giovedì 9 marzo 2006

Ancora sul caso di Samuel Arnas

Pochi giorni fa ci eravamo occupati del caso del feto che avrebbe stretto con la mano un dito del chirurgo che lo stava operando di spina bifida; sulla scorta di un’indagine di Paolo Attivissimo avevamo affermato che si trattava di una bufala. Ora un anestesista cattolico contesta questa conclusione in un post senza titolo apparso due giorni fa sul suo blog, Vinoemirra. Dopo un originale doppio senso sul cognome di Paolo Attivissimo (nome e cognome dell’anestesista rimangono invece segreti, probabilmente a causa delle persecuzioni anti-cattoliche che com’è noto imperversano in Italia), il Nostro entra nel merito:

L’obiezione sembra inattaccabile: il feto era sotto anestesia era il chirurgo che ne reggeva la mano, non viceversa, il fotografo ha cercato (e trovato) lo scoop. E giù a spernacchiare i soliti antiaboristi, poveri creduloni, fautori della “gravidanza coercitiva” […]
Entrando nel merito della querelle, dico che sì, certamente l’intervento è stato eseguito in anestesia generale.
Madre e feto erano sotto l’effetto farmacologico di potenti anestetici, ed erano certamente incoscienti.
Da anestesista devo ragionare applicando le nozioni di fisiologia della barriera ematoplacentare: c’è fra la madre e il feto una specie di filtro, che trattiene o fa passare le diverse sostanze chimiche, selezionandole in base alla loro struttura.
Ebbene, durante l’anestesia generale questa barriera lascia passare barbiturici, alogenati e derivati della morfina, garantendo anche al feto un profondo sonno e un adeguato controllo del dolore. Non così avviene per il curaro, che paralizza la madre, ma non attraversa la famigerata barriera ematoplacentare tra madre e feto. Il feto dorme, non sente dolore, ma può muoversi e può a maggior ragione reagire a stimoli diretti attraverso movimenti riflessi, cioè involontari. E il riflesso di prensione per il quale la manina del bimbo si stringe al dito del chirurgo, quella del neonato alle dita della madre, è certamente possibile anche durante anestesia generale, essendo un movimento involontario assolutamente indipendente dallo stato di sonno o veglia e certamente possibile in soggetti non curarizzati.
Il bimbo che nasce durante un parto cesareo eseguito in anestesia generale, può essere sì un po’ soporoso, ma respira e prende a calci la vita come mai potrebbe fare se fosse paralizzato dal curaro.
Non escludo nemmeno che il feto nell’utero della madre possa muoversi spontaneamente, pur essendo privo di coscienza a causa dell’anestesia generale.
Il povero profano, colpito dal tono professionale di uno che è chiaramente del mestiere e che sa il fatto suo, non può a questo punto che prepararsi a una mesta ritrattazione; ma subito dopo viene attraversato da un dubbio improvviso. I lettori sono in grado di dire di cosa si tratta, prima di procedere oltre? Rileggete con attenzione l’intervento del nostro anestesista anonimo...

Trovato? Bravi, ero sicuro che ce l’avreste fatta. Il problema è questo: com’è possibile che un intervento delicato come questo (alla spina dorsale!) venga condotto su un feto non perfettamente immobile? Non vorrei essere nei panni del chirurgo che opera di spina bifida un feto che «può muoversi e può a maggior ragione reagire a stimoli diretti attraverso movimenti riflessi, cioè involontari» e che «prende a calci la vita»...
Una brevissima ricerca su Internet svela le procedure per assicurare l’immobilità di un feto: in una review di un articolo del 2002 di Laura B. Myers, David Cohen, Jeffrey Galinkin, Robert Gaiser e C. Dean Kurth, «Paediatric Anaesthesia» (l’articolo originale è purtroppo a pagamento), apparsa sulla newsletter della Society for Pediatric Anesthesia, troviamo questa descrizione:
Fentanyl, for intra operative and post operative fetal analgesia; atropine, to ablate fetal bradycardia response to surgical stimulation; and vecuronium to ensure a still fetus are injected i.m. into the fetus [corsivi miei].
Ed ecco attraversata «la famigerata barriera ematoplacentare»...
Rimane un dubbio: l’anestesista anonimo lo sa, che i suoi pazienti devono restare immobili? O devono confidare anche loro nell’aiuto di Santa Maria Ausiliatrice?

6 commenti:

Giuseppe Regalzi ha detto...

Grazie a lei per la risposta pacata. Ho qualche dubbio che si fosse lasciato svanire l'effetto del miorilassante (se è stato usato anche in questo caso) prima della conclusione dell'intervento; anche il paragone con l'intervento sulle coronarie, mi scusi, non regge: i movimenti del feto non sarebbero regolari e prevedibili come quelli del muscolo cardiaco. In ogni caso, mi pare che la testimonianza del chirurgo sia decisiva.
Ovviamente il problema non è se Samuel si sia mosso o meno: che un feto di 21 settimane si possa muovere lo sappiamo già. Il problema è di contrastare lo sfruttamento propagandistico (e anche abbastanza cinico) di qualcosa che, anche se fosse avvenuto realmente, non avrebbe lo stesso significato che gli viene attribuito; se poi siamo veramente di fronte a una bufala, mi pare doveroso renderlo noto.
E soprattutto non c'è ovviamente nessun problema ad ammettere che Samuel fosse vivo, visto che certo non era morto né era costituito da materia inanimata; ma forse diamo alla parola un significato differente...

Anonimo ha detto...

Non sono medico e, pur ascoltando con curiosità il dibattito, sono decisamente poco interessata al temuto rischio di strumentalizzazione propagandistica che viene denunciato. Quel che a me interessa è che un piccolo feto, cioè uomo, non sia stato rigettato, abortito, in quanto disabile (spina bifida) ma abbia potuto vivere, e vivere ancor meglio in modo sano. La splendida foto che si è diffusa mi ha commosso perchè non è poi così fuori dal mondo quell' "imprevisto" che ribalta tante pseudo sicurezze scientifiche. Per carità, approfondite pure, ma il punto della situazione non sta qui.
Vilma - Milano

Anonimo ha detto...

Persecuzioni anti-cattoliche che com’è noto imperversano in Italia???????????????????????
Complimentoni per il commento del tutto fuori luogo nonché parziale...
Saccente e pretenzioso!

Giuseppe Regalzi ha detto...

Complimenti a te per la tua capacità di (non) capire l'ironia...

Anonimo ha detto...

Mi sono imbattuta per caso nella storia di questa foto.

L'unica conclusione che personalmente traggo (ma io sono saccente e pretenziosa...) è che ciò che salva donne e bambini è la tanto vituperata scienza.

Grazie Giuseppe per la chiarezza e l'ironia! Daniela

Giuseppe Regalzi ha detto...

Grazie a te!