Roma, 14 ott. (Adnkronos Salute) – «Promuoverò una commissione per la promozione della dignità del fine vita». Ad annunciarlo il ministro della Salute Livia Turco che, nel corso della trasmissione ‘Sabato, Domenica &...’ su Rai Uno, interviene sul dibattuto tema dell’eutanasia. La commissione che il ministro intende proporre dovrebbe affrontare «le tante cose necessarie affinché, in questa fase così complicata della vita, nessuno sia solo e debba sentirsi privo della sua dignità».Domanda: perché un cittadino dovrebbe essere obbligato a seguire le convinzioni religiose di Livia Turco? E se domani un altro ministro avesse convinzioni diverse, e sostenesse che il suo senso del sacro gli impone di staccare la spina anche a chi vuole continuare a vivere? Come scegliere tra opposte intuizioni religiose? Gli oppositori dell’eutanasia sono sicuri che il modo migliore di contrastarla sia quello di far leva sui valori personali di chi sta momentaneamente al governo?
Se infatti la Turco si dichiara «contraria» a ‘staccare la spina’ «perché penso – spiega – ci sia una sacralità della vita», «come ministro sono convinta che l’eutanasia risulta come estrema ratio quando la persona è lasciata sola, quando non gli si danno quelle opportunità che, invece, si possono offrire. Penso – prosegue la responsabile della sanità italiana – alle cure palliative, alle terapie antidolore, alla vicinanza, alla presa in carico. Tutto questo – conclude il ministro – si può fare. Ci sono molte cose che possiamo attuare» per alleviare la sofferenza.
L’altra affermazione della Turco: «come ministro sono convinta che l’eutanasia risulta come estrema ratio quando la persona è lasciata sola, quando non gli si danno quelle opportunità che, invece, si possono offrire», non è invece un giudizio di valore, ma bensì di fatto. Ora, su quale evidenza empirica basa, il ministro, le proprie parole? Su quali studi, su quali inchieste? O di nuovo, ci sta imponendo una sua convinzione arbitraria? E sarebbe disposta a ripetere le stesse frasi di fronte a un malato – per esempio, di fronte a Piergiorgio Welby e alla sua famiglia? Avrebbe il coraggio di parlare ancora di mancata «vicinanza» e «presa in carico»?
Per fortuna, ci distrae da queste sconfortanti riflessioni il nostro buon amico, l’Onorevole capogruppo Luca Volontè, che alle dichiarazioni della Turco risponde così:
Roma, 14 ott. (Ansa) – «La Turco vuole che sia lo Stato a decidere quale sia la fine dignitosa della vita, l’anticamera dell’eutanasia pubblica che invece a parole vuol negare». È il commento di Luca Volonté, capogruppo dell’Udc alla Camera, all’annuncio del ministro della Salute di voler creare una ‘Commissione per la dignità della fine della vita’.Non chiedetemi in quale universo parallelo viva quest’uomo, perché non ne ho la più pallida idea...
«Creare una commissione governativa o ministeriale che individui criteri di dignità è pericolosissimo – afferma Volonté in una nota – anticamera e segno di tentazione totalitaria. Cos’è degno di essere vissuto? Quali patologie o terapie o esami dimostreranno la dignità? Chi deciderà, per ogni persona e caso concreto, cosa sia degno per la singola persona? Una commissione statale? I Soviet – prosegue il parlamentare – erano più rispettosi della vita umana».
Il ministro Turco, commenta l’esponente centrista, «continua con le sue ‘gaffe’: ieri manda i ‘calorosi saluti’ al convegno della multinazionale dell’aborto, oggi vaneggia commissioni statali onnipotenti sulla dignità umana dei malati. Si rilegga la Costituzione e con Prodi si decidano a nominare il Comitato Nazionale di Bioetica. Le avventure eutanasiche ed eugenetiche di Stato – conclude Volonté – le lasci al tragico passato dei regimi totalitari. A questo punto l’opzione per rimanere al Senato è la miglior azione di salute pubblica».
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