Caroline Flint, ministro della sanità del Regno Unito, ha parlato pochi giorni fa di fronte alla Commissione per la Scienza e la Tecnologia della Camera dei Comuni. La Flint ha dichiarato che non c’è probabilmente ragione di mantenere nella legge britannica la richiesta, ai centri che praticano la procreazione assistita, di rifiutare i loro servizi a quelle donne che non possono garantire al futuro bambino la presenza di un padre. Per la precisione l’art. 13, comma 5 dello Human Fertilisation and Embryology Act del 1990 afferma attualmente:
A woman shall not be provided with treatment services unless account has been taken of the welfare of any child who may be born as a result of treatment (including the need of that child for a father)È questa disposizione di legge ad aver impedito finora che donne sole od omosessuali fossero ammesse alle procedure di fecondazione artificiale (Kirsty Horsey, «UK fertility law to drop ‘need for a father’; ban sex selection?», BioNews, 17 luglio 2006; il ministro ha per contro annunciato nella stessa occasione che verrà introdotto il divieto della selezione sessuale dell’embrione, salvo che per ragioni mediche).
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