lunedì 5 marzo 2007

La posta del cuore (di Paola Binetti)

Scrivi a Paola Binetti: paolabinetti@paolabinetti.it.

Cara Paola Binetti,
anzi
Egregia professoressa Binetti,
ma che dico (prima persona dell’indicativo presente del verbo “dire”, niente a che vedere con quella caricatura di famiglia da strapazzo),
Onorevole senatrice Binetti,

Le scrivo per fugare qualche atroce dubbio a proposito di alcuni interrogativi. Siccome Lei è una autorevole referente (ho letto con attenzione il Suo sito e sono rimasta colpita dal Suo percorso di donna e di medico e di specialista nonché di psichiatra, ed oggi di senatrice) mi sono permessa di invocare qualche minuto della Sua attenzione perché c’è una questione che mi preme e che ho l’urgenza di chiarire. Perché, vede, io non ci dormo la notte.
Ho letto che dal “1975 al 1990 [Lei] ha diretto a Milano un centro di Orientamento per adolescenti (Associazione FAES – Famiglia e Società), con un ampio servizio di consulenza per i genitori” e dal momento che sempre Lei è stata “Direttore del Dipartimento per la Ricerca Educativa e Didattica presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. Past President del Comitato Scienza & Vita per la legge 40. Presidente della Società italiana di pedagogia medica. Vicepresidente della Società italiana di informatica medica. Membro di diverse istituzioni, tra le quali il Comitato Nazionale di Bioetica. Specialista in psicologia clinica e in neuropsichiatria infantile, è psicoterapeuta. Ha diretto dal 1973 al 1990 un Centro di orientamento per adolescenti con servizio di consulenza ai genitori. Presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma insegna Storia della medicina, Psicologia clinica e Scienze umane. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca in Italia e all’estero. Ha al suo attivo oltre 200 articoli su riviste, oltre che numerosi volumi nel campo della Medical Education”, solo per citare qualcosa del Suo sterminato passato (dalla Sua Biografia), ecco, considerato tutto questo ho ritenuto che fosse la persona giusta cui domandare, cui affidare la soluzione del mio affanno.
La questione è questa: ho una gatta piuttosto irrequieta e che manifesta strane passioni per le altre gatte. Io sono molto preoccupata. Vede, per il buon nome di una famiglia (e io ci tengo molto al buon nome della mia famiglia) è bene che non vi siano elementi che possano mettere in dubbio questo buon nome (ripeto, ci tengo molto). Ho provato a negare (quante bugie!, quante difficoltà!, quale peso per un cuore puro come il mio!), ho provato a pensare che fosse un problema legato alla crescita (anche i felini incontrano qualche incertezza durante l’adolescenza), ho sperato che il tempo risolvesse la penosa inclinazione omosessuale. Ma poi i fatti hanno avuto il sopravvento sulle mie speranze. Allora ho cercato sulle Pagine Bianche l’indirizzo di un veterinario, e ho trovato una dottoressa vicino alla mia abitazione (più facile da raggiungere, considerando anche il traffico cittadino): dr.ssa Paola Bonocore. Il suo nome mi ha rincuorato (non solo per l’omonimia con il Suo, ma anche e soprattutto il significato del cognome della dottoressa in questione); ho telefonato e ho preso un appuntamento.
Ebbene: spiegate le circostanze alla veterinaria, mi sono trovata in un baratro ancora più profondo. Perché mi è stato risposto che non ci sarebbe nulla di male in una inclinazione omosessuale. A nulla sono servite le mie proteste. A nulla il mio appellarmi alle Sue dichiarazioni (“L’omosessualità è una devianza della personalità”). La risposta non è cambiata. Il buon nome della mia famiglia infangato per sempre. E non solo. La mia insistenza ha sortito soltanto l’effetto di un invito a cena per “approfondire la questione”. Come se fossi scema!
Così il buon nome della mia famiglia sarebbe stato doppiamente infangato: la gatta e la padrona con devianze della personalità!
(Certo, però, la dottoressa era molto carina, e non sembrava poi tanto diversa dalle cosiddette persone normali. Era un po’ diversa da Lei, professoressa, psichiatra, onorevole, a pensarci bene. Ma forse era per via del suo sorriso. Lei, onorevole, ride di rado. Lo so, c’è poco da ridere.)

(Nella foto è ben visibile lo sguardo lascivo e peccaminoso. Il fare deviante...)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Effettivamente se ci addentriamo un attimo nello sterminato campo dell'omosessualità animale tutte le teorie 'paternalistico-genitoriali' alla Risè e Binetti e via cantando vanno a farsi benedire....ops, si può dire benedire in questo blog? :-)))

Anonimo ha detto...

ma.... è vera questa lettera??? Vi prego, ditemi che è una presa in giro!!!!

Anonimo ha detto...

scusate, in effetti era ovvio ke è una presa in giro!!!

Liena67 ha detto...

ho trovato per caso questo vecchio post.....fantastico!!! ^_^