Il New York Times presenta oggi un interessante volume di un biologo di Harvard, Marc D. Hauser, Moral Minds (HarperCollins 2006), che ipotizza la presenza di una grammatica morale innata, formatasi nel corso dell’evoluzione dei Primati (Nicholas Wade, «An Evolutionary Theory of Right and Wrong», 31 ottobre 2006). È abbastanza palese l’analogia con la teorie della grammatica universale del linguista Noam Chomsky, con cui Hauser ha collaborato in passato. Indizi a favore dell’ipotesi sarebbero la relativa uniformità attraverso le culture e gli orientamenti religiosi dei giudizi morali di base, i test sul senso di giustizia dei bambini molto piccoli, e soprattutto le risposte semiconscie ma costanti che la maggior parte delle persone danno a particolari dilemmi morali, senza saperne spiegare le ragioni.
martedì 31 ottobre 2006
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5 commenti:
Su questo argomento consiglio l'ottimo saggio sull'evoluzione "The Moral Animal: why we are the way we are", di Robert Wright.
Altri due saggi simili, anch'essi ottimi, sono i seguenti, di Matt Ridley:
The Red Queen: Sex and the Evolution of Human Nature
The Origins of Virtue: Human Instincts and the Evolution of Cooperation
Ciao
Segnalo che, sempre sul NYT, Richard Rorty aveva recensito il libro di Hauser con toni negativi. Fra le altre cose, Rorty faceva notare che non c'è confronto fra il modo spettacolare in cui i bambini apprendono il linguaggio e quello, lento, con cui apprendono i principi morali. E che su questi ultimi non c'è affatto il consenso che c'è sul linguaggio: tutti concordiamo che "mangiato ho mela la" non è grammaticale, ma provate a trovare un consenso sulla moralità o no della tortura... Fra l'altro, pare che Hauser non elenchi i presunti principi della morale universale. La grammatica di Chomsky, al contrario, è sempre stata esplicita ed empiricamente verificabile.
Grazie a tutti e due per le segnalazioni. Dell'articolo di Rorty mi è piaciuto soprattutto il finale, in cui stoppa ogni interpretazione di questo tipo di ricerche che finisca per dare credito alla fallacia naturalistica.
Segnalo a mia volta un libro, che non ho letto ma che è molto citato nei dibattiti sul rapporto tra etica e teoria dell'evoluzione: James Rachels, Created from Animals, 1990.
Trovo l'articolo spaventoso: di questo passo si rischia di dimostrare che il Vaticano ha ragione a dire che esiste una morale universale e che le Scritture a partire dai 10 comandamenti potrebbero averla rivelata! attenti a quello che pubblicate, questi sono autogol..
Enrico, ma perché se esistesse una morale universale dovrebbe essere identica a quella cattolica? Casomai sarebbe il minimo comune denominatore dei sistemi etici di tutte le culture e le religioni. Senza trascurare il fatto che si può disobbedire anche a una morale universale...
E comunque, scusami, ma qui pubblichiamo quello che ci sembra degno di interesse (anche se abbastanza improbabile, come in questo caso), non quello che ci torna utile.
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