Un editoriale da ricordare, quello sull’ultimo numero di Nature («Evolution and the brain», 447, 2007, p. 753), in cui si risponde ad alcune dichiarazioni del senatore americano creazionista Sam Brownback:
Gli esseri umani si sono evoluti, sia nella mente sia nel corpo, da antichi primati. Il modo in cui gli uomini pensano riflette questa eredità non meno del modo in cui le loro braccia e le loro gambe si articolano, il loro sistema immunitario attacca i virus e i coni delle loro retine elaborano i colori. E questo si applica non solo a come si attivano i nostri neuroni, ma anche a vari aspetti dei nostri giudizi morali […]
Ciò non confuta definitivamente l’idea che la mente umana sia, come vorrebbe il Senatore Brownback, un riflesso della mente di Dio. Ma l’ipotesi che un’entità capace di creare l’Universo abbia una mente fornita delle stesse strutture emotive e percettive di quella di una scimmia dalla stazione eretta, adattata alla vita intensamente sociale di piccoli gruppi non gerarchici nella savana africana, sembra a priori improbabile.
1 commento:
forse il creazionismo non e' da rigettare a priori.
probabilmente si applica alla perfezione ai creazionisti: loro sono immagine di dio, noi siamo scimmie evolute.
bastera' dichiararci ontologicamente appartenenti a due specie diverse e il problema sara' risolto.
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