lunedì 10 marzo 2008

Aborto? No grazie, meglio la contraccezione orale

Manca solo un “sarebbe” dopo la virgola per essere perfetto. “Sarebbe” perché solo un quarto delle donne italiane in età fertile prende la pillola anticoncezionale e la contraccezione d’emergenza è difficile da trovare quanto un quadrifoglio. C’è ancora molta strada da percorrere insomma per poter rispondere: “meglio la contraccezione orale” (e non orale).
Una mossa in questa direzione viene dalla Commissione Salute della Donna: anticoncezionali gratuiti (anche per quelli con dosaggio di estrogeni inferiore ai 20 microgrammi) e facilitazione nel trovare la cosiddetta pillola del giorno dopo (codice verde al pronto soccorso).
Il solo nominare la contraccezione ha scatenato gli animi pudichi della nostra italietta e di quanti strepitano nel condannare gli aborti ma strepitano ugualmente davanti al solo rimedio serio (e non illiberale) per ridurne il numero: l’educazione sessuale e la contraccezione. Come si faccia ad essere contro l’aborto e al contempo contro la prevenzione di una gravidanza (e dunque la prevenzione di un possibile aborto) è difficile capire. Anzi impossibile.

Continua.

33 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto con i miei occhi come la pillola del giorno dopo viene somministrata in un altro paese europeo: gratuitamente, in 3 minuti, direttamente dal medico delle strutture sanitarie di base.
In Italia sembra fantascienza.

Anonimo ha detto...

I più recenti dati ONU sulla contraccezione mostrano come benché in Italia i metodi contraccettivi definiti moderni siano usati dal 38,9% delle donne contro l’81% delle donne inglesi (UN; World Contraceptive Use 2005), i tassi di abortività sono risultati negli anni esaminati il 9,7 e il 17 ogni mille donne in età fertile, rispettivamente in Italia e Inghilterra.
Per non parlare della Francia: secondo un’indagine INED, l’Istituto Nazionale Francese di Studi Demografici, le donne che non desiderano una gravidanza e che usano un metodo contraccettivo sono l’82% nel 2000. Come conseguenza le gravidanze non desiderate sono in effetti diminuite, scendendo dal 46 al 33%, ma l’aborto è rimasto costante (oltre 210.000 aborti nel 2004). Questo è avvenuto perché è aumentata la proporzione delle gravidanze indesiderate che esitano nell’aborto, cresciuta dal 41 al 62%.

Anonimo ha detto...

@ annarosa: i dati che riporti sono decisamente incompleti....perchè non riportare i dati relativi al 78, ad esempio? O i dati su scala mondiale, magari comparando i paesi dove non ci sono nè contraccezione nè educazione sessuale con i paesi in cui ci sono? O magari, che so, i dati relativi all'Italia ma senza includere le cittadine extracomunitarie?
Ma anche ammesso e (decisamente) non concesso: e quindi? Preferiresti proibire la contraccezione?

Anonimo ha detto...

x fabio

Perchè IO dovrei riportare dati "completi" quando qui si fanno affermazioni senza citarne neanche uno? Aspetto che TU mi dia dei dati che mi contraddicano e poi ne riparliamo...

Anonimo ha detto...

Annarosa, potrei seppellire questo blog di dati che provano in modo incontrovertibile che l'aborto clandestino è praticamente scomparso e che le IVG sono quasi dimezzate da quando in Italia ci sono contraccezione e 194. Ancora di piu', ci sono dati incontrovertibili sulla spaventosa situazione di molti paesi del terzo mondo in cui sono assenti la cultura della maternità responsabile e i contraccettivi non sono diffusi. Ma il punto non è questo.
Mi interessa sapere solo un dato: sei a favore o no del libero accesso alla contraccezione e all'educazione sessuale ai giovani? Non te lo chiedo per polemica, ma per capire in che modo chi non la pensa come me in materia tiene in piedi opinioni che a me sembrano assolutamente inconciliabili.

Anonimo ha detto...

Favorevolissima all'educazione sessuale dei giovani intesa come conoscenza di fatti anatomico-funzionali e del valore della sessualità. Non considero la contraccezione un fatto positivo e quindi non sono favorevole a una sua "promozione".

Anonimo ha detto...

Credo alla buona fede di Annarosa anche se mi piacerebbe che citasse le fonti precise (quali recenti dati ONU, per esempio) così potrei leggere con i miei occhi e, nel caso, citare a mia volta questi dati - che potrebbero essere interessanti - ad altri interlocutori. Ma a parte questo, non capisco: cosa vuoi dire? Intendi, come dice fabio, che la contraccezione non è un buon metodo per prevenire gli abroti? Poco importa: la contraccezione non esiste per questo motivo, è un diritto dell'individuo, non trae la sua validità dalla prevenzione dell'aborto. Con le statistiche, quindi, possiamo farci i coriandoli per carnevale perchè non stiamo facendo ingegneria o scienza ma etica: ci fosse anche un tasso di aborti del 99,9% questo non intaccherebbe minimamente il diritto alla contraccezione.

Anonimo ha detto...

Annarosa, grazie della risposta. Provo a continuare la mia "intervista":
-quali sono le ragioni per cui non consideri la contraccezione un fatto positivo?
-sei favorevole alla libertà di accesso (in modo particolare per i giovani) alle tecniche anticoncezionali? In pratica, alla loro legalizzazione e liberalizzazione?
-in ogni caso dici di non essere favorevole alla loro "promozione": non credi pero' che ciò leda il diritto di usufruirne a chi invece consideri positiva la contraccezione? Tradotto: chi vuole le usa, chi non vuole no.
ciao

Joe Silver ha detto...

Non considero la contraccezione un fatto positivo e quindi non sono favorevole a una sua "promozione".


E ci voleva tanto.

Direi che questa affermazione rende completamente infruttuosa e inutile ogni discussione su questi argomenti.

Unknown ha detto...

Annarosa, i dati che riporti non sono pertinenti in quanto i campioni sono totalmente disomogenei: cambia addirittura la nazione.

Una analisi sul rapporto contraccettivi/IVG si potrebbe fare valutando quanto cambi la frequenza delle seconde a seguito di una campagna informativa e un più semplice accesso alle prime; il resto sono false correlazioni, un uso distorto della statistica trascurando altri fattori.

Il fatto è invece che più un Paese si sviluppa più la maternità diventa un fatto pianificato dai soggetti, per molteplici ragioni; tende quindi ad aumentare sensibilmente il ricorso ai metodi anticoncezionali, ma anche in proporzione alle gravidanze totali il ricorso all'aborto.

Ma il punto ovvio è che a pari propensione a pianificare, minore è l'uso degli anticoncezionali e maggiore è il numero delle gravidanze - e più ancora quelle non volute - e dunque inevitabilmente il totale degli aborti.


Mi resta però una curiosità verso le tue posizioni: se la contraccezione è sbagliata e l'aborto un crimine, considerando che il pianeta è sovrappopolato, resta solo la castità... è questo che invochi?

Beh, in effetti ci sarebbero pur sempre le forme sessuali "atipiche"... ma dubito che il tuo intervento fosse in questa direzione.

Anonimo ha detto...

Che palle..il sesso, la contraccezione, l'aborto,....quante menate....

Anonimo ha detto...

Se ho inteso bene il senso di quanto sostiene Annarosa, non credo avremmo crisi demografiche per eccesso. Seguite il ragionamento (attenzione, il paradigma richiede che tutti si comportino come descritto):
ipotizziamo che si faccia sesso sempre senza alcun tipo di precauzione, per non "pregiudicare" a un nuovo individuo la possibilità di nascere, e che ci si affidi alla sola astinenza per evitare le gravidanze indesiderate.
Bene. Da una parte avremmo un costante incremento delle natalità (perché lo spirito è forte, sì, ma la carne è debole) e dall'altra, a compensare, avremmo strade come tripperie a cielo aperto, perché in una massa di repressi sarebbero decisamente molti a scannarsi per un nonnulla.
Quindi il problema sovappopolazione non si porrebbe.

Anonimo ha detto...

Io ho citato dei dati -disomogenei, forse - ma per confutare la tesi del post: più contraccezione = meno aborti. E' un'affermazione ideologica non sostenuta da nessun dato. Ed è pure falsa.

Nei paesi poco sviluppati, poi, parlare di contraccezione è un assurdo sia per motivi culturali che socio-sanitari. Per non parlare del fatto che i paesi poveri di solito sono quelli con minor densità demografica: se invece di pensare a distribuire pillole, condom, spirali ecc. si combattesse la dissenteria, la carenza di acqua potabile e l'ignoranza non ci sarebbero i disastri che ci sono.

Anonimo ha detto...

Annarosa, hai ovviamente tutto il diritto di non rispondere alle mie domande, ma ciò lascia la sensazione che di fatto tu le eluda.
Comnque visto che ti piace citare l'ONU, leggo (senza nemmeno dover stare troppo a cercare su internet) di "uno studio realizzato (nel 2007) da un gruppo di scienziati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Guttmacher Institute di New York, pubblicato dalla rivista di medicina Lancet", e leggo tra le conclusioni che "secondo Sharon Camp, direttore generale del Guttmacher Institute, i dati suggeriscono inoltre che il miglior modo per ridurre i tassi di abortività non risiede nel rendere illegale le IVG, ma nell’incrementare le pratiche di contraccezione e l’informazione in questo ambito". Leggo che "In Europa Orientale, dove la contraccezione è aumentata moltissimo dopo il crollo del comunismo, i tassi di abortività sono diminuti del 50%". Leggo anche che "in Uganda, ad esempio, dove l’aborto è illegale e i programmi di educazione sessuale prevedono unicamente l’astinenza, i tassi di abortività stimati nell’anno 2003 sono di 54 ogni mille donne, vale a dire più del doppio degli USA, dove nello stesso anno i numeri si assestano su 21 aborti ogni 1000 gravidanze. I tassi più bassi – 12 ogni 1000 gravidanze – sono registrati in Europa Occidentale, dove l’aborto è legale e la contraccezione ampiamente diffusa". E così via.
Mi sembra che questi dati confermino la tesi del post di Chiara, per altro lampante anche dal punto di vista del semplice buonsenso.
E con l'Uganda mi ricollego ad una tua affermazione secondo cui "nei paesi poco sviluppati parlare di contraccezione è un assurdo sia per motivi culturali che socio-sanitari". Direi che nei paesi poco sviluppati NON parlare di contraccezione sia un assurdo sia per motivi culturali che socio-sanitari. Ma forse è piu' di un assurdo: è un crimine. In Africa, uomini donne e bambini muoiono come mosche per AIds e povertà e le donne, che passano la vita a sfornar figli come bestie d'allevamento (5,8 figli per donna, contro l'1,9 del mondo occidentale), sono lontanissime da qualsiasi accettabile standard di emancipazione.
Perchè prima di ogni altra cosa la pillola è questo: uno dei principali strumenti che hanno consentito la liberazione della donna, rendendo quindi la società - tutta-molto piu' civile di prima. Non mi sembra un dato molto opinabile.

http://www.radioradicale.it/lorganizzazione-mondiale-della-sanita-vietare-laborto-non-serve-aumentano-solo-i-rischi-per-le-donne

Anonimo ha detto...

Fabio

Non mi sembra di non aver risposto: la contraccezione non è un sistema per ridurre l'aborto perchè deresponsabilizza sul fatto che una gravidanza può comunque "capitare" e non protegge al 100% neanche dalle malattie (in questo caso parlo del condom).

Non mi risulta di aver detto che non nessuno la deve usare: chi vuole la usi, per carità! Ma questo non risolverà nè il problema dell'Aids, nè quello dell'aborto. E pensare che diffonderla migliorerà queste cose è sbagliato. E non solo perchè lo dice la morale cattolica ma soprattutto perchè lo dicono i fatti.
Nella tua statistica aggiungi che in Europa i tassi più bassi sono in Irlanda (5.2/1000 donne nel 2006) dove l'aborto è illegale.

http://www.zenit.org/article-11718?l=italian

Anonimo ha detto...

Annarosa, il dato sull'Irlanda (che come dice lo studio di Lancet di per sè significherebbe ben poco) comprende gli aborti clandestini? Non direi, dato che statistiche così precise possono essere inerenti solo ad aborti legali. Piu' probabilmente il dato comprende solo tutte le donne tristemente costrette ad andare in Inghilterra, o in Olanda ad abortire (bella roba, eh? molto civile). E poi: ci sono dati sulle persone nate senza esser desiderate, magari abbandonate o cresciute in orfanatrofi? Perchè in tutto questo non dobbiamo dimenticare che l'aborto è un dramma, ma mettere al mondo un figlio indesiderato lo è di piu'.
L'idea che la contraccezione "deresponsabilizzi" mi sembra un clamoroso capovolgimento della realtà. Direi che la cosa piu' irresponsabile che si puo' fare con un ragazzo (o un figlio) sia quella di non impartirgli una corretta educazione sessuale e di non informarlo sulla contraccezione. Irresponsabile è chi nel 2000 ha un rapporto con le conoscenze mediche e sanitarie come nell'800.
Inoltre l'idea che il preservativo non sia un argine contro l'AIDS è a dir poco surreale. La realtà è evidentemente un altra, basta vedere l'evoluzione dell'epidemia nei paesi dove la profilassi è stata adeguatamente promossa. Se poi il motivo è il fatto che non protegge al 100%, bè, allora proibirei anche gli antibiotici....

Anonimo ha detto...

Fabio

Nei dati che citi tu gli aborti clandestini erano conteggiati? Non credo...
Quanto ai bambini nati non desiderati e abbandonati potremmo proporne l'eliminazione post-nascita?
Ho mai detto che non bisogna impartire una corretta educazione sessuale ai figli?
Pensi che in Africa non si usi il preservativo perchè danno tutti retta al prete o perchè, come si sente spesso raccontare da chi è sul campo (vedi p. Kizito dalla Bignardi) la mentalità africana è lontana mille miglia da quella occidentale?

Anonimo ha detto...

Annarosa, tirare nella discussione l'Irlanda, è un pessimo esempio. Parlo per esperienza personale: i traghetti che giornalmente portano donne in Gran Bretagna ad abortire sono una triste e diffusa realtà. Invece i contributi economici per portare avanti la gravidanza (tanto cari a Giuliano Ferrara) hanno solo creato una generazione vastissima di ragazzini disagiati e pericolosamente violenti. Mentre le donne appartenenti al ceto sociale medio o alto utilizzano i contraccettivi e ricorrono, avendone la disponibilità economica, alle cliniche britanniche, le donne dei ceti più disagiati utilizzano i sussidi statali (introdotti con l'idea di sostenere la vita...tra l'altro: ma che vuol dire?) come "reddito alternativo". Una volta nati e finito il periodo coperto dal sussidio, i bambini non sono che un peso inutile e vengono abbandonati a loro stessi mentre la madre si prepara a sfornarne altri per continuare a percepire il suo "reddito". Il risultato: l'Irlanda è sempre più afflitta da bande di ragazzini violentissimi e dediti alle più svariate droghe che esplodono in violenze ingiustificate (conosco diverse persone pestate senza alcun motivo). Persone il cui unico futuro sarà, probabilmente, di ingrossare le fila della criminalità o quelle dei disoccupati a carico dello Stato.

d-K

Giuseppe Regalzi ha detto...

In effetti sembra dimostrato che negli Usa la depenalizzazione dell'aborto abbia causato un importante decremento dei tassi di criminalità.

Anonimo ha detto...

Annarosa, i dati che cito io (dell'OMS) dicono fondamentalmente una cosa: "i tassi di abortività sono pressochè identici nei paesi dove l’aborto è consentito dalla legge e in quelli dove invece è considerato illegale. Dunque, vietare questa pratica influenza scarsamente la scelta delle donne in merito all’interruzione volontaria di gravidanza".

"Quanto ai bambini nati non desiderati e abbandonati potremmo proporne l'eliminazione post-nascita?"
Non capisco che cosa c'entri questa uscita, neanche tanto carina. Siamo a corto di argomenti?

"Pensi che in Africa non si usi il preservativo perchè danno tutti retta al prete o perchè la mentalità africana è lontana mille miglia da quella occidentale?"

fammi capire: la mentalità africana sarebbe è troppo lontana dalla nostra perchè sia possibile introdurre i preservativi. Invece secondo te sarebbe piu' facile promuovere astinenza, castità, monogamia e fedeltà in Africa. Non se ti rendi conto dell'assurdità. Per inciso: il problema in Africa è che i preservativi per lo piu' non si possono usare manco volendo, perchè non si trovano, in alcuni casi sono addirittura del tutto fuori commercio, e questo in gran parte grazie alla criminale politica delle gerarchie ecclesiastiche.

infine, ti devo anche dire che l'articolo di Zenit che mi hai mandato non cita nessuna fonte al di la' di non meglio precisate "nuove statistiche" e "fonti irlandesi". Saranno anche dati veri, ma l'articolo non è molto scientifico...

Anonimo ha detto...

..."Invece secondo te sarebbe piu' facile promuovere astinenza, castità, monogamia e fedeltà in Africa. Non se ti rendi conto dell'assurdità"

ovviamente volevo dire non SO se ti rendi conto ecc ecc.

Anonimo ha detto...

Assurdo lo dici tu...

http://www.senate.gov/~foreign/testimony/2003/GreenTestimony030519.pdf

Anonimo ha detto...

temo che il link non sia completo:
lo riposto "tagliato" in tre parti.

http://www.senate.gov/~foreign/
testimony/2003/
GreenTestimony030519.pdf

Anonimo ha detto...

Annarosa, l'Uganda è un caso isolato, controverso e fortemente stiracchiato in senso ideologico, specie dal bigotto governo statunitense. Ma soprattutto in Uganda c'è stata una forte (e insolita, per l'Africa) promozione degli preservativi. Si chiama programma A B C (astinenza fedeltà condom).

E comunque: da wikipedia, voce "Prevenzione_dell'AIDS"

In Uganda...la prevalenza dell'HIV è diminuita dal 15% al 5% (NB: il tasso è di nuovo aumentato recentemente) Tuttavia, l'approccio ABC è lontano da tutto ciò che l'Uganda ha fatto, poiché l'Uganda ha sperimentato per la prima volta degli approcci utili a ridurre lo stigma sociale della malattia, parlando apertamente dei comportamenti sessuali, senza mettere da parte gli studenti delle scuole colpiti dall'HIV, persuadendo singoli o coppie a fare dei test e a servirsi dei consultori, migliorando lo status delle donne, coinvolgendo le organizzazioni religiose, enlisting i guaritori tribali, e molto altro[6]. Inoltre, occorre notare che non c'è alcuna prova conclusiva che i programmi basati sulla sola astinenza abbiano avuto successo in ogni paese del mondo nel ridurre la trasmissione dell'HIV. Questo è il motivo per cui l'uso del preservativo è caldamente consigliato insieme all'astinenza. C'è una certa confusione derivata dalla sovrapposizione con l'Approccio CNN. Cioè Condom, Needles (aghi), usare solo quelli nuovi (usa e getta),Negoziare, capacità di-; trovare un compromesso per fare del sesso in modo più sicuro con il partner e dare la possibilità alle donne di fare le scelte più convenienti per loro.
Come vedi c'è molto altro oltre all'astinenza.

Ancora da Wikipedia, alla voce "Uganda":

secondo una ricerca pubblicata nel 2002 dal giornale medico The Lancet, le statistiche (sull'efficacia dell' ABC) sarebbero state distorte da un'errata generalizzazione a tutta la popolazione di quanto sarebbe stato misurato in piccole cliniche di città. Secondo la Ong National Guidance end Empowerment Network il tasso di persone affette oggi dall'Hiv in Uganda si aggirerebbe sul 17%, cioè circa quattro volte il tasso ufficiale.

Resterebbe da parlare di un piccolo dettaglio: l'intero continente africano, (ad esempio il Kenia, dove sono stato a lavorare) dove il martellamento religioso sull'astinenza è stato imponente (senza però campagne su condom, aghi, informazione ecc) e dove l'epidemia è devastante. E in molti paesi, ti assicuro, l'idea di famiglia monogamica è lontanissima dal loro mondo.
leggiti anche il link http://www.peacelink.it/conflitti/a/10861.html.

saluti

Anonimo ha detto...

.....a proposito di Uganda, guarda guarda cosa scopro, solo facendo due ricerchine veloci veloci...

Dopo l'ottima campagna anti aids degli anni 90, nel 2002, in seguito alle pressioni (profumate di dollari) dell'integralista cristiano presidente bush, il governo ugandese passa ad una campagna in cui si punta solo sull'astinenza, e così i preservativi vengono ritirati dalla circolazione. Cosa pensi che sia successo? Guarda caso, si inverte la tendenza di tutti gli anni 90, e subito casi di aids quasi raddoppiano! Da 70.000 nel 2003 a circa 130.000 nel 2005. In pratica un perfetto esperimento sull'efficacia della promozione dei preservativi nella lotta all'Aids: il contrario di quanto vorrebbe dimostrare l'articolo di Green, che non a caso è consigliere di bush. Un esperimento estremamente crudele e irresponsabile, pagato con la morte e la sofferenza di moltissimi cittadini ugandesi - soprattutto donne. In tutto questo, l'Uganda ha un tasso di aborti spaventosamente alto - aborti rigorosamente clandestini, perchè l'IVG è illegale.


http://www2.ohchr.org/english/bodies/hrc/docs/ngos/CRR.pdf

http://www.independent.co.uk/news/world/africa/public-health-and-religion-aids-america-abstinence-480593.html

Anonimo ha detto...

Ehm..perchè nessuno dice mai che la pillola del giorno dopo presa come contraccettivo abituale ha dei rischi?d'altronde è un fatto stranoto.

Anonimo ha detto...

Beh,io credo che alcuni sono contro la pillola del giorno dopo perchè di fatto PUO' essere abortiva, e non contraccettiva:contraccettiva sarebbe se la gravidanza non fosse iniziata.Ma PUO' essere abortiva perchè può portare alla morte dell'ovulo fecondato o embrione o che dir si voglia.Alcuni dicono:la gravidanza inizia dall'annidamento dell'embrione nell'utero.Prima la gravidanza non c'è e non si può parlare di aborto.
Beh, questa definizione di gravidanza potrebbe non essere sicura: per esempio il Grande dizionario italiano,diretto da Tullio De Mauro,UTET dice:
Gravidanza: “Condizione in cui si trova la donna o la femmina di un mammifero dal momento della fecondazione sino al parto" (Grande dizionario italiano dell’uso,1999). Dice "dal momento della fecondazione" non "dal momento dell'impianto".
oppure nel Garzanti:
Gravidanza: “Condizione biologica in cui si trova la donna dal giorno del concepimento al parto”
oppure nello Zingarelli:
Gravidanza: "Periodo necessario allo sviluppo completo del feto, dal concepimento al parto" (Zingarelli, Dizionario della Lingua Italiana, Zanichelli 1994).
oppure
Gravidanza: “La condizione della donna, e in genere delle femmine dei mammiferi, nel periodo che va dall’inizio del concepimento al parto (o comunque all’espulsione del feto)…La durata media della g. fisiologica, cioè dal concepimento al parto a termine è in genere di 270 giorni, con numerose variazioni… In via presuntiva si inizia il computo dal primo giorno dell’ultima mestruazione comparsa, raggiungendo in questo caso 280 giorni (anziché 270, dato che l’inizio del flusso mestruale precede di solito di almeno 10 giorni l’epoca del concepimento) – (La Piccola Treccani, Roma 1995).
oppure
Gravidanza: è lo stato in cui si trova la donna che reca nel suo seno uno o più prodotti del concepimento in via di sviluppo…, secondo la definizione in gravidanza, da considerarsi interrotta con l’arresto dello sviluppo dell’uovo o con la morte del feto, si deve ritenere iniziata dal momento in cui nell’uovo maturo, liberato dal follicolo, penetra uno spermatozoo. (Enciclopedia Medica Italiana - Sansoni ed. scientifiche - G.Tesauro).
E poi è ovvio che che per esserci gravidanza non vi deve essere per forza l'annidamento in utero: forse che la gravidanza extrauterina non è una gravidanza?

Anonimo ha detto...

Strano. Pensavamo che la fisiologia della gravidanza si trovasse spiegata nei manuali di ostetricia. Dove si trova scritto che la gravidanza inizia con l'annidamento nella parete uterina. Ci sbagliavamo, evidentemente.
E gli studenti in medicina, per preparare l'esame di Clinica Ostetrica, studiano la materia sui Dizionari della Lingua Italiana, c'è bisogno di dirlo?
Quegli stessi dizionari che il nostro simpatico, e avventato, amico anonimo potrà utilmente consultare per scoprire cosa si intende con il termine di gravidanza extrauterina. Se gli riesce. E perchè non è esattamente corretto indicarla come esempio di gravidanza...

Anonimo ha detto...

Filippo scrive (in riferimento alla gravidanza extrauterina) "E perchè non è esattamente corretto indicarla come esempio di gravidanza...".

Ma viene considerata come gravidanza eccome. Perchè si chiama gravidanza extrauterina?So benissimo che è più pericolosa e ci sn spesso complicazione ma questo non nega che sia una gravidanza a tutti gli effetti

Anonimo ha detto...

A Filippo: Nota bene come anonimo non ti abbia risposto (ammesso che sia lo stesso che sta infestando il blog: non si degna mai di metterci nemmeno una firmetta). Non risponde mai sul merito quando è in difficoltà; si limita ad attaccarsi ad aspetti secondari e ininfluenti. Come se sia difficile accorgersi della pretestuosità dei suoi interventi.

Anonimo ha detto...

Una gravidanza a tutti gli effetti almeno qualche volta dovrebbe arrivare a termine...

Anonimo ha detto...

Invece fallisce e causa complicazioni: questo lo so.
Il mio intervento era per dire
come per parlare di aborto non sia necessario l'annidamento in utero.
La metà circa delle gravidanze extrauterine (purtroppo) finisce in un aborto spontaneo quando va bene.

Anonimo ha detto...

L'altra metà finisce con un aborto provocato. La diagnosi di gravidanza ectopica, con impianto del prodotto del concepimento per lo più nella mucosa delle salpingi (gravidanza tubarica) anzichè nell'endometrio uterino, costituisce infatti indicazione elettiva all'IVG per l'elevatissimo rischio di gravi complicazioni a carico della madre.
Per parlare di aborto è invece condizione imprescindibile che si sia verificato l'annidamento. Il termine interruzione di gravidanza non può infatti essere utilizzato in riferimento a provvedimenti volti a impedire la gravidanza stessa in epoca antecedente l'impianto perchè è con questo evento che per l'appunto si inizia la gravidanza, come stabilito dai ginecologi. Per questo motivo il Norlevo (levonorgestrel), la cosiddetta pillola del giorno dopo, che agisce impedendo l'ovulazione o, con molta minore efficacia, impedendo l'annidamento dell'ovulo fecondato, viene classificato tra i presidi contraccettivi e venduto in farmacia dietro presentazione di ricetta medica, che il medico non può rifiutarsi di rilasciare, poichè l'obiezione di coscienza è riconosciuta per l'esecuzione di metodiche volte ad ottenere invece l'interruzione di gravidanza. La RU486, che agisce determinando il distacco dall'endometrio del prodotto del concepimento, è invece un presidio abortivo e, qualora dovesse essere commercializzata in Italia, non sarebbe comunque, presumibilmente, venduta in farmacia ma, ai sensi della legge 194/78, verrebbe somministrata in ambito ospedaliero.