mercoledì 19 novembre 2008

Io applico il paradosso a delle persone di carta (Silvia Ballestra)

Piove sul nostro amore

Giuliano Ferrara intervista Silvia Ballestra in Faccia a Faccia del 14 novembre scorso (RadioTre).
Le connessioni causali e logiche di Ferrara sono le solite.
“Quando un bambino viene fecondato – la scelta è se sopprimerlo oppure no” per esempio (il corsivo è mio, anche perché dal parlato era difficile farlo).
Oppure la smentita della libera scelta: pro-life o pro-death, non esiste la scelta (pro-choice) perché, tanto per capirsi, se abortisci non scegli ma uccidi e se non abortisci sei a favore della vita. Che scelta e scelta?!
Ma Silvia Balestra non fa una piega e non cade nei tranelli.
Se volete sentire con le vostre orecchie è qui (i primi otto minuti parla solo Ferrara, si può cominciare da lì).
Ballestra sottolinea alcune questioni centrali.
Se si parla tanto di maternità e di famiglia sacra Ballestra invita a parlarne a livello politico, rivedendo le politiche del welfare e la legge sull’immigrazione (già).
Ci ricorda le dimissioni in bianco (già).
Ma abortire è una questione relazionale - interviene Ferrara - perché c’è un altro.
E Ballestra prosegue nel ricordare questioni centrali.
Che esiste la scelta delle donne. Che esiste una legge che ha ridotto di molto gli aborti, oltre alle terribili conseguenze degli aborti clandestini. E che è una legge giusta.
A Ferrara risponde che non vuole convincere nessuno. E che chi non la pensa come lei è liberissimo di pensare e di agire secondo le proprie preferenze. Invece chi non vuole farlo rompe un po’ le scatole agli altri (già, crudele asimettria tra libertà e coercizione, dimenticata dai fautori della coercizione oppure mal compresa. Se esiste libertà si può scegliere di essere schiavi; se si è schiavi nessuna scelta è concessa, se non una caricatura di essa).
Ricorda gli alti tassi di obiezione di coscienza e la difficoltà della applicazione della 194 (difficoltà pericolose per le donne, per i tempi delle liste di attesa e per la difficoltà di trovare una struttura che garantisca che una legge sia applicata - già).

Oh, l’onnipresente eugenetica non può mancare dal repertorio di Ferrara (e il suo pervertimento semantico per tirare in ballo il fantasma di baffone): ne ho scritto talmente tante volte che mi sento una macchinetta inceppata e sono indecisa sul link da mettere. Alla fine scelgo questo.
“La vita in generale è un problema?” domanda in conclusione.
Intende quando finisce e quando comincia. E arriva ad Eluana Englaro: è tentato di adottare il silenzio stampa, dice, e da queste parti si trattiene il respiro dall’emozione.
Invece poi continua a parlarne con parole di pessimo gusto. Non tace. E dire che ci avevamo creduto, seppure per pochi secondi.
E Ballestra ricorda che sarebbe stato meglio iniziarlo al tempo delle bottigliette.
Poi protesta contro la rivendicazione da parte di Ferrara di brandire dei paradossi.
Io applico il paradosso a delle persone di carta non sulle persone in carne ed ossa chiarisce. E allora Ferarra prosegua pure a parlare, noi non lo ascoltiamo più.
Io applico il paradosso a delle persone di carta non sulle persone in carne ed ossa.
Grazie a Silvia Balestra per la pazienza. La capiamo bene e ha tutta la nostra stima.

Silvia Ballestra, Piove sul nostro amore. Una storia di donne, medici, aborti, predicatori e apprendisti stregoni, 2008, Feltrinelli.

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