Simonetta Fiori, «Pio XII: no ai soldati neri», La Repubblica, 22 marzo 2007, p. 47:
È un breve messaggio, nascosto tra le carte del Foreign Office britannico. Una richiesta a dir poco imbarazzante, che porta la firma del capo della Cristianità. Sono i giorni concitati dello sbarco americano ad Anzio, nel gennaio del 1944. In molti s’illudono che la liberazione di Roma sia una questione di pochi giorni. Anche Pio XII ne è persuaso, tanto da rivolgere a sir Francis d’Arcy Godolphin Osborne, ambasciatore di Sua Maestà presso la Santa Sede, un appello che oggi può apparire stupefacente. «Il Papa spera che non ci siano truppe alleate di colore (Allied Coloured Troops) tra i gruppi che potrebbero essere posti di stanza a Roma dopo l’occupazione», riferisce il diplomatico inglese non senza una punta di ironia. «Si è affrettato ad aggiungere che la Santa Sede non ha fissato un limite alla gamma dei colori, ma che spera che questa sua richiesta possa essere accettata». Non c’è “un limite alla gamma dei colori”, ma insomma meglio la pelle bianca per difendere la culla intoccabile della civiltà occidentale. Ancora una follia della guerra, aggravata dal crisma della Chiesa.
«Sono possibili diverse ipotesi», dice l’autore del ritrovamento, lo storico Umberto Gentiloni Silveri, che ha raccolto nel volume ora edito dal Mulino Bombardare Roma. Gli alleati e la città aperta (pagg. 300, euro 25,00) alcune preziose carte del fascicolo Bombing of Rome scovato nei National Archives di Londra (con i materiali de ministero dell’Aeronautica inglese e della Royal Air Force). «L’imbarazzante richiesta del pontefice riflette l’impostazione tenuta dalla Santa Sede nel corso dell’intero conflitto: la difesa di Roma come simbolo della cultura occidentale, oltre che patria del Cattolicesimo. Un patrimonio da affidare alla tutela della razza bianca». E le cosiddette “marocchinate”? Si può ipotizzare che fossero arrivati alla Santa Sede lontani echi delle orribili violenze commesse in Ciociaria e nel Frusinate dai soldati di colore provenienti dalle colonie francesi? «Non lo possiamo escludere, anche se è difficile che la notizia di quegli stupri avesse già raggiunto il Vaticano».
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