidentale", con tutto quello che ne consegue.

Chiedo scusa per l'OT

Anonimo ha detto...

Lo so, mi sono alterata in quel commento. Ma la spocchia altezzosa di chi ti chiede : 'hai mai assistito ad un aborto, è un omicidio' con saccenza senza pari mi aveva disturbato...
Non vogliono esami prenatali, non vogliono che si scelga, non vogliono che nessuno abbia una vita migliore. Scambiano feti ed embrioni con bambini. Si incazzano perfino se uno si fa una mappa genetica prima di decidere se e come procreare. Eu-genetica vuol dire buona genetica (c'è un articolo di Flamigni oggi sull'Unità). Continuare a demonizzare queste cose vuol dire ritrovarsi nel medioevo d'un salto. Roba da matti.

GG ha detto...

Bellissimo, uno dei post più belli che abbia letto in questo blog.
Complimenti a inyqua, e, in un certo senso, complimenti anche a paolo.

Chiara Lalli ha detto...

Inyqua, non direi che tu ti sia alterata troppo, anzi!
Quanto all'eu-genetica non ho letto il pezzo di Flamigni, però non direi che il primo significato sia quello letterale. Tuttavia non c'eltra assolutamente nulla con quanto viene blaterato riguardo alla legge 40, al figlio perfetto, all'aborto selettivo e così via.

Anonimo ha detto...

Il problema maggiore è che i codardi clericali non avranno mai il coraggio di provare ad imporre l'abolizione delle 194, né di battersi per un dibattito chiaro.
Agiranno sempre più in maniera subdola, con manovre tattiche, magari cercando di impedire l'applicazione della legge (ad esempio con il ricorso in massa all'obiezione di coscienza).

Se scegliessero la via frontale, ad esempio la promozione di un referendum anti-194, credo che prenderebbero una bella batosta..

capemaster ha detto...

Grande Inyqua. Gli è andata male all'indottrinato.

rikkitikkitavi ha detto...

inyqua alterata? ma quando mai!
la sua mi è sembrata una risposta secca, ma del tutto corretta.

piuttosto c'è da rattristarsi a considerare quanti siano coloro che vogliono limitare la libertà e la responsabilità delle persone.

maternità e paternità responsabile non significa cercare figli alti biondi e con gli occhi verdi; significa desiderare figli che possano vivere serenamente.

mi sto domandando quanto tempo ci vuole ancora prima che qualche genietto di questi proponga di mettere fuori legge l'amniocentesi.

e siamo nel 2007!

Anonimo ha detto...

rikkitikki: veramente siamo già un pezzo oltre...già si mettono in dubbio addirittura le consulenze pre-concepimento...E la Turco ha detto che le sue commissioni d'inchiesta stanno lavorando proprio sugli esami della diagnosi prenatale...

marcolinx ha detto...

Per Inyqua:
Ho letto l'articolo e anche i primi due commenti, poi mi sono fermato. Non ne ho potuto più dopo il tuo commento datato: 30/8/07 17:52

Spocchia altezzosa, saccenza, vita migliore. La tua spocchia è quantomeno superiore a quella di Paolo. Lui ha detto la sua impressione della cosa, tu invece pretendi di poterlo giudicare e di essere la detentrice della "realtà".
Piangerei se avessi lacrime per farlo.

Uyulala ha detto...

Al di là dell'enfasi, penso che Inyqua abbia ragione. L'atteggiamento di chi ha una posizione antiabortista è molto spesso al di là della valutazione realistica delle situazioni. Impedire a tappeto diagnosi prenatale e aborto significa mantenere questa incapacità. Sebbene sicuramente l'aborto non sia MAI la soluzione migliore, è importante non bloccare tutto in quanto si negherebbe ogni possibilità di progresso per arrivare, possibilmente, a evitarle, le malattie.

Anonimo ha detto...

@marco
Purtroppo le lacrime ci devono rimanere per piangere quie poveri esserini non nati. Non ci resta che gridare così:
Tu sei down e posso ucciderti.
E me la chiamano civiltà.

Ma vaffanculo te e la tua civiltà!

Se fossi un sentimentale direi che ora quella bimba è un angelo, se non lo fossi, direi soltanto che ora quella bimba è un angelo.
E veglierà sulla crudeltà di noi animali.
Carlo

Anonimo ha detto...

Marco: puoi credermi spocchiosa. Puoi credermi quello che vuoi se sei uno che ama giudicare da due parole (a quanto pare). Io credo di capire benissimo invece quello che s'intende quando si dice che anche un feto malformato ha diritto ad un'esistenza, e ammiro coloro che sono in grado di scegliere di portare avanti una gravidanza in queste condizioni. La chiave è appunto la 'scelta'. Obbligare una donna, una coppia a questa scelta è invece un dramma. Sfrucoliare i sensi di colpa come tu fai è tristissimo. Io non detengo la realtà: non ho fidelismi di nessun tipo. Nemmeno nella scienza. Forse solo nella libertà individuale. E rifuggo come la peste coloro che parlano di 'angeli' e poi girano lo sguardo da un'altra parte appena vedono un barlume di sofferenza negli occhi altrui. E pensano di poter decidere non solo per i 'non nati', ma anche per coloro che già hanno una rete di affetti e responsabilità. Io non credo affatto che si possa a cuor leggero uccidere un down o qualsiasi altra persona. Ma credo che una donna, una coppia, debba poter decidere cosa sono in grado di sopportare. Un down, ripeto, può avere malformazioni cardiache gravissime e sopravvivere pochi giorni. O morire per una leucemia acuta. O avere decine di complicanze mortali. O avere una vita dolcissima e piena di affetto. Ma chi siamo noi per poter dire che in questi casi la salute psico-fisica della donna non è in pericolo e che DEVE portare avanti la gravidanza?
E soprattutto, perchè dovremmo rinunciare alle diagnosi prenatali e ai servizi di controllo sulle malattie geneticamente trasmissibili? Per far fare alla 'natura' quel decorso che gli stessi individui impediscono a chi vive solo attaccato e nutrito dalla tecnologia? Ma vi rendete conto?

marcolinx ha detto...

@ inyqua:
Potremmo andare avanti all'infinito. Cavalchiamo due onde diverse, non puoi convincermi di quello che pensi.
Io critico te, perchè proponi la tua visinone in modo saccente e presuntuoso e non ho intenzione di pronunciarmi sui contenuti che pur non condivido....perchè in quel post quello che appare forte ai miei occhi non è cosa dici, ma "come" lo dici.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo totalmente con inyqua.
Ho passato la vita a contatto strettissimo con la disabilità. Quando si parla della gioia e del dolore legate ad essa credo di sapere molto bene di che si parla, per la mia esperienza diretta e per il fatto di essermi confrontato con molte altre persone come me, da sempre.
Cio' non toglie che io sia completamente d'accordo con inyqua (e con Chiara, e con Giuseppe, e con tutti coloro i quali combattono certe battaglie).
Mi piacerebbe che si lasciassero perdere i discorsi sugli angioletti, sull'eugenetica, sugli "omicidi": non c'entrano nulla, e molte volte sono solo tremendamente e cinicamente strumentali.
Non c'entra l'eugenetica, non c'entrano le persone con sindrome di down, secondo me non c'entra nemmeno la religione in senso stretto: la cosa veramente in gioco è una concezione ben precisa dell'individuo, della sua autonomia, della sua lotta al dolore, della sua dignità.

Anonimo ha detto...

marco: io non VOGLIO convincerti. A te da fastidio 'il modo' con cui esprimo certi concetti forse solo perchè capisci che ANCHE la mia visione è profondamente sentita e vissuta. La differenza fra te e me è che io non ti costringerei MAI ad avere la mia visione...E tu invece pretendi che la tua sia una verità indiscussa. Non so quanti anni hai: mi auguro che sia l'età a darti questa intransigenza. Al contrario spero che non sia la sofferenza a non averti insegnato come rapportarti con gli altri.

Anonimo ha detto...

inyqua a parte il nome da "pazza down" mi piaci..vuoi sposarmi??..per i figli cè la giochiamo a tavolino!

Anonimo ha detto...

Inyqua prendila come un complimento per loro essere inteligente significa essere arroganti e presuntuosi.E vale anche al contrario

Anonimo ha detto...

Evitiamo di far della demagogia in puro stile Buttiglione o altri discorsi ipocriti tipo “disabile è bello”, (quasi?) nessuno vorrebbe mai un figlio Down perchè la normalità nell’esistenza dello stesso è un concetto _inesistente_ e mal si coniuga con psicofarmaci per il controllo (da parte di terzi, s’intende) e strutture protette che allievino le fatiche della famiglia. Questo lo dico per esperienza personale, ho fatto volontariato per 3 anni in un ex manicomio ed ho tutt’ora amiche e amici che lavorano in istituti pubblici e privati, inoltre conosco molto bene la situazione di una coppia che ha la _sfortuna_ d’aver adottato una disabile psichica totalmente ingestibile.

Se oggi sei tu od un politico dell’UDC a pontificare sul diritto alla vita dell’imperfetto, domani sarà la sua famiglia a dover far fronte ad ogni carenza che questo diversamente abile porterà nella loro vita, sia che si tratti d’impegno economico o assistenziale. Per questo è del tutto inutile gridare all’aiuto di Stato perchè questi non ti fornisce i mezzi per fronteggiare crisi organiche ed emarginazione sociale. Mai.

Nicola

Anonimo ha detto...

Penso che in molti casi l'intransigenza di alcuni nasce dal desiderio irrefrenabile di soddisfare, a qualunque costo, un ideale metafisico.

restodelmondo ha detto...

Un applauso a Inyqua.

Mi lascia sempre di sale come questi fan degli "angioletti" non abbiano mai dovuto pulir la (pardon) merda dalla padella di un malato, ecco.

(E poi: ehi! gli Angeli sarebbero i Messaggeri di D*o, che son questi vezzeggiativi?)

Io non ho troppi problemi a dire che se i miei genitori avessero potuto scegliere tra me e un'altra figlia senza la mia cartella clinica (10kg al netto delle tac) e avessero scelto "lei" non avrei dato loro torto. Chiamalo stupido istinto di protezione verso chi si ama. E io ho avuto tutte malattie se non curabili piuttosto trattabili, e amo e mi godo e ringrazio il buon D*o per la vita più della stragrande maggioranza delle persone che conosco (temo anche più di questi sadici su partner non consenziente).

marcolinx ha detto...

Inyqua.
Non sono daccordo su tre cose:
- l'età non conta nulla, così come non conta aver visto una cosa mille o una sola volta; ognuno può farsi la sua opinione e presentarla agli altri in termini pacati e rispettosi. I miei lo erano e lo sono (tranne forse la prima riga che ho scritto nel primo post, che serviva ad attrarre la tua completa attenzione e spingerti a riflettere) ed anche che quelli di Paolo lo erano.
- come ho detto prima non stò guardando minimamente il contenuto, solo la forma delle tue frasi e il tono. Ho risptto della tua visione e tu devi averne per la mia e per quella di Paolo.
- su cosa starei cercando di convincerti? Quale verità indiscutibile ti stò mostrando? Io ti ho solo detto cosa traspare ai miei occhi dalle tue parole, niente di più. Una critica costruttiva. E questo è il mio (credo giusto dati i risultati) modo per rapportarmi con gli altri.
Saluti
Marco

Anonimo ha detto...

marco:
- l'età conta moltissimo. Pensare di essere 'pacato e rispettoso' dicendo ad una persona che ha 'spocchia altezzosa e saccenza' è indice di una dissociazione tra la realtà e la percezione della realtà, tipica di chi è molto immaturo.
- ripeto: io ho il rispetto di ogni visione che non mi obblighi a delle scelte che non voglio fare, in tutti i campi. Una visione che obbliga ad un'unica possibilità per me resta pe-ri-co-lo-sa.
- critica costruttiva? guarda, ti quoto: 'piangerei se avessi lacrime per farlo'.

Anonimo ha detto...

@ Marco.
Mi spiace veramente sapere che vorresti piangere ma sei rimasto senza lacrime,posso darti un suggerimento?
Prova a sfregarti gli occhi con le cipolle di Tropea.

Anonimo ha detto...

Inyqua, tu hai un solo torto, secondo me. Ed è il voler insistere, pazientemente , a discutere con persone che chiaramente non ne hanno nessuna vera intenzione:).