«Per come se ne discute, spesso è un falso problema: diverso è “lasciar” morire e “fare” morire. Tenere in vita una persona a tutti costi è ostinazione, non conservazione della vita. Se una persona vive così, solo grazie alle macchine, e chiede lucidamente di essere staccata, io credo che farlo possa essere un atto d’amore, un gesto cristiano. Non è eutanasia. È essenziale anche l’atteggiamento del medico».Parola di Don Verzé, Staccai la spina per lasciar morire un amico, Il Corriere della Sera, 13 ottobre 2006.
Usiamo pure il nome che preferiamo, “gesto d’amore”, “eutanasia” “x”. Ma la questione non cambia. Compiere un gesto (cristiano, se proprio ci tenete) il cui esito è la morte di una persona non subisce nessun cambiamento sostanziale. Si compie un gesto e la persona muore. Omissione o azione che sia. E qui evapora anche la fittizia differenza morale tra eutanasia attiva e eutanasia passiva.
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