È Presidente del Consiglio Superiore di Sanità per il triennio 2006/2009. Dal 2001 è Presidente del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR), che ha il compito di valutare i risultati della ricerca e di determinarne i criteri (rieletto nel 2003).
Nel 1997 ottiene il primo mandato come Rettore della G. d’Annunzio di Chieti (è ancora in carica, alla quarta rielezione; potenzialmente rieleggibile ad aeternum contrariamente alla maggior parte di Atenei nei quali c’è un limite per la rielezione). È Presidente della Fondazione D’Annunzio. È nel consiglio di amministrazione della Università Telematica, nella duplice veste di Presidente della Fondazione e Rettore... Nonché al centro di una inchiesta sulla gestione disinvolta dell’Ateneo abruzzese e sulla abbondanza di “geni” in grado di laurearsi a tempo di record (la percentuale nazionale di laureati prima del previsto è di 5,1%, quella della D’Annunzio molto, molto più alta).
È Presidente della Commissione per l’aggiornamento delle Linee Guida sulla Legge 40/2004 sulla procreazione assistita.
Tutto questo, e molto altro ancora, in una persona sola! Ai limiti del miracolo, misterioso quasi quanto la transustantazione, è la rappresentazione migliore dell’italian way of life. Del baronato universitario, della concentrazione di poteri nelle mani di un solo uomo: Franco Cuccurullo.
Capolavoro di ubiquità, commuove immaginarlo correre da un incarico all’altro, da un dovere all’altro senza nemmeno il tempo di prendere fiato. E chi osa dire che gli italiani sono pigri? Gli italiani, almeno alcuni, si sacrificano per il bene dell’umanità. Altro che pigrizia!
(In Imperatore Cuccurullo, PrimaDaNoi, Alessandro Biancardi racconta nei dettagli e meglio di me tutto questo).
(Ve lo immaginate un accordo tra l’Università degli Studi G. D’Annunzio e la Fondazione D’Annunzio? Franco Cuccurullo si accorda con Franco Cuccurullo... E forse questo è l’aspetto meno preoccupante).
mercoledì 18 luglio 2007
Il Dio Kalì
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