lunedì 9 febbraio 2009

Una morale che uccide la libertà di tutti

Il decreto della Corte d’Appello di Milano avrebbe dovuto essere l’ultimo atto di una tragedia già prolungata troppo a lungo. E poi il silenzio sarebbe stato il balsamo, opportuno e necessario, per ferite impossibili da rimarginare. Invece su Eluana Englaro si stanno accanendo gli avvoltoi, incuranti dell’orrore che la loro ombra provoca.
Scrivere di Eluana, in un clima tanto convulso e infetto, è una azione di estrema difesa contro questi spietati burocrati della morte. Non è solo Eluana ad essere aggredita, ma la stessa possibilità di definire il nostro Stato come liberale e laico.
Sono ormai mesi che parole e frasi senza senso vengono ripetute come nel telefono senza fili, quel gioco che si faceva da bambini incuranti della distruzione del significato e del tradimento della parola da cui il gioco aveva preso le mosse. Se in quel caso il divertimento stava proprio nel pervertimento fonetico e semantico, qui il risultato è un miscuglio di orrori e brutalità. Un insieme deforme di luoghi comuni, inesattezze e idiozie che ha lo scopo di annientare la libertà individuale.
La libertà ha il vantaggio di permettere anche, a chi lo desidera, di rinunciarvi. Se si è liberi si può decidere di essere, almeno in parte, schiavi. Se si è schiavi non c’è nulla da discutere. E non c’è nemmeno connotazione morale nel sottoporsi ad un ordine (c’è, ovviamente, connotazione morale nell’imposizione illegittima e ingiustificata). Appare ridicolo come quanti sono portavoce di una visione unica della morale non colgano questo ossimoro: la visione unica della morale demolisce la morale.
Le implicazioni sono vaste e profonde, disegnano il profilo di una metastasi forse ancora difficilmente rilevabile ma inarrestabile, e che ingoia le libertà fondamentali e i diritti civili.
Tutti quelli che sono a favore della “vita” sono, in realtà, a favore della schiavitù e della sottomissione. Sarebbero almeno onesti se lo dicessero esplicitamente, senza nascondersi dietro a proclami altisonanti e ipocriti: “è condanna a morte”, “si può sempre guarire”, “i medici devono curare”, “se io fossi il padre”. Dimenticando completamente di interrogarsi sulla volontà di Eluana.
Questa nuova forma di paternalismo è viscida e odiosa, perché non ha nemmeno il coraggio di darsi il nome che le spetta.
La Consulta di Bioetica promuove per domani alle 17.30 un sit-in nazionale in varie città (Milano: Piazza San Babila*; Torino: Piazza San Carlo; Pisa: Largo Ciro Menotti; Roma: Campo dei Fiori; Bologna: Piazza Nettuno; Verona: Piazza Bra). Non a caso il sit-in è per Eluana e per lo Stato di diritto. O per ciò che ne rimane.

DNews, 9 febbraio 2008

* Aggiornamento: il sit-in si svolgerà a Piazza Fontana

3 commenti:

paolo de gregorio ha detto...

Questa volta sono vermante traumatizzato, sotto shock, stordito. Qui non si tratta più di decidere se emigrare nuovamente, ma proprio di valutare se andare in cerca di una nuova cittadinanza nel mondo. Il mio pensiero non poteva essere sintetizzato meglio delle parole di questo post. Ho valutato anche io (con parole meno efficaci) a più riprese che una morale egemonicamente imposta uccide la morale stessa.
Come potrei anche solo ipoteticamente - io - trascorrere gli ultimi anni di una mia vita eventualmente imprigionata nel mio corpo come essere definitivamente assoggettato alla proprietà peronale di Silvio Berlusconi? Che dignità è questa? Si è preso tutti gli averi del paese e ora sta per prendersi direttamente le vite che vi abitano.

Anonimo ha detto...

a parte il fatto che l'ipocrisia di questi avvoltoi assolutisti è tale che loro sanno benissimo che non si potrebbero riempire gli ospedali di vegetali senza speranza alcuna. Quello che rinfacciano alla famiglia di eluana non è tanto il fatto di volerla far morire, questo lo dicono solo nominalmente, ma credo abbiano dato ampia prova che la loro retorica scadente è "orwelliana", cioè basata sulla ripetizione ossessiva del contrario della realtà (la schiavitù è libertà è la spiegazione migliore del perché hanno intitolato il loro partito a questo principio, quando poi vogliono l'esatto opposto: anche in campo economico, mica sono liberisti per davvero, solo che dire 'preferiamo i monopoli che vi spellano' è impopolare. Dire lo stato ti impone la nutrizione forzata anche se sei ridotto come un vegetale non fa molto il paio con il concetto di libertà, appunto, e quindi dicono che applicare la sentenza della magistratura - che su richiesta della famiglia e dei tutori legali dopo 17 anni di pene, lì a guardare una ragazza trasformarsi in un mostro senza vita - ha disposto la sospensione della nutrizione, quella, nelle parole del grande fratello-Berlusconi, diventa l'imposizione da parte dello stato. Come lessi un po' di tempo fa in un blog di oscurantisti cattolici, biasimano il fatto che sia stata data esposizione a questa storia, che non si siano piegati a stare zitti e a farla morire facendo finta che era intervenuta una complicanza naturale. D'altronde, lo sanno tutti che ogni giorno, per semplice pietà, capita che non ci si accanisca con le cure, anche perché poi si può finire in un limbo del genere, da cui quattro oltranzisti talebani non ti permettono di uscire più.

Roba da matti, roba davvero da rimanere interdetti. Per non parlare del pericolo che stiamo vivendo: questo governo è davvero espressione di una volontà sovversiva e pericolosa per la democrazia, ormai è evidente, i peggiori incubi si stanno avverando.

Ma in realtà volevo sfogarmi su un altro aspetto della questione: ma come si fa a dire che Eluana può dare la vita?!?! Ma questa gentaccia non si fa schifo da sé a pensare che una persona in quelle condizioni potrebbe partotire???!!!
Io ho lo stomaco rivoltato anche solo a pensarci, e vorrei precisare che oggi anche la meloni ha ribadito questo mirabile principio, in linea con tutte le formulazioni dei diritti umani, ovviamente. Sono allibita, non riesco nemmeno a scrivere con lucidità. Credo che una cosa del genere possa essere concepibile solo in un contesto di pesante misoginia, dove davvero le funzioni riproduttive femminili sono dissociate dall'interezza della persona (e ovviamente quelle riproduttive sono più impiortanti, evidentemente, cosa che per gli uomini non credo sia pensabile). Una argomentazione vergognosa: per loro gli uomini valgono solo come numeri, le funzioni cosiddette superiori non hanno nessun valore, tanto meno la libera determinazione.

No davvero, non ho più parole, sono allibita, ora è evidente di cosa sono capaci questi sciacalli fondamentalisti e di governo.

paolo de gregorio ha detto...

Gipa,

io non la riesco quasi nemmeno a commentare quell'uscita sulla fertilità e fecondità di questa povera ragazza. Ho solo espresso in una riga il mio sdegno in altra sede, ma ora ci provo lo stesso perché tutti devono provare a cappire i veri sentimenti della gente che abbiamo davanti.
Anche per me è la cosa più rivoltante di tutte quelle ascoltate. Io, anche con il più grande sforzo di fantasia non sarei mai riuscito a tradurre la funzione organica con una genitorialità potenziale. È scandaloso, vergonoso, innominabile, è lo sdegno puro.

Io l'essere "in grado di fare figli" l'ho sempre ritenuto un essere in grado in corpo e in mente, in senso "umano", mi semnra la cosa più ovvia. È come dire che Eluana è in grado di donare un rene, il midollo, gli occhi, allo scopo di rimarcare che "è sana". Barbaro, semplicemnet barbaro, e rende il quadro chiaro su chi sia veramente a ritenere quella vita una vita diversa, non degna come le altre. Eluana non è stata in grado di avere figli, nemmeno di pensarci, per tutta la sua giovinezza in cui avrebbe potuto non si fosse ammalata: è questa anche una delle cose che più rendono la sua vita diversa da quelle di una donna normale. Ribaltare questa tristissima verità tutta umana e personale e dire che "lei è ancora in grado" (ma solo biologicamente) è forse la cosa più inqualificabile che io abbia mai sentito pronunciare da quell'essere (e sappiamo che ne ha dette tante).