È passato quasi un anno da quando Robert Lanza, della Advanced Cell Technology, annunciava dalle colonne di Nature la creazione di cellule staminali embrionali ‘etiche’. Mentre la tecnica oggi in uso consiste nel fare a pezzi l’embrione per ricavarne le staminali, Lanza e la sua équipe decisero di sfruttare le modalità di prelievo adoperate normalmente per la Diagnosi genetica di preimpianto. Queste consistono nell’estrazione di una o due cellule, quando l’embrione ne conta circa otto in tutto. Le cellule prelevate vengono analizzate per determinare se contengono anomalie genetiche, e l’operazione non sembra comportare conseguenze negative per l’embrione, che può in seguito svilupparsi normalmente. Ecco dunque l’idea di Lanza: utilizzare quelle cellule non per la diagnosi genetica, ma per farle moltiplicare fino a dare origine a una linea di staminali embrionali, senza distruggere l’embrione.
All’annuncio del successo ottenuto seguì per un attimo il plauso, perfino eccessivo, dei mezzi di comunicazione; ma fondamentalisti e integralisti reagirono quasi subito. La tecnica di Lanza sfruttava infatti la fecondazione in vitro, e in particolare l’odiatissima Diagnosi genetica di preimpianto, quasi promuovendone l’uso (si sarebbe potuto concepire in teoria un futuro, benché remoto, in cui da ogni embrione concepito in vitro si estraessero due cellule: una per costituire una scorta di staminali ad uso del nascituro, e un’altra – già che ci si era – per la diagnosi genetica). Ecco dunque partire una violentissima campagna di demonizzazione, che faceva leva su un’imprecisione giornalistica. Mentre infatti Lanza, allo scopo di minimizzare il numero di embrioni impiegati nella ricerca, aveva prelevato ben più di due cellule da ogni singolo embrione, distruggendoli, il lavoro era stato presentato dalla rivista come se avesse lasciato indenni gli embrioni. Da qui l’accusa a Lanza, montata ad arte, di avere mentito e di non avere ottenuto in realtà il risultato vantato.
Perché l’accusa era menzognera? Perché lo scopo di Lanza – raggiunto in pieno – era quello di dimostrare la derivazione di staminali dalle cellule prelevate a quello stadio precoce, non di dimostrare che il prelievo di quelle cellule non danneggia l’embrione: questo secondo obiettivo era stato raggiunto infatti da molto tempo, appunto con la tecnica ormai di routine della Diagnosi genetica di preimpianto. Nell’applicazione pratica, ovviamente, le cellule prelevate sarebbero state una o due, e l’embrione sarebbe quindi sopravvissuto. Ma queste considerazioni erano state del tutto taciute dalla disonesta propaganda dei reazionari.
Qualche giorno fa un comunicato stampa della Advanced Cell Technology («Advanced Cell Technology Develops First Human Embryonic Stem Cell Line without Destroying an Embryo», 21 giugno 2007) ha annunciato finalmente che la tecnica di Lanza è stata applicata con successo come se fosse a regime: prelevando appunto una cellula singola; pur nell’attesa di una pubblicazione scientifica, sembra proprio che si possa prendere per buona la notizia. Il timing dell’annuncio non è casuale, coincidendo praticamente con il veto annunciato da George W. Bush al nuovo voto del Congresso sul finanziamento federale alla ricerca tradizionale sulle staminali embrionali: Lanza e i suoi sperano di aver proposto un’alternativa valida che non incappi nelle maglie strettissime dell’etica di Stato americana, e di poter dunque attirare soldi pubblici nelle proprie casse.
Non è possibile prevedere quali saranno le reazioni degli integralisti di casa nostra. Per ora la notizia non sembra essere passata sui loro fogli – probabilmente aspettano un input d’oltreoceano (molta della propaganda che si spaccia qui da noi è in realtà una versione italiana riciclata del fanatismo fondamentalista della Bible Belt e dintorni); ma negli Usa si registra per ora soltanto qualche battutina livorosa: si spera verosimilmente che la campagna diffamatoria abbia minato la credibilità della Advanced Cell Technology.
Al di là di queste miserie, il giudizio sulla ricerca di Lanza rimane necessariamente in chiaroscuro: se da un lato la nuova tecnica potrebbe avere applicazioni interessanti, e dimostra comunque la maestria di chi l’ha ideata, dall’altro rappresenta – per quello che si può vedere – un metodo molto meno produttivo di quello tradizionale. Ma soprattutto, cercare di venire incontro ai fanatici rischia di legittimare di fronte all’opinione pubblica le ubbie di chi vede in ogni embrione una persona, rompendo il fronte della fermezza laica. L’appeasement, del resto, come si è visto anche in questo caso, non porta mai molta fortuna a chi lo pratica...
venerdì 29 giugno 2007
Robert Lanza alla riscossa
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento