Di fame e di sete.
Se fosse stato un cane sarebbe probabilmente morto in condizioni migliori. Molto, molto probabilmente.
lunedì 23 luglio 2007
È morto Giovanni Nuvoli
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
Di fame e di sete.
Se fosse stato un cane sarebbe probabilmente morto in condizioni migliori. Molto, molto probabilmente.
15 commenti:
E' morto in base al suo destino. Meglio così che ammazzato da quanti si dichiarano difensori dei diritti.
L'affermazione di anonimo (evidentemente troll) si commenta da sé.
Vero GG, ho avuto quasi la tentazione di cancellarlo. Ma poi un bel rappresentante dei "diritti" ci voleva.
Concordo, meglio lasciarlo in rappresentanza.
Io invece vorrei sapere: meglio così per chi?
per dio?
Non riesco a pensare che un Dio, tanto più un Dio morto in croce, possa ritenere che sia "meglio" una sofferenza così.
"Meglio" solo per un ipotetico anestesista che si sarebbe dovuto subire la trafila di un processo per non essersi limitato a somministrare "discretamente" una dose di morfina "al limite" a un organismo debilitato (si usa così, vero?).
Marta: per essere più precisi, Dio si è spento in croce. E, per dirla tutta, si è anche un po' lasciato morire.
In effetti Gesù è morto prima di quanto ci si aspettasse (una traccia in Marco 15,44)...
Gesù o Dio? (io non l'ho mai ben capita 'sta storia della trinità..)
Giuseppe,
Stai insinuando che Gesù è stato "aiutato a morire"?
Chiara:
«Gesù o Dio? (io non l'ho mai ben capita 'sta storia della trinità..)»
Vedi cosa succede a trascurare la filosofia continentale?
Giuseppe: io vedo Mr 15:44 più come una descrizione di quanto Pilato non si curi della faccenda: "quello la? ah, è già morto? maddài, mi pare ieri. tutti quei grattacapi, e spediscilo di qui e di la, e ora è morto. eh, vabbé". O un appunto sulle formalità della burocrazia romana "per avere diritto alla sepoltura deve essere morto da tot ore, certificato da, eccetera eccetera".
(Resta una descrizione inquietantemente attuale, eh.)
Comunque i romani - dopo un po' - davano il colpo di grazia al costato dei condannati. Quindi non è che la tua teoria sia così fuori dal mondo.
A margine, per la cultura generale dei passanti. Un professore di religione del ginnasio ci aveva spiegato come la faccenda della "spugna imbevuta d'aceto" andasse interpretata come un soldato che dava ai condannati la sua razione di vino (il vino romano era aceto, quello che davano a un soldato di stanza da quelle parti, poi...) - un atto di gentilezza, non una tortura.
(Il professore in questione è stato l'unico docente di IRC da cui ho effettivamente imparato qualcosa, un vero professionista che spiegava - e da un punto di vista decisamente tecnico, addirittura laico. Mi rendo conto che è incredibile...)
Andando vieppiù per la tangente dell'OT biblico,
Chiara: Per la maggior parte dei cristiani Gesù, Dio Padre/Madre e lo Spirito Santo sono tre persone E la stessa persona. Da cui, la Trintà.
Io la vedo - molto a tentoni - come la quintessenza di quando ti consideri "una cosa sola" con qualcuno che ami; ma è un punto di vista non so quanto canonico (anche se essendo protestante il "canonico" è un concetto assai più ampio). E comunque non è un concetto razionale, ma un articolo di fede: quindi non so quanto spiegabile (soprattutto ricordando i miei cinque-al-sei fissi in filosofia).
Resto: per la precisione, il colpo di grazia consisteva nello spezzare le gambe ai condannati (Giovanni 19,31-34, dove c'è anche la storia del colpo di lancia al costato, che sembra invece un modo per accertarsi che G. fosse veramente morto).
Approfitto per un OT: non trovi che manchi qualcosa nella tua blogroll? :-)
La mia blogroll va aggiornata da almeno sei mesi, come tutto il resto del template. (Chiedo venia.)
Joe Silver: forse hai proprio ragione!
restodelmondo: adesso anche la Madre? Quindi sono 4? Va sempre peggio...
Quando (e se) ti consideri "una cosa sola" con la persona che ami al più si è in 2. Comunque ho capito il concetto (credo).
Posta un commento