Il commento dell’Osservatore Romano a proposito del voto comunitario sulle staminali inizia con le parole “certe cose non cambiano”. Forse è proprio questo uno degli aspetti da sottolineare: il voto riguardo alla possibilità di finanziare con fondi comunitari le ricerche sulle staminali embrionali non introduce nessuna novità rivoluzionaria riguardo alle ricerche sugli embrioni.
Ancora una volta, poi, si abusa di termini e concetti per confondere le acque: “sopprimere la vita” è una espressione priva di senso, che però ha l’intento di buttare fumo negli occhi di quanti si fermano alla superficie. La questione è se quella vita (delle cellule embrionali) goda di un qualche diritto alla inviolabilità. E l’Osservatore Romano non ritiene opportuno nemmeno discutere della presunta sacralità delle staminali embrionali.
Il paragone tra la ricerca sulle staminali e l’aborto è quantomeno discutibile: la ricerca sulle staminali avviene su embrioni crioconservati non idonei all’impianto, e non comporta la soppressione di una vita (più corretto sarebbe dire: la soppressione di una “persona”). Così come accade anche nel caso di un aborto: nessuna persona viene soppressa.
giovedì 27 luglio 2006
Osservatore Romano sulle staminali: il macabro appuntamento
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