Ricevo dal nostro affezionato lettore Epicuro, appassionato di storia, e molto volentieri posto.
Da ultimo ci è tornato sopra Giuliano Ferrara, con il garbo squisito che lo contraddistingue: a suo parere, le cliniche dove si praticano aborti legali dovrebbero esporre la scritta “Abort macht frei” in assonanza con l’insegna “Arbeit macht frei” (“il lavoro rende liberi”) che campeggiava sui cancelli di Auschwitz. A parte l’ironia che si potrebbe fare sul tedesco maccheronico del direttore del “Foglio” (la parola “Abort” nella lingua di Goethe significa latrina, aborto si dice “Abtreibung”), è un esempio fra tanti dell’associazione tra aborto legale e nazismo che viene ripetuta sistematicamente dalla propaganda clericale e ateo-devota. Ecco come ha esposto questo argomento Antonio Socci, in un’intervista al “Corriere della Sera” (13 febbraio 2008):
La legalizzazione dell’aborto è un portato del pensiero totalitario. Il primo Paese a riconoscere quel diritto fu l’Unione Sovietica due anni dopo la rivoluzione d’Ottobre. Seguì la Germania nazista. Poi i Paesi comunisti. Solo negli anni ’70 si arrivò alle democrazie liberali.La realtà storica è molto diversa, soprattutto per quanto riguarda il Terzo Reich. Al contrario di quanto sostiene Socci, non appena arrivato al potere Hitler inasprì le pene per il reato di aborto procurato, che erano state attenuate nel periodo della Repubblica di Weimar. Nel 1936 venne creato dal capo delle SS, Heinrich Himmler, un dipartimento speciale per la lotta contro l’omosessualità e l’aborto (notare l’accostamento) e nel 1943 si arrivò addirittura a introdurre la pena di morte per chi avesse praticato degli aborti. Lo stesso era avvenuto già prima nella Francia collaborazionista di Vichy, dove il 30 luglio 1943 fu ghigliottinata la levatrice Marie-Louise Giroud, accusata di aver fatto abortire 26 donne.
Bisogna aggiungere che l’aborto, severamente vietato alle donne ariane in buona salute, fu invece consentito, incentivato e molto spesso imposto dalle autorità naziste nei riguardi di quelle ritenute inferiori dal punto di vista razziale, perché disabili o appartenenti a popoli da eliminare o ridurre in schiavitù (ebrei, zingari, slavi). Resta però evidente che si trattava di una politica coercitiva e ispirata a criteri razziali, che non teneva minimamente conto della volontà delle donne. Un’impostazione esattamente all’opposto di quella delle leggi favorevoli all’autodeterminazione femminile in materia d’interruzione della gravidanza, contro cui si scagliano giorno e notte gli antiabortisti nostrani ed esteri.
C’è poi una postilla da aggiungere a proposito del comunismo. È vero, come scrive Socci, che nella Russia sovietica l’aborto venne liberalizzato nel 1920. Ma il polemista cattolico si dimentica di aggiungere che tornò ad essere considerato un crimine nel 1936, agli esordi del Grande Terrore, e rimase tale fino al 1955, due anni dopo la morte di Stalin. Va ricordato inoltre che il più brutale regime del blocco sovietico, quello di Nicolae Ceausescu in Romania, rimise fuorilegge l’aborto nel 1966, con ricadute devastanti per la salute delle donne, così come si può constatare vedendo il film “Quattro mesi, tre settimane e due giorni” del giovane regista romeno Cristian Mungiu, vincitore della Palma d’Oro al festival di Cannes.
Insomma, il rapporto che Socci e Ferrara vorrebbero istituire tra aborto legale e totalitarismo (tenendo conto anche della politica fieramente antiabortista del fascismo italiano) non è che l’ennesima mistificazione di una campagna senza pudore, che dice parecchio sulla condizione deprimente del dibattito pubblico in Italia.
24 commenti:
Innanzitutto, grazie per queste preziose notizie storiche fornite da Epicuro.
In calce ad esse, domando: possibile che tali verità storiche siano liberamente interpretabili e manipolabili a proprio piacimento? Possibile che qualsiasi persona che abbia una sia pur minima onestà intellettuale non sappia fare marcia indietro e correggersi di fronte a tali evidenti fraintendimenti? E ancora: possibile che il proprio credo devasti ogni capacità di discernimento e ottunda completamente le menti? O forse: che faccian tutto questo di proposito, i gran guitti baciapile? Ossia: pur sapendo, nel loro intimo, di esser nel torto, portano avanti la loro bandiera del proprio tornaconto, proprio a discapito della verità pura e semplice del buon senso per riaffermare, mai domi, il regno delle tenebre. Oh, se solo un'onda anomala potesse sorprenderli e sciacquargli facce e cervelli, a queste brutte teste di cazzo!
"Resta però evidente che si trattava di una politica coercitiva e ispirata a criteri razziali, che non teneva minimamente conto della volontà delle donne." Beh, al giorno d'oggi si tiene conto della volontà degli uomini nella legge sull'aborto?
Questo per dire che se non si tiene conto della volontà di alcuni,la legge è ingiusta. E se il padre può essere escluso per legge la legge (scusate il gioco di parole) non mi sembra molto giusta..
@anonimo preoccupato
L'opinione degli uomini legislativamente parlando deve essere irrilevante.
Non si puo' costringere una donna a partorire.
Che il fecondatore sia d'accordo o meno.
Inserire nella legislazione vigente la possibilita' per gli uomini di intervenire su queste decisioni con mezzi che non siano la semplice persuasione a livello personale lederebbe il diritto all'autodeterminazione della donna.
Sarebbe dunque una politica coercitiva.
Quando anche gli uomini partoriranno,potranno avere voce in capitolo.
Fino a quel momento,l'unica cosa che ci s'aspetta da loro e' che rispettino le scelte delle donne.
anonimo? sei tu l'anonimo che scrisse sui due omosessuali iraniani? prova a tenere qualcosa dentro per +- nove mesi e meriterai il diritto di decidere. oppure, se sei uomo e ti senti vittima esclusa, parla con giulianone che definisce l'aborto un 'figlio' della cultura maschilista quindi, lui che ne e' contro, e' un vero femminista...mmmhhhhh...zitti tutti parla agnese...o almeno dovrebbe.
"Che il fecondatore sia d'accordo o meno.
Inserire nella legislazione vigente la possibilita' per gli uomini di intervenire su queste decisioni con mezzi che non siano la semplice persuasione a livello personale"
Ma davvero si può abortire per semplice scelta?
Beh, come dice Chiara Lalli:"La legge 194 è un discreto compromesso (vista l’aria che tira dovremmo definirlo miracoloso e ineguagliabile). La legge contiene però alcune ambiguità e qualche ipocrisia. Tra le ragioni previste per abortire NON COMPARE, ecco l’ipocrisia, la libertà di scelta della donna".
Quindi tra le ragioni per abortire non c'è la semplice libertà di scelta.
Inoltre nessuno vieta alla donna il rifiuto di maternità:ma dove c'è un padre che lo vuole,e vuole assumersi ogni onere verso il figlio,egli deve poter essere tutelato.
X Niki&Jean: no non sono io l'anonimo a cui ti riferisci...mi chiamo Fabrizio
"prova a tenere qualcosa dentro per +- nove mesi e meriterai il diritto di decidere. "
Non credo sia questo il punto:
Quando qualcuno rimane incinta e pensa: "Oh no, sono incinta, la mia vita sarà rovinata" penso che la frase non significhi "oh no, sono incinta e SOLAMENTE LA GRAVIDANZA IN SE' mi rovinerà" ma più che altro voglia dire "Oh no, sono incinta,avrò la palla al piede di un figlio,dovrò crescerlo,non avrò più tempo per i miei interessi,per fare nulla,sarò incollata a casa e non potrò più dedicarmi alle attività che mi piacciono e che mi permettono di realizzarmi".
Anonimo : "Quando qualcuno rimane incinta e pensa: "Oh no, sono incinta, la mia vita sarà rovinata" penso che la frase .... più che altro voglia dire "Oh no, sono incinta,avrò la palla al piede di un figlio,dovrò crescerlo,non avrò più tempo per i miei interessi,per fare nulla,sarò incollata a casa e non potrò più dedicarmi alle attività che mi piacciono e che mi permettono di realizzarmi".
Hai ragione anonimo. Queste stronze, vogliono addirittura realizzarsi nella vita. Ma non lo sanno queste mignottelle che realizzarsi è roba da uomini e che la loro unica realizzazione è fare figli, volenti o nolenti? D'altra parte, come diceva il dolce e illuminato papa polacco, la donna "solo vergine e madre".
ma più che altro voglia dire "Oh no, sono incinta,avrò la palla al piede di un figlio,dovrò crescerlo,non avrò più tempo per i miei interessi,per fare nulla,sarò incollata a casa e non potrò più dedicarmi alle attività che mi piacciono e che mi permettono di realizzarmi".
Eccerto: invece i maschi che si lamentano di non avere voce in capitolo nella decisione, notoriamente sono tutti prontissimi ad accollarsi tutti gli obblighi e le limitazioni di cui sopra.
Infatti in Italia c'è strapieno di padri che per occuparsi dei figli rinunciano alla carriera, chiedono il part time, accettano il rischio di starsene qualche mese o qualche anno a casa senza stipendio, o eventualmente di cambiare lavoro in seguito, e mettono da parte i propri interessi personali.
Ma come sarebbe a dire, si è mai sentito? Quella è roba da donne.
Lisa
Lalli, spero non le discpiaccia ma ho linkato questo post su qualche forum.
Ottimo post, a partire dalla messa in evidenza della cialtroneria storica e linguistica degli isterici ferrariani.
Il mio consiglio è di insistere, per informare correttamente, fare cultura, contrastare il neo-clericalismo imperante.
Federico
Infatti in Italia c'è strapieno di padri che per occuparsi dei figli rinunciano alla carriera, chiedono il part time, accettano il rischio di starsene qualche mese o qualche anno a casa senza stipendio, o eventualmente di cambiare lavoro in seguito, e mettono da parte i propri interessi personali.
Ma come sarebbe a dire, si è mai sentito? Quella è roba da donne.
"
Beh io sono disposto a farlo.E conosco anche varie persone che sono disposte eccome. E tra l'altro ci sono stati anche casi di cronaca.
Per esempio basta guardare il titolo del Corriere della Sera intitolato "Sentenza a Monza:tutela piena alla scelta della madre, in secondo piano il diritto alla paternità «Aborto, decide la donna. Il no del marito non conta»
Lei rinuncia alla gravidanza, lui contesta. Il giudice: decide la
donna
(dal Corriere della sera", 31 gennaio 2006)
X Engine:
hai detto che:
"Inserire nella legislazione vigente la possibilita' per gli uomini di intervenire su queste decisioni con mezzi che non siano la semplice persuasione a livello personale lederebbe il diritto all'autodeterminazione della donna.
"
Però al giorno non solamente il padre non ha poteri a livelli legislativi ma è possibile anche togliergli la parola nel luogo dove si decide il da farsi (cioè il consultorio)
L'articolo 5 della 194 parla chiaro:il padre può esprimere la propria parola nel consultorio ove la donna lo consente.
In parole povere è possibile togliergli anche la parola!
Mi domando: Ferrara che dà delle assassine (reali o potenziali) a tutte le donne in età fertile, cosa ne pensa di quelle che magari non abortiscono ma ammazzano direttamente i figli già nati, tipo la santa Franzoni?
Juliette:" Ferrara che dà delle assassine (reali o potenziali) a tutte le donne in età fertile(...), Ma Ferrara non dice assassine a nessuno.Dice che è omicidio.Che poi tra l'altro è la stessa cosa che dice anche Natalia Ginzburg.
Ok, l'aborto è omicidio. Però a chi assassina persone già nate (che soffrono davvero) quante coccole si fanno... Prendi santa Annamaria Franzoni: lei è certo contro l'aborto. Però ha massacrato suo figlio. Ma è una santa donna, una vera icona della bontà materna.
Dico che Ferrara - che tra l'altro è uomo e di figli non ne ha (ma le questioni inerenti il corpo femminile sono esclusivo appannaggio degli uomini: guai se una donna rivendica il diritto a voler gestire il proprio corpo) - potrebbe un attimino aprire gli occhi. Magari andare a casa di Santa Franzoni e chiederle come si sente, lei che non ha abortito ma ha spaccato il cranio ad un bambino. O chiederlo a Rosa Bazzi.
O meglio che tutto, proporre alle donne che vogliono abortire, anziché blitz dei carabinieri in ospedale, di prendersi lui cura dei figli non voluti. Dopotutto ha anche le possibilità economiche per farlo.
Mi accodo allo stupore per le scemenze scritte da Ferrara e Socci e le loro ormai continue pessime figure. Mi consolo con due ovvietà, ovvero che questa gente:
(i) Al tempo di internet non ha vita facile, le menzogne vengono sbugiardate in un nanosecondo.
(ii) È talmente cialtrona da non premurarsi nemmeno di controllare se le informazioni che sta per pubblicare siano già palesemente contraddette (e a volte basta un giro su wikipedia).
"Beh io sono disposto a farlo.E conosco anche varie persone che sono disposte eccome. E tra l'altro ci sono stati anche casi di cronaca.
Lei rinuncia alla gravidanza, lui contesta. Il giudice: decide la
donna"
Embè, mi pare il minimo. Tu, dovendo proprio scegliere fra i due, troveresti più giusto che decidesse l'uomo?
Forse non è chiaro il senso stesso dell'esistenza delle leggi, allora: le leggi non servono mica a cantarsela e suonarsela fra di noi su quanto siamo stati bravi a metterci d'accordo da soli. Servono a stabilire cosa fare in quei casi in cui gli interessati, a mettersi d'accordo da soli, non ci riescono.
Mi pare evidente che la soluzione migliore sarebbe quella di ragionare insieme e mettersi d'accordo, ma nel momento in cui non ci si riesce che si fa? Se i due fossero riusciti a trovare un accordo da soli, non ci sarebbero mai arrivati, dal giudice. Se ci sono arrivati, di cosa ti stupisci, sulla sentenza?
Il giudice doveva dire che, tra una persona che sta portando avanti fisicamente una e una che NON lo sta facendo, è la seconda ad avere più diritto di decidere?
Guarda che se ad essere incinta e a partorire è solo la donna, non ci si può fare nulla... non è mica colpa di un'arbitraria decisione umana, è un fatto biologico e basta!
Lisa
X Lisa:hai citato a metà il titolo del corriere : "Lei rinuncia alla gravidanza, lui contesta. Il giudice: decide la
donna"
Ma il titolo completo è questo: "Sentenza a Monza:tutela piena alla scelta della madre, in secondo piano il diritto alla paternità «Aborto, decide la donna. Il no del marito non conta»
Lei rinuncia alla gravidanza, lui contesta. Il giudice: decide la
donna "
Guarda però che non si sta costringendo nessuno ad assumersi le responsabilità di niente.
La decisione del giudice è ovvia perchè la 194 esclude x legge il padre. Il giudice emette la sentenza in base alla legge,questo è ovvio.Non può essere mica usato però come esempio del fatto che sia giusta la legge, giacchè la applica semplicemente
Io contesto questo:
perchè il padre può essere escluso x legge (addirittura si può togliere persino la parola al padre, escludendolo dal dialogo nel consultorio,necessario sul da farsi). Ma quello alla parola non era uno dei diritti fondamentali?
...donna = forno di cottura (Aristotele o Socrate non ricordo). nel leggere alcuni commenti mi viene in mente questo ed il potere che dimostra, una volta in piu', la sua stupidita'.
Domanda retorica: nelle questioni di "salute riproduttiva" (gravidanza, contraccezione, parto, aborto, financo l'allattamento al seno o l'accudimento del neonato) gli unici soggetti abilitati a discutere, a dettare ordini e comandi, a scegliere e suggerire "quel che è meglio" sono... gli uomini. Ovvero quelli che non rimangono gravidi, non partoriscono né allattano. Né devono bombardarsi di ormoni per la PMA, in arte "Procreazone Moralmente (ooops volevo dire Medicalmente) Assistita".
Il corpo femminile - e la sua capacità riproduttiva, diventa cosa in toto dell'uomo. In questa farsesca "battaglia contro l'aborto" la voce grossa è solo quella di Ferrara. Una voce femminile non è prevista né gradita. La donna, quella che si sobbarca la gravidanza - per dirla brutalmente - non è interpellata né particolarmente tenuta in considerazione dal corpulento giornalista. Anzi, alla donna non si chiede nemmeno il suo parere.
La salute riproduttiva della donna è nelle mani dell'uomo. Prima che Ferrara si facesse venire l'uzzolo di lottare per l'embrione (una volta nato, però, chi se ne frega), a trattare la questione erano poi soprattutto ecclesiastici: uomini attempati e almeno teoricamente privi di alcuna conoscenza in tema di sesso e procreazione...! Eppure quanto avevano da dire: dal divieto della contraccezione ai rapporti sessuali (che cosa va bene e che cosa no in camera da letto) fino allo scetticismo mai represso per il parto indolore (antiscritturale) ed al divieto della PMA (offesa alla dignità dell'uomo, altro che i roghi di streghe)....
Se una donna vuol dire la sua, è tacitata: sono questioni serie, queste, tu non puoi capirle...
Vergogna!
Però Ferrara ha pienamente ragione: "Latrina rende liberi", parole sante.
Comunque il primo paese a legalizzare l'aborto, a quanto mi ricordi, è stata l'Islanda.
Tanto, come i fatti di Rapallo dimostrano (a proposito: l'obiettore-ma-non-troppo suicida ha ottenuto funerali cattolici quelli che a Welby sono stati negati...) anche se la 194 dovesse venir abrogata, per le signore-bene ci sarà sempre l'obiettore di fiducia che, dietro pagamento, provvederà a liberarle del "problema". E per le altre, c'è sempre la macelleria clandestina, la mammana, il ferro da calza, il prezzemolo bollito ed altri simpatici ritrovati.
Con l'avallo di Santa Madre Chiesa.
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