Se la chiarezza del Vangelo scompone il gaudente agnostico di Gian Paolo Bonani, Il Tempo, 12 settembre 2006.
IL messaggio di Benedetto XVI sulla spianata del vecchio aeroporto di Monaco ha veramente rovesciato i banchetti dei poveri rivenditori di idee gaudenti ed agnostiche che pretendono di possedere oggi lo scettro della verità solo perchè hanno qualche ora a disposizione per fare confusione culturale in tv. C’era da aspettarselo. Un Papa che difende il primato della religione sul commercio facile delle idee e che proclama senza mezzi termini l’inferiorità di un mondo che si regge sul buonismo relativistico, che giustifica tutto dalla legalizzazione della pedofilia e della droga, ai massacri di guerre innecessarie, allo sterminio segreto dell’aborto, non può essere il benvenuto. La reazione viene dalla prima pagina di Repubblica e dalla penna dell’ineffabile Gad Lerner, ondivago intellettuale noto per le sua capacità di animare dibattiti in cui sistematicamente interrompe le frasi degli interlocutori prima che il loro ragionamento sia concluso. Da questo eccellente pulpito arrivano diagnosi terribili. Quelli che Benedetto XVI indica per l’Occidente, incapace di ascoltare Dio, ammette Lerner sono «pericoli reali che però il papa tedesco enfatizza fino a tracciare un affresco inquietante: un occidente triste perchè in larga misura già blasfemo, geneticamente modificato, pornografico. Dunque in imminente pericolo di scristianizzazione, disumanizzato». Il balbettante cronista-intellettuale in realtà coglie nel segno. Benedetto XVI vuole proprio dire questo. Non può sopportare né le vignette antislamiche, né le finte croci dei concerti delle cantanti pop che tanto piacciono a Rutelli e soci. Non può accettare la mercificazione della vita umana che, morto e sepolto il marxismo, nessuno nella sgangherata e gaudente orchestra intellettuale di un’autoproclamantesi sinistra sa più come interpretare e soprattutto contrastare. Il giudizio su questo mondo che cerca di saturare le quotidiane notizie di violenze pubbliche e private, con il rassicurante annuncio che le Borse di Tokio o Londra hanno guadagnato il 2%, è proprio un mondo triste. Il Papa non fa regali ai fanatici, come dice lo sconcertato commentatore. Benedetto XVI ha fatto un regalo, gigantesco, di chiarezza evangelica al mondo intero. Verrebbe voglia di dire, come cristiani attenti alla dottrina del Pastore di Roma, che il suo discorso di Monaco è più ricco e profetico della sua stessa prima Enciclica dedicata alle esigenze radicali dell’amore cristiano. Il Cattolicesimo non è una piccola setta religiosa. È ancora un centro di gravità universale che ha il dovere di ricordare, adattandole alla storia umana, le opportunità di grazia e insieme i vincoli di fatica e giustizia che Dio ha destinato a tutti gli uomini. Un Papa che rassicuri oggi le coscienze di gente che è in fuga dalle responsabilità più elementari del vivere civile, che si preoccupa più del costo del barile di petrolio che non della sparizione, solo negli Stati Uniti, di più di 200.000 bambini l’anno, sarebbe un pastore ascoltabile? Il Papa non è la tv che dà le notizie e tace i significati. Peraltro basta che Gad Lerner del suo stesso giornale per capirlo. Massimo Cacciari che la testa la usa non per autoassolversi, ma per capire, ammette che «l’indifferenza è oggi il vero anticristo». E iscrive i Lerner nella lista «dell’agnosticismo più banale e plebeo. Quello degli uomini che al mercato, come scriveva Nietzsche ridono di colui che cerca Dio».
2 commenti:
Sulla penna di Lerner c'è poco da dire, ma non bisognava aspettare l'articolo del Papa per rendersene conto, ahimè!
Sulle dichiarazioni del Papa, invece, ci sarebbe da piangerci la notte.
Prima di tutto, se tutti i mali del mondo fossero riconducibili "a quella parte di scienza che proviene dall'Illuminismo" la soluzione sarebbe facile ed immediata. Dato che ora viviamo in un mondo che è distante milioni di anni luce da quella cultura dovremmo stare in pace con il mondo e con noi stessi, invece non mi sembra.
L'ignoranza regna sovrana ed il Papa gioca con le parole.
attaccare la scienza che ci porta via da Dio è triste.
è come se la scienza pubblicasse, alla fine di ogni articolo, un PS con su scritto "un altro passo lontano da Dio, ma verso la ragione".
Io capisco che un Papa è un discorso complesso e basta leggere il libricino di Freud su quella storia "assurda" dove dimostrano che Cristo non è mai esistito...panico nel mondo e sgretolazione dello stesso...il vecchio Sigmund lo associava alla gerarchia militare, in quanto la psicologia dell'individuo si fondeva in un nuovo modello-organismo definita massa. La psicologia delle masse diventava un grande individuo a se stante.
La scienza, per non divagare, è prima di tutto dubbio, a differenza della fede e della pubblicità.
dubita, s'interroga e cerca di capire il mondo in cui vive, come la normale curiosità di ogni individuo lo porta a farsi delle domande. qualcuno, pensa te, va oltre e cerca anche di darsi delle risposte.
anteporre Dio alla scienza è come voler combattere la fame nel mondo con gli anatemi.
funziona se si ha la pancia piena, non se si è dall'altra parte.
Ora, da biologo che vive e lavora lontano dall'Italia, mi rendo conto che solo da noi ed in alcuni punti degli USA, si sentono ancora questi discorsi con una certa enfasi.
Il resto del mondo, questo passaggio lo ha superato almeno 200 anni fa...ma noi si continua ancora a parlare di Dio e Scienza contrapposti, vita umana a partire da 64 cellule fecondate, e l'unico salto di qualità è stato che la masturbazione portava a prematura perdita della vista (anni 70), mentre oggi la danno come toccasana (dichiarazioni di esponenti ecclesiastici).
la coerenza non è della scienza, ma neanche delle religioni!
La scienza non allontana da dio: è la ragione che, se applicata con coerenza, nega dio, e la stessa ragione produce la scienza (così come la letteratura, il commercio, il diritto...).
La scienza se ne frega di dio: la scienza si occupa del reale e dello sperimentabile.
La mega idiozia papale del momento è però ancora più grave: dipinge questo mondo come "peggiore". Ma gli sembrava tanto migliore il mondo di una volta? Gli è piaciuto crescere nella gioventù hitleriana mentre mettevano ebrei, zingari ed omosessuali nei forni? Crede che nessun suo piccolo compagno di seminario sia stato abusato da qualche prete? Crede che nessun pedofilo sia mai esistito? Ha mai letto la storia (vera, non leggenda) di Gilles de Rais? E quando i vicini facevano a gara per denunciarti come strega? Era meglio quando ti impalavano perché credevi in un dio diverso (o nello stesso dio ma lo volevi pregare in modo diverso)?
Che senso ha dire che il nostro mondo è peggio?
Per me è meglio, perché è meno ipocrita, anche se è pieno di gente sconosciuta, sradicata e quindi meno controllabile.
La mia bisononna viveva in un mondo pieno di preti, messe e valori, ma è morta quarantenne ignorante, sfinita dalla tisi, da 11 figli e dalla povertà. Non mi cambierei con lei!
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