lunedì 23 febbraio 2009

NIA (ancora)

"Prima di fare una legge su questi argomenti sarebbe più che opportuno ascoltare chi la nutrizione e l'idratazione artificiale le vive tutti i giorni sulla propria pelle". Così i malati di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) dell'associazione 'Viva la vita', sul ddl sul testamento biologico approvato come 'testo base' in Commissione Sanità del Senato. Il provvedimento, che approderà tra due settimane nell'Aula di Palazzo Madama, vieta la sospensione di alimentazione e idratazione artificiali. Ma l'associazione guidata da Mauro Pichezzi sottolinea in una nota che "la nutrizione artificiale rientra a pieno titolo nei trattamenti sanitari che, secondo l'articolo 32 della Costituzione, possono essere scelti per sé, in piena libertà e autonomia di pensiero. La prassi della nutrizione artificiale, che riguarda una larga parte dei malati di Sla, implica necessariamente l'impiego di personale sanitario nella gestione quotidiana, in una funzione per legge non demandabile ai familiari, come ad esempio quella del posizionamento del sondino nasogastrico o addirittura del confezionamento o del cambio della Peg". Per questo i malati di Sla chiedono di poter dire la loro sul provvedimento, anche se, con una stilettata, ricordano che pur se "perfettamente in grado di esprimere la loro opinione, a molti questa opportunità è negata dalle Regioni, che nonostante gli appositi fondi, tardano a erogare i comunicatori. E' necessario, prima ancora di fare la legge, garantire a tutti i malati il diritto di comunicazione - sottolineano - Come faranno altrimenti a esprimere le loro volontà riguardo ai trattamenti?".

1 commento:

Angelo Ventura ha detto...

C'è anche da dire che, per quanto riguarda le persone in coma o stato vegetativo irreversibile...
Delle due l'una: o chi è in quello stato non sente e non sa più nulla, non si rende conto se lo stanno alimerntando o no, se sta morendo di fame e sete o no, e allora togliere la NIA è indifferente; o chi è in quelle condizioni ha un residuo di coscienza prigioniero in un cervello e un corpo che non rispondono. Se non c'è più nulla da fare, credo che accolgano la morte di in corpo insensibile come una liberazione, in qualsiasi modo avvenga.