domenica 22 aprile 2007

Sterile Madre, sorella della tua figlia

Sono tempi duri per gli integralisti e gli atei clericali. Questi personaggi hanno, com’è noto, un insieme di tecnologie predilette, che secondo i loro proclami dovrebbero essere più ‘etiche’ di altre, e al tempo stesso offrire gli stessi risultati, anzi migliori: le staminali adulte dimostrerebbero che non c’è bisogno delle diaboliche staminali embrionali, il congelamento degli ovociti eviterebbe di far patire il freddo ai poveri embrioncini, e così via. Lo zigote è salvo, la reputazione degli integralisti pure, non inquinata dall’accusa di tecnofobia (e i brevetti degli scienziati che si sono venduti alla santa causa potranno fruttare il centuplo).
Ma la tecnologia, per quanto aspersa d’acqua benedetta, è sempre figlia del demonio, e si rivolta alla fine contro tanto virtuose intenzioni. Pochi giorni fa, scienziati della University of Newcastle-upon-Tyne hanno annunciato di aver ricavato spermatogoni da cellule staminali del midollo, e di ritenere che con la stessa tecnica sarebbe forse possibile derivare spermatozoi dal midollo delle donne – mettendo i brividi a Stranau (al secolo Assuntina Morresi; vedi Stranau.it, 15 aprile 2007):

Molti ricercatori sono scettici sulla possibilità che una cosa del genere possa funzionare. Ma solo l’idea che qualcuno ci lavori, usi del suo tempo per vedere se una mostruosità del genere si può realizzare, fa veramente rabbrividire. Speriamo che la natura ci protegga da noi stessi.
Mentre la Morresi aspetta che la Natura faccia il proprio dovere, ecco però arrivare un altro tradimento da un’altra tecnica ‘etica’. Una donna canadese, Melanie Boivin, la cui figlia di sette anni è affetta dalla sindrome di Turner (una rara disfunzione genetica che rende completamente sterile chi ne è affetto), ha deciso di donare alla bambina i propri ovociti, congelandoli in attesa che raggiunga l’età adatta (Charlie Fidelman, «Mother’s frozen eggs might mean daughter giving birth to sister», The Gazette, 18 aprile 2007). Qualora la ragazza decidesse di utilizzarli per una gravidanza, darebbe alla luce quella che geneticamente si può definire sua sorella (o meglio, sorellastra), di cui la Boivin sarebbe al tempo stesso madre e nonna. Insomma, quella deliziosa confusione di ruoli tradizionali che manda la testa di ogni reazionario che si rispetti a vorticare come un giroscopio impazzito, per il terrore di vedere in frantumi il proprio mondo di essenze cristallizzate. È proprio vero: della tecnica non ci si può mai fidare...

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