I teocon non potevano certo rimanere silenziosi di fronte al discorso papale di Monaco, e alle reazioni perplesse che ha suscitato. Sul Foglio di oggi un editoriale non firmato cerca di metterci una pezza («Che il Papa predichi un “asse del sacro” con l’islam è solo un equivoco», 12 settembre 2006, p. 1):
“Qualche vescovo africano mi dice: ‘Se presento in Germania progetti sociali, trovo subito le porte aperte. Ma se vengo con un progetto di evangelizzazione, incontro piuttosto riserve’”. Insomma Ratzinger stava criticando i vescovi tedeschi forti e anzi grandiosi nelle politiche sociali ma sordastri al primato dell’evangelizzazione: “L’evangelizzazione deve avere la precedenza, il Dio di Gesù Cristo deve essere conosciuto, creduto e amato, deve convertire i cuori … Dove portiamo agli uomini soltanto conoscenze, abilità, capacità tecniche, là portiamo troppo poco”. In questo contesto si inserisce la puntualizzazione “sulle popolazioni dell’Asia e dell’Africa” (l’islam non è citato).Già. Ma non mi risulta che i vescovi tedeschi sostengano «un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell’uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione», né che pratichino il «disprezzo di Dio e … [il] cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio per i futuri successi della ricerca», tutte cose che per il papa spaventano le popolazioni dell’Asia e dell’Africa (popolazioni che comprendono anche quelle di fede musulmana, direi). Ratzinger stava criticando proprio i ‘laicisti’, gli atei e i libertini; e in questo, come abbiamo già visto, Hamza Piccardo, presidente dell’Ucoii, s’è detto subito d’accordo con lui. Forse al Foglio dovrebbero affinare un poco le proprie tecniche esegetiche...
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