domenica 8 giugno 2008

Le regole del dialogo secondo Isabella Bertolini (e molti altri)

Isabella Bertolini (Pdl):

L’abbiamo detto a chiare lettere nella scorsa legislatura e lo ribadiamo oggi in occasione del Gay Pride di Roma: nessun riconoscimento pubblico può essere concesso alle coppie omosessuali. La Costituzione italiana riconosce e tutela la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna [...] Qualora fossero presenti eventuali lacune nelle leggi si possono affrontare con strumenti giuridici di natura privatistica già presenti nel sistema civilistico italiano o con modifiche al codice. L’ostinazione con cui si persegue il riconoscimento pubblico delle unioni di fatto risulta controproducente alla stessa causa omosessuale. Si innesca infatti una contrapposizione muro contro muro che blocca sul nascere qualunque tentativo di dialogo. Un atteggiamento maggiormente responsabile e consapevole da parte degli stessi rappresentanti della comunità gay o dei pasdaran delle unioni di fatto sarebbe certamente più auspicabile. (AGI)
Peccato, Bertolini, che la Costituzione non parli di uomo e di donna, davvero un gran peccato. Sarebbero bastati 3 o 4 minuti per leggere l’articolo 29 (La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare).
Eventuali lacune? Ma la signora esce di casa oppure passa il tempo a mangiare i pasticcini con le amiche? A conversare amabilmente sulle mezze stagioni che non ci sono più e il prezzo delle patate per fare il pasticcio che va tanto di moda?
Ecco le regole del dialogo proposte da Bertolini: voi (cioè gli omosessuali, che tanto per essere ripetitivi prima di essere omosessuali sono persone e cittadini; ma di questo Bertolini forse non è consapevole) non rompete i coglioni più di tanto, accontentavi del nostro (cioè il popolo delle libertà – solo quelle loro ovviamente – e compari vari) pietismo e perfino buon animo, non scocciate con questo matrimonio e con la richiesta di simili diavolerie. Ma che andate cercando? Comportatevi responsabilmente, suvvia.
Mi sembra come quelli che dicono: bene parliamone, ma su questi punti (e giù un elenco piuttosto lungo) non sono disposto a trattare. A parte il fatto che mi ricorda qualcuno, ma non è che ci state prendendo in giro? Non so perché, ma ho questo sospetto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto bello e interessante questo blog. I temi della bioetica e della laicità mi sono molto cari. Compreso il gay pride del quale nel mio blog potrete trovare qualche foto. In ogni caso linkerò questo blog al mio così da potervi venire a leggere con frequenza. Complimenti ancora.
a presto

(A)

Anonimo ha detto...

Quand'anche la costituzione affermasse esplicitamente che la famiglia ha ad essere formata unicamente da un uomo e una donna, in che modo questo impedirebbe allo stato di riconoscere giuridicamente le coppie di fatto e dotarle di altri diritti e altri doveri (più "leggeri") rispetto alle famiglie?
Nel primo articolo c'è scritto che la Repubblica Italiana è fondata sul lavoro. Questo significa automaticamente che i disoccupati (o chi occupato non può essere: minori e pensionati) non devono avere alcun riconoscimento?...

Anonimo ha detto...

Aggiungo una cosa, riprendendo questa frase della Bertolini:
"L’ostinazione con cui si persegue il riconoscimento pubblico delle unioni di fatto risulta controproducente alla stessa causa omosessuale"

Peccato che il riconoscimento delle unioni di fatto non riguardi unicamente chi è omosessuale, ma anche tante coppie eterosessuali che, per vari motivi, non hanno modo o motivo di darsi a un legame così impegnativo come il matrimonio (stanti i numerosi paletti che ancora vigono in Italia per chi, eventualmente, desidera divorziare).

Unknown ha detto...

"risulta controproducente alla stessa causa omosessuale"

A parte la mole di putride idiozie della signorotta Bertolini, qualcuno ha idea su come otrebbe essere "controproducente"?

Me lo chiedo perchè appena insediata la cara coscialunga delle pari opportunità ha dichiarato che gli omosessuali non subiscono alcuna discriminazione e non sono oggetto di interesse da parte del suo ministero.

Visto quindi che già ora l'omosessualità è totalmente ignorata da Legge e Stato, come potrebbe andare peggio? Intendono riproporre le cure forzate? Gli si tolgono eventuali figli? Li si esilia in quanto "pericolosi per la pubblica morale"?