Già il titolo ti procura un tuffo al cuore: «Scandalosa Royal Society, la casa di Darwin apre al creazionismo». Il testo dell’articolo, poi, ti lascia costernato:
La notizia è in grado di far crollare il falso clivage evoluzione/creazione. La Royal Society, il tempio della scienza fondato nel 1660, la crème de la crème della filosofia positivista anglosassone, apre al creazionismo e alla teoria del disegno intelligente e chiede d’inserire questa “visione del mondo” nei curricula scolastici inglesi, in quanto “legittimo punto di vista”. Michael Reiss, religioso e biologo all’Università di Londra nonché pezzo da novanta dell’istituzione in campo educativo, durante il festival della scienza a Liverpool ha esposto la nuova rivoluzionaria posizione ufficiale dell’istituzione. Immediate le reazioni di gran parte della comunità scientifica anglosassone. “Il creazionismo è basato sulla fede e non ha niente a che vedere con la scienza”, è il commento di Lewis Wolpert della College Medical School, mentre il biologo di fama John Fry afferma che “il creazionismo deve essere discusso come posizione alternativa sulle origini dell’uomo”.
[…] Ieri l’Accademia ha precisato che il pensiero di Reiss rappresenta quello del presidente, Lord Rees di Ludlow, e dei ventuno Nobel affiliati alla Royal Society.
A questo punto ti chiedi sgomento come una istituzione così venerabile possa cadere così in basso; e stai per passare a qualche amara considerazione sulla decadenza dei tempi, quando ti sovviene un dubbio. Su che giornale è apparsa la notizia? Sul
Foglio (13 settembre, p. 2). E chi è l’autore del pezzo? La firma è «gm», che starà, quasi certamente, per
Giulio Meotti. Ah, ti dici. Forse la Royal Society non è ancora perduta.
Cominciamo con l’identificare la fonte della notizia. Sono diversi i quotidiani britannici che l’hanno riportata, ma sembra che il
Foglio si sia basato essenzialmente sul
Times: il commento “il creazionismo deve essere discusso come posizione alternativa sulle origini dell’uomo” si ritrova in questa forma unicamente – secondo
Google News – nell’articolo di Lewis Smith e Alexandra Frean, «
Leading scientist urges teaching of creationism in schools», pubblicato il 12 settembre, un giorno prima di quello del
Foglio. Ed è proprio con la frase citata che cominciano i guai: non tanto perché a pronunciarla non è stato John Fry ma John Bryant – questi sono errori che capitano – ma perché il nostro «gm» non l’ha riportata per intero. Subito dopo Bryant aggiunge infatti: «However, I think we should not present creationism as having the same status as evolution» («Tuttavia, penso che non dovremmo presentare il creazionismo come se avesse lo stesso status dell’evoluzione»).
L’omissione dà l’idea del metodo all’opera, ma non è, di per sé, gravissima; molto grave è invece una seconda omissione. Subito dopo aver riportato il sostegno della Royal Society a Reiss, che leggiamo anche nel
Foglio, il
Times prosegue infatti con le parole testuali del portavoce della Società:
«Teachers need to be in a position to be able to discuss science theories and explain why evolution is a sound scientific theory and why creationism isn’t».
(«Gli insegnanti devono trovarsi nella posizione di poter discutere teorie scientifiche e spiegare perché l’evoluzione è una teoria scientifica fondata mentre il creazionismo non lo è»; corsivi miei.)
Non stupisce di non trovare traccia di queste parole nell’articolo italiano, visto che ne minano alla base l’assunto: la Royal Society
non sta in nessun modo avallando la credibilità scientifica del creazionismo.
Le colpe, bisogna ammetterlo, non sono tutte del disinvolto «gm». Anche il
Times, a leggere bene, risulta alquanto contraddittorio: da un lato apre il pezzo scrivendo «Creationism should be taught in science classes as a legitimate point of view, according to the Royal Society» («Il creazionismo dovrebbe venire insegnato nelle ore di educazione scientifica come un legittimo punto di vista, secondo la Royal Society»), dall’altro riporta questa dichiarazione dello stesso Reiss: «Just because something
lacks scientific support doesn’t seem to me a sufficient reason to omit it from a science lesson» («Solo perché qualcosa
manca di prove scientifiche non mi sembra una buona ragione per ometterla da una lezione di scienze»; corsivi miei). Si noti però il contributo creativo di «gm» ad intorbidare le acque: «legittimo punto di vista» riceve nel suo articolo le virgolette, come se rappresentasse una citazione diretta della Royal Society, mentre in realtà è una frase solo del
Times; dell’ultimo giudizio di Reiss non c’è ovviamente traccia, mentre più avanti nell’articolo sul
Foglio, in una parte che non ho riportato, «gm» ne cita uno in cui lo studioso sembrerebbe dire l’opposto:
«Alcuni insegnanti di scienza pensano che il creazionismo e il disegno intelligente sono scientificamente invalidi e questo significa che chiunque li sostenga è un tantino stupido».
Qui la manipolazione raggiunge vette virtuosistiche. L’originale si trova sul
Telegraph, sempre del 12 settembre (Aislinn Simpson e Richard Gray, «
Creationism should be taught in science classes, says expert»):
«some science teachers think that because creationism and intelligent design are scientifically invalid, that means anybody holding them is being a bit stupid».
(«Alcuni insegnanti di scienze pensano che dato che il creazionismo e il disegno intelligente sono scientificamente invalidi, questo significa che chiunque li sostenga è un tantino stupido».)
Basta togliere un «dato che» e aggiungere un «e» per far dire a Michael Reiss una cosa un po’ diversa da quella che ha effettivamente detta...
Al di là delle falsificazioni con cui è stato presentato in quest’occasione, l’intervento di Reiss si prestava in effetti ad essere male interpretato, e infatti ha sollevato aspre polemiche anche in Gran Bretagna. Il 12 settembre – troppo tardi perché al
Foglio ne prendessero contezza? – la Royal Society ha dunque emesso un
comunicato stampa in cui fa giustizia delle interpretazioni errate e/o interessate delle sue posizioni:
The Royal Society is opposed to creationism being taught as science. Some media reports have misrepresented the views of Professor Michael Reiss, Director of Education at the Society expressed in a speech yesterday.
Professor Reiss has issued the following clarification. “Some of my comments about the teaching of creationism have been misinterpreted as suggesting that creationism should be taught in science classes. Creationism has no scientific basis. However, when young people ask questions about creationism in science classes, teachers need to be able to explain to them why evolution and the Big Bang are scientific theories but they should also take the time to explain how science works and why creationism has no scientific basis. I have referred to science teachers discussing creationism as a ‘worldview’; this is not the same as lending it any scientific credibility.”
The society remains committed to the teaching of evolution as the best explanation for the history of life on earth. This position was highlighted in the Interacademy Panel statement on the teaching of evolution issued in June 2006.
L’onore della Royal Society è salvo; quello di certi giornalisti italiani è affondato da tempo senza speranza.
Aggiornamento 16/9: Michael Reiss
si è dimesso:
Some of Professor Michael Reiss’s recent comments, on the issue of creationism in schools, while speaking as the Royal Society’s Director of Education, were open to misinterpretation. While it was not his intention, this has led to damage to the Society’s reputation. As a result, Professor Reiss and the Royal Society have agreed that, in the best interests of the Society, he will step down immediately as Director of Education a part time post he held on secondment. He is to return, full time, to his position as Professor of Science Education at the Institute of Education.
The Royal Society’s position is that creationism has no scientific basis and should not be part of the science curriculum. However, if a young person raises creationism in a science class, teachers should be in a position to explain why evolution is a sound scientific theory and why creationism is not, in any way, scientific.
Mi chiedo se queste dimissioni siano una scelta saggia. L’intenzione di Reiss era chiara e nel complesso condivisibile – anche se se ne poteva discutere. Ora si corre il rischio che diventi un martire nel fervido immaginario creazionista...
Aggiornamento 19/9: Il Foglio fa
marcia indietro...