La ricerca pubblicata dalla autorevole rivista Lancet (Gilbert Burnham et al., «Mortality after the 2003 invasion of Iraq: a cross-sectional cluster sample survey», vol. 368, 2006, pp. 1421-28), che ha stimato in una cifra compresa tra 393.000 e 943.000 (con una stima più probabile di 655.000) il numero delle morti in eccesso avvenute in Iraq dall’inizio della guerra fino al luglio di quest’anno, ha destato numerosissime polemiche.
Adesso Francesco Checchi, un epidemiologo intervistato da PeaceReporter (Valeria Confalonieri, «Il valore dei numeri», 24 ottobre), spiega alcuni degli aspetti meno intuitivi dello studio di Lancet, senza tacerne i possibili limiti.
Per una confutazione più animata ma ugualmente autorevole degli attacchi subiti dagli autori della ricerca (spesso da parte di personaggi non molto versati né in statistica né in epidemiologia), si può vedere inoltre il blog Deltoid di Tim Lambert, che dedica una apposita sezione all’argomento, con un gran numero di post.
venerdì 27 ottobre 2006
Se 655.000 vi sembran troppi...
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