venerdì 15 giugno 2007

Agnoli, Gould, Pievani

Sul Foglio di ieri («Gould e Pievani», 14 giugno 2007, p. 2) Francesco Agnoli si esercita nel consueto attacco agli evoluzionisti, con i consueti risultati. Per prima cosa ci comunica che Stephen J. Gould è il padre della teoria degli «equilibri puntuali» – una traduzione di punctuated equilibria che può a buon diritto scalzare nella classifica della peggiore l’incredibile «equilibri punteggiati» (molto diffusa) e la goffissima «equilibri puntuati»; in attesa, naturalmente, degli «equilibri puntuti» o di quelli «puntinati» (l’espressione inglese significa in realtà, inutile dirlo, «equilibri intermittenti» o «equilibri discontinui»). Ancor più sconcertante è il fatto che Agnoli, di Stephen J. Gould, parli sempre immancabilmente al presente, per cui alla fine ci si chiede se sia al corrente che lo scienziato è morto già da cinque anni...

Ma il meglio deve ancora venire. E arriva, puntuale, con questo attacco al filosofo della scienza Telmo Pievani:

Nel suo “Creazione senza Dio”, Pievani, dimostrando palesemente l’afflato ideologico che lo anima, esordisce sostenendo che “il giorno in cui sarà possibile accettare davvero le origini completamente materiali del nostro corpo e della nostra mente cadranno i fondamenti non soltanto della fede, ma anche della morale e della convivenza umana”.
Ora, a chi conosce i libri di Pievani, la citazione suona un po’ strana: non è il genere di cose che scrive; in effetti, quella riportata sembrerebbe a prima vista l’affermazione tipica di un creazionista. Inoltre, anche solo stando al seguito dell’articolo di Agnoli, dove l’insegnante trentino se la prende con Pievani perché propone un’«etica senza dio», la cosa appare anche contraddittoria: se l’evoluzione facesse cadere i fondamenti della morale e della convivenza umana, come sarebbe possibile fondare poi un’etica, sia pure solo laica? E tuttavia il brano del libro di Pievani è riportato tra virgolette...
L’arcano si spiega andando a consultare il volume, dove a p. 3 si trova in effetti il passo incriminato; ma con una piccola parte iniziale, che Agnoli ha ritenuto opportuno omettere:
Potremmo ignorarlo [Darwin] perché temiamo che il giorno in cui sarà possibile accettare davvero le origini completamente materiali del nostro corpo e della nostra mente cadranno i fondamenti non soltanto della fede, ma anche della morale e della convivenza umana.
Pievani, come si vede, non sta facendo un’affermazione propria, ma sta attribuendo un timore a quelli che la pensano come Francesco Agnoli: la pagina (e il libro) si apre infatti con la frase «Potremmo ignorare Darwin per i motivi più diversi», e prosegue dando le ragioni solitamente avanzate da chi pretende di poter fare a meno della lezione darwiniana.

Come al solito, il dilemma è: falsificazione volontaria, o totale incapacità di comprendere un semplice testo scritto? Noi di Bioetica non siamo mai maligni, e sono quindi assolutamente sicuro che l’ipotesi vera sia la seconda...

14 commenti:

Joe Silver ha detto...

:-)

Curioso, qualche tempo fa discutevo sul sito UAAR con un blogger che sostiene anche lui la tesi che Pievani sia una specie di dogmatico fondamentalista che usa Darwin per propagandare l'ateismo.

Non ho ancora letto Creazione senza Dio (l'ho leggiucchiato in libreria) ma ho seguito diverse sue conferenze e interventi televisivi e radiofonici e l'impressione è proprio opposta: una persona pacata, estremamente attenta a chiarire i concetti e certo, a smontare le tesi dei creazionisti, ma sempre con correttezza e onestà.

Insomma queste accuse mi sembrano come quando il bue dice all'asino: «cornuto!»

Anonimo ha detto...

Io "Creazione senza Dio" l'ho letto (lo consiglio) e posso confermare che Pievani rispecchia a pieno le impressioni riportate da Joe Silver.
Purtroppo, facendo meno "colore" di altre persone, Pievani non ha molta visibilità, ma è molto efficace nel riportare la discussione sull'Evoluzione nel giusto ambito e ribadire la differenza di competenze tra fede e scienza (differenza che col XXI secolo si sperava acquisita).
Che Agnoli (e il Foglio) attacchino chi, come lui, porta avanti i suoi ragionamenti con pacatezza, evitando i toni da scontro ideologico (che è quello che vogliono), è significativo.
Tutto questo detto da un credente (con molti dubbi), che nei libri di Pievani e della De Monticelli sta trovando l'unico conforto per affrontare questi tempi
Claudio

Anonimo ha detto...

cose su Pievani, abbia permesso la pubblicazione del pezzo di Agnoli. Consiglierei ad Agnoli, filosofo della scienza, di aggiornare la sua nozione di darwinismo in luce delle odierne (in realtà sono cinquant'anni) conoscenze di biologia molecolare e dello sviluppo.

www.biovisioni.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Scusate, volevo dire che sono stanco di questo Agnoli che discetta di cose di cui non ha la ben che minima nozione. Mi chiedo anche come Ferrara, che avaeva detto cose buone su Pievani, abbia permesso la pubblicazione del pezzo di Agnoli. Consiglierei ad Agnoli, filosofo della scienza, di aggiornare la sua nozione di darwinismo in luce delle odierne (in realtà sono cinquant'anni) conoscenze di biologia molecolare e dello sviluppo.

www.biovisioni.blogspot.com

Giuseppe Regalzi ha detto...

Claudio, Roberta De Monticelli (Sullo spirito e l'ideologia. Lettera ai cristiani, Baldini Castoldi Dalai) l'ho letta quasi contemporaneamente a Pievani. È un gran libro, anche per chi non è cattolico: i passi su Welby, per esempio, sono persino più incisivi di quelli scritti da molti non credenti.

Giuseppe Regalzi ha detto...

La cosa sconvolgente è come Agnoli sia riuscito a stravolgere il pensiero di Pievani, riportandone una citazione monca. Io forse vivo fuori dal mondo, ma dopo una cosa del genere lo butterei fuori da qualsiasi quotidiano che non sia il giornalino dell'Istituto Tecnico Grafico parificato “Sacro Cuore” di Trento (dove insegna). Tenendo anche conto che Il Foglio va avanti con i soldi che lo Stato gli elargisce: i nostri soldi...

Joe Silver ha detto...

Sei un'anima candida, mentre Ferrara di certo non lo è.

E comunque se sullo stesso giornale Sermonti può travisare Darwin e Einstein, perché non dovrebbe essere concesso anche ad Agnoli di farlo con Pievani?

Anonimo ha detto...

Giuseppe: io "Sullo spirito e l'ideologia" lo stavo leggendo il sabato del "Family day" e ti assicuro che quello che vedevo alla TV assumeva una luce inquietante. Quanto al Foglio, è logico che Ferrara debba sbandierare la sua bonomia verso i laicisti-scientisti-relativisti meno in errore (perchè lui è quello tollerante), tanto sono gli scagnozzi a picchiare.
Claudio

Giuseppe Regalzi ha detto...

Joe: perché alla lunga, in questo modo, la guerra che Ferrara sta combattendo si perde. La statura intellettuale e culturale di un Pievani è diecimila volte quella di un Agnoli (Sermonti, almeno, ha una fama – usurpata, ma sempre fama – da spendere). E questo, alla lunga, fa la differenza. Persino in Italia.

Anonimo ha detto...

Per Giuseppe: da un lato sono d'accordo.
Dall'altro ho paura che la statura o la fama non contino poi tanto.
La funzione de Il Foglio è generare dei leit motif, dei topoi che poi vengono ripresi da altri giornali e altri mezzi.
Perché ormai non è più questione di autorevolezza o onestà intellettuale.
L'importante è il volume di fuoco.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Questa è un'ottima descrizione del meccanismo infernale in cui ci troviamo (anche se penso che in genere gli slogan siano elaborati più in alto loco del Foglio: vedi l'articolo di Girolamo De Michele). E tuttavia se domani Pievani scrive una letterina al Foglio in cui illustra per bene quello che Agnoli ha fatto al suo testo -- e gliela devono pubblicare, ha il diritto di replica -- che figura fanno giornalista e direttore? Ferrara potrà anche rispondere con qualche parolina sarcastica, o abbozzare una difesa d'ufficio, ma...

Il problema è che Ferrara, di scienza e in particolare di evoluzione, sa meno di nulla; ed è per questo che dà credito agli Agnoli e ai Sermonti. In questo vedo una debolezza da sfruttare: non è decisiva, ovviamente, ma tutto serve.

Metilparaben ha detto...

E dire che poi sono loro, che blaterano a ogni pie' sospinto di essere male interpretati...

Anonimo ha detto...

il problema è che a Ferrara, della scienza e dell'evoluzione, non gliene importa niente, e credo anche del cristianesimo, se non per il fatto che serve come autorità che indirizza e stabilisce cosa è bene e cosa è male ...e guai ai prelati che non si adeguano al loro ruolo di difensori contro il relativismo, tipo Martini, o a chi si oppone all'uso ideologico del cristianesimo (pag. 5 Foglio di oggi, lo sproloquio contro la De Monticelli). L'evoluzione è campo di battaglia solo perchè è un ostacolo (legittimo e sacrosanto) al tentativo di imporre una visione morale basata sulla legge naturale.
Ferrara era orfano di un'ideologia e se ne è cercata un'altra.

Anonimo ha detto...

Falsificazione volontaria, o totale incapacità di comprendere un semplice testo scritto? La seconda che hai detto!