lunedì 21 agosto 2006

Il linguaggio con cui Dio ha creato la vita

Ci è voluto un intero fine settimana per digerire un articolo di Giulio Meotti (Il guru del genoma alla caccia del linguaggio scientifico di Dio, Il Foglio, 19 agosto 2006) su un eroe moderno quale Francis Collins.
Si incomincia con una idilliaca e arcadica ricostruzione dell’infanzia di Francis Collins.

È cresciuto in una “sporca fattoria” di novanta acri della Virginia senza impianto idraulico. Si viveva di lavoro duro nei campi, un teatrino estivo e tanta musica. Figlio di un professore di letteratura attivista sociale e mangiapreti, Francis Collins, istruito a casa dalla madre letterata, aveva di fronte un brillante avvenire come scrittore (a nove anni rielaborò il “Mago di Oz”). I pochi contatti con Dio li teneva attraverso il coro di una chiesa episcopaliana: “I miei genitori mi mandavano in chiesa perché pensavano che fosse un buon posto per imparare musica”.
E poi l’agiografia prosegue con la descrizione delle conversioni (eh sì, non gli bastava una conversione).
Alla fede dice di essere arrivato con la lettura di C. S. Lewis e grazie a un amico che nel 1978 lo accompagnò in una chiesa metodista. “Capii che i miei argomenti contro la fede erano quelli di uno scolaretto. Nel mio ventisettesimo anno divenni un ‘born again’. La fede in Dio è più razionale della miscredenza. Agostino, Tommaso e Lewis hanno spiegato che la fede in Dio è plausibile. La legge morale descritta da Lewis è una caratteristica umana universale”.
Può anche essere che i suoi argomenti contro la fede fossero quelli di uno scolaretto, ma forse solo perché non ne aveva trovati di validi. Gli argomenti di Collins non esauriscono di certo tutti i possibili argomenti (validi) contro la fede (contro la fede come forma di razionalità o come verità scientifica). Il fatto poi che la fede sia più razionale della miscredenza è piuttosto divertente, e guarda caso non supportato da ragioni (perché non ce ne sono? perché sono tanto evidenti da essere superflue?).
Collins era un ateo indefesso prima di una gita alle Cascade Mountains. “La maestosità e la bellezza della creazione di Dio superò la mia resistenza. Come girai l’angolo e vidi una cascata, capii che la ricerca era finita. Il mattino successivo mi inginocchiai quando sorse il sole”. Da allora non è stato più lo stesso. Poi ci fu quella domanda inquietante, rivoltagli da una paziente su un lettino della North Carolina University: “In cosa credi?”. La sua conversione, narrata in un libro degno delle migliori biografie scientifiche, coincise con i momenti più alti della sua carriera.
Sarebbe interessante approfondire il paragone con le migliori biografie scientifiche. In che senso il libro che narra la confessione di Collins sarebbe degno...? Magari dal punto di vista stilistico? Senza dubbio sono belle le Cascade Mountains (vedi foto), ma che fossero addirittura in grado di scatenare tutto ciò chi l’avrebbe immaginato?
“Mi spaventa la visione deterministica della cultura popolare e del vocabolario. Dio può intervenire, sono i miracoli. Il genoma ci dice quali componenti sono necessarie per costruire un organismo che ha le proprietà biologiche di un essere umano a partire dal singolo embrione. Ma la nostra ‘umanità’ è molto più di questo. Sulle grandi domande interessanti, come ‘perché siamo qui?’, o ‘perché gli esseri umani bramano per la spiritualità?’, trovo la scienza insoddisfacente.
La visione deterministica, criticata da moltissimi scienziati che tuttavia non ricorrono ai miracoli, non può costituire la ragione per invocare Dio. Sulle domande cui la scienza non può rispondere ci si può rivolgere altrove, non necessariamente alla divinità.
Quando scopro qualcosa sul genoma umano, faccio l’esperienza di un senso di timore per il mistero della vita e dico a me stesso, ‘wow, solo Dio lo sapeva prima’. È una sensazione bellissima che mi aiuta ad apprezzare Dio. Dio ha reso tutto questo possibile. E la scienza diventa qualcosa di più di una scoperta”.
Non si poteva direttamente domandare a Dio invece di affaticarsi in ricerche complesse e costose e magari destinare quei soldi alla carità? Che fa Dio, ci prende in giro? Si diverte a nasconderci la verità? Come un bambino dispettoso nasconde i giocattoli preferiti?
I suoi eroi sono l’ebreo Maimonide e sant’Agostino, “lo scettico convertito che sentiva la visione evoluzionistica dell’essere umano in accordo con la Genesi. Dio usa il processo dell’evoluzione per creare l’uomo. Il Dio della Bibbia è il Dio del genoma. Può essere venerato nella cattedrale e nel laboratorio. Anche Albert Einstein vide la povertà di una visione del mondo naturalistica. Isaac Newton scrisse più interpretazioni della Bibbia che opere di matematica e fisica”. Luminare della terapia genica, non ha problemi a credere che la resurrezione di Cristo sia “il personale interesse di Dio negli esseri umani”. La musica sacra è l’epifania della natura divina nell’uomo: “Alla morte degli atleti israeliani a Monaco ’72, la Filarmonica di Berlino suonò il lamento in c-minore di Beethoven allo stadio olimpico, mescolando nobiltà e tragedia, vita e morte. Per alcuni attimi fui sollevato dalla visione materialistica in una dimensione spirituale indescrivibile”.
Ben interessante interpretazione dell’evoluzione umana. Dio del genoma? Venerato in laboratorio?
Collins è un argine, nella comunità dei genetisti americani, alla valanga di richieste di sperimentazione umana: “Mi oppongo all’idea di creare embrioni e farci degli esperimenti. Non siamo molto distanti dal periodo di devastante eugenetica del secolo scorso. Quando la tecnologia della diagnosi preimpianto sarà sempre più diffusa andremo incontro a una eugenetica fatta in casa”. A spaventarlo di più è “la precipitosa fuga in avanti del riduzionismo, la corsa febbrile consiste nell’attribuire tutto, persino i tratti della personalità, al Dna”. Durante una conferenza, un giornalista liberal gli chiese: “Crede nella Vergine Maria?”. E lui, senza battere ciglio e magari pensando ai leucociti rispose: “I do”.
1. Riguardo all’eugenetica ci siamo già pronunciati. 2. “La precipitosa fuga in avanti del riduzionismo” non ha come unica alternativa la credenza religiosa. Attribuire ‘tutto’ al DNA è sbagliato, ma contestabile anche sulla base di principi scientifici e razionali (evitando, così, il misticismo e le false credenze). 3. Credere nella Vergine Maria non è una risposta alla questione del riduzionismo e a nessuna altra questione scientifica. È solo una risposta personale (più o meno condivisibile; e comunque non dimostrabile). Perché mai Collins si opponga alla sperimentazione embrionale è lecito solo immaginare. E l’immaginazione rischia di allontanarsi dalle ragioni (ammesso che ve ne siano) date per scontate dal nostro.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Giulio Meotti è un disadattato che confeziona cornici per ritratti di disadattati su un giornale diretto da uno che si è sempre adattato a tutto.

Anonimo ha detto...

Giulio Meotti è un ateo devoto? A leggere il giornale sul quale scrive sembrebbe di si. Se le cose stanno così è stato folgorato, proprio come Collins.
E se così è, dopo la folgorazione di Ferrara, la legge 40 e il rigurgito laico-scientista di questo governo, vive il suo momento di gloria.
E allora, Chiara, perchè gli vuoi rovinare la festa con questi post? :-)
Ciao.
Cantor

Anonimo ha detto...

Per quale ragione dovete deridere chi dice di avere fede e di credere all'esistenza di Dio e al martirio di Gesù?

Angela

Anonimo ha detto...

Dio chi?

filippo

Anonimo ha detto...

Non sono un esperto della materia, ma secondo me a peccare di un riduzionismo che consiste "nell'attribuire tutto, persino i tratti della personalità al Dna" è proprio chi vuole attribuire lo status di persona all'ovulo fecondato, sulla base del fatto che esso contiene già un patrimonio genetico unico e irripetibile. Così l'individuo viene ridotto soltanto ai suoi cromosomi...

Giuseppe Regalzi ha detto...

È proprio così, Epicuro, hai colto nel segno. Ne parlavo in un post di qualche tempo fa.