Aveva rispedito la giovane mamma a casa con l’ordine di cambiarsi d’abito, pena l’annullamento del battesimo del figlio.
È formalmente indagato per violenza privata don Loris Fregona, parroco di Cavriè di San Biagio di Callalta (Treviso).
Il religioso era stato denunciato ai carabinieri poche settimane fa dagli stessi genitori del bimbo, i quali si erano sentiti umiliati dall’atteggiamento del sacerdote. All’inizio della cerimonia, secondo il racconto degli interessati, il parroco avrebbe intimato alla madre di rientrare nella vicina abitazione per indossare un vestito più consono alla circostanza. Sull’appropriatezza delle misure della gonna, in particolare, in seguito all’evento, si aprì un dibattito che proseguì per alcuni giorni, sfociando in una lettera inviata al vescovo di Treviso, Andrea Mazzoccato, nella quale la donna spiegava la propria buona fede, senza tuttavia ottenere una risposta.(Prete indagato: obbligò donna a cambio abito, Il Corriere della Sera, 19 ottobre 2006)
3 commenti:
Mah. "Violenza privata" mi pare eccessivo. E a me queste donne che piangono, si sottomettono e poi fanno causa non viene tanta voglia di difenderle. La signora avrebbe dovuto dire al prete: "il mio abito va benissimo; lei, semmai, cos'ha da guardare?".
Per una volta sto dalla parte del prete. Una persona vuol far parte di un club? Ne segua le regole! Ben diverso e' quando il club vuole imporre le proprie direttive a chi non ne e' membro..
bello questo scambio di opinioni opposte, entrambe sensate, ad opera di due donne, su un argomento postato da un'altra donna senza commenti... sembra fatto apposta a mostrare la complessità dei giudizi morali.
certo, aiuterebbe anche qualche dato empirico: se la gonna misurava venti centimetri o quaranta, se faceva molto caldo, se la signora aveva la cellulite...
Posta un commento