“Vi esorto a difendere con ferma decisione il diritto alla vita di ogni essere umano dal primo istante del suo concepimento, di fronte a qualsiasi manifestazione della cultura della morte”. Questo il testo del telegramma che Benedetto XVI ha inviato ai vescovi messicani tramite il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone.
Perché ribadire la difesa della vita a partire dal concepimento? Perché è stato approvato dall’Assemblea legislativa del Distretto federale di Città del Messico un progetto di legge per depenalizzare l’aborto entro le prime 12 settimane di gestazione. Approvazione sostenuta da 46 voti contro i 19 contrari e una astensione. Finora, come in molte legislazioni restrittive sulla possibilità di interrompere una gravidanza, era consentito abortire soltanto nei casi di stupro, di malformazione del feto o di rischio per la vita della madre. Eccezioni a ben guardare contraddittorie, almeno le prime due: se infatti la vita è sacra a partire dal concepimento, come può una violenza carnale indebolire tale sacralità? Il concepito (che è una persona in base a questa visione) non è responsabile dello stupro, e dovrebbe essere trattato come gli altri concepiti. Proprio come un concepito malformato (non uccidiamo, infatti, i malati!).
Quella di Benedetto XVI non è stata l’unica voce contraria. Gli antiabortisti hanno sfilato portando piccole bare bianche, dimentichi insieme alle gerarchie ecclesiastiche, che le stime ottimistiche parlano di 100.000 aborti clandestini ogni anno. E dovrebbe essere superfluo ricordare che, forse, anche la vita delle donne andrebbe difesa.
(Ieri su E Polis, con il titolo Ma il Vaticano dimentica gli altri aborti)
venerdì 27 aprile 2007
B16: un telegramma per il Messico. Oggetto: aborto
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1 commento:
Eh, ma le donne se la cercano, non sono innocenti come gli embrioni!...
Quanto agli aborti clandestini, l'importante è che siano illegali, e che le donne muoiano per il loro peccato...del resto sono delle assassine.
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