sabato 12 agosto 2006

Da Buttiglione alla Cossutta, ovvero: risposta a Martin Venator

Martin Venator (del Blog dell’Anarca) ha avuto la cortesia di aggiungere un suo commento a un post di Chiara Lalli («Interpellanza contro Maura Cossutta»), apparso qui su Bioetica pochi giorni fa. Il commento è sostanzialmente una chiosa polemica alle ultime righe del post, cioè a questo brano:

Luca Volontè: “Sappiamo quali sono le posizioni; sappiamo, però, qual è il principio di laicità, principio attraverso il quale si è erroneamente «crocifisso» – faccio un esempio che sia chiaro in questo ramo del Parlamento – l’onorevole Buttiglione. Egli, citando Kant, non ha negato le proprie convinzioni, ma, nello stesso tempo, ha detto che le sue convinzioni erano una cosa e il rispetto della legge era un’altra, ed è stato cacciato per un malinteso sul concetto di laicità. L’onorevole Cossutta, invece, che nelle interviste dichiara di essere orgogliosa delle proprie posizioni, di non voler rinnegare i propri convincimenti, di volerli addirittura introdurre nella revisione della legge n. 40, non viene neanche sancita con un ammonimento”. Nessun malinteso, caro Volontè, ma una sottile differenza: lo Stato è laico e non confessionale, e dunque è inopportuno chi inquina la politica con le proprie credenze (religiose o calcistiche non fa differenza), non chi riafferma la laicità delle istituzioni.
Commenta dunque Martin Venator:
... e infatti Buttiglione non aveva inquinato la purezza dello stato laico con la «spazzatura» delle sue convinzioni religiose. Al contrario un «tribunale laico» di rappresentanti del popolo lo ha «processato» per il semplice fatto che aveva convincimenti religiosi. Lo ha chiamato, lo ha fatto sedere e gli ha chiesto: «ma lei per caso è cattolico?»... strano concetto di laicità questo. E nonostante lui abbia risposto: «sì... ma le mie convinzioni religiose si fermano di fronte alle leggi che i parlamenti sovrani impongono»... è stato linciato.
La sig.ra Cossutta non è stata chiamata da nessun tribunale inquisitorio per chiederle: mi scusi ma non è per caso lei quella che definì «illiberale e oscurantista» una legge votata dalla stragrande maggioranza di un Parlamento laico e confermata (volenti o nolenti) dal fallimento di un referendum? Si atterrà al rispetto del Parlamento e della sua volontà? Si metterà in tasca le sue convinzioni laiciste (altrettanto religiose e dogmatiche) e rispetterà la legge?
Ovviamente, io laico cattolico, sono convinto di sì... fino alla prova contraria. Non ho motivo di dubitarne ma che emerga qualche perplessità mi sembra normale.
La sig.ra Cossutta ha ribadito:
«Non rinnego la mia cultura, né affermo di voler scindere la mia persona». Chissà perché a Buttiglione invece questo è stato chiesto e imposto.
È divertente questa capacità «laicista» di rovesciare i problemi. Vi sfugge che la Precrimine di Dick è esattamente quella che il Parlamento Europeo ha imposto a Buttiglione... altro che le banali polemiche politiche sulla Cossutta.
Perché non provate invece... con un po’ più di umiltà, a rispettare le convinzioni etiche degli altri, senza questo ridicolo atteggiamento di superiorità?
La scienza che si fa ethos non è un problema di poco conto e francamente né noi biechi oscurantisti, né voi illuminati progressisti... sappiamo dove può portare.
L’episodio è indubbiamente impressionante, tanto che uno se lo vede quasi scorrere davanti: la convocazione inopinata, il corruccio dei membri dell’autonominato ‘tribunale’, la domanda fintamente ingenua – lo sanno anche alle isole Macquarie che Buttiglione è cattolico! – il trasalimento del filosofo, la sua risposta dignitosa – benché magari un po’ tartagliante – i giudici che si levano in piedi, «Avete sentito? Di quali altre prove abbiamo bisogno?», e cacciano ululando lo sventurato cattolico. Seppur con colpevole ritardo (magra scusante: Bioetica nel 2004 ancora non esisteva), ci terrei a esprimere tutta la mia solidarietà al mancato Commissario europeo – se solo le cose fossero andate veramente così. Ma è passato un bel po’ di tempo, e i ricordi di tutti si sono fatti confusi.
L’udizione di Buttiglione da parte della Commissione Libertà civili, giustizia e Affari interni del Parlamento Europeo, il 5 ottobre 2004, e della Commissione Affari giuridici il giorno successivo, non è stata un’eccezione: dal 1999 è prassi che tutti i candidati Commissari siano esaminati dal Parlamento. Nessuno ha chiesto a Buttiglione se fosse cattolico; un membro della commissione (della FDP, i Liberali tedeschi) gli ha chiesto conto dei suoi legami con gli Usa e col Vaticano (Hearing of Rocco Buttiglione, Commissioner-designate for Justice, Freedom and Security, Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs, Brussels, 5 October 2004, 2-015), e il candidato ha risposto di essere cattolico, e che questo non aveva praticamente nulla a che fare con il Vaticano («Ich bin ein Katholik, das ist kein Geheimnis, aber das hat mit dem Vatikan kaum etwas zu tun. Das hat eher mit Glauben zu tun, mit persönlichen Überzeugungen»; suppongo che la domanda cercasse qualche rassicurazione sull’indipendenza del filosofo, visti i suoi ben noti, stretti rapporti personali con Giovanni Paolo II, ma a quanto pare Buttiglione non l’ha intesa in questo modo).
Ciò che è stato chiesto al candidato è molto diverso. Buitenweg, dei Verdi europei, chiede conto a Buttiglione (2-018) del suo tentativo, nel 2000, di eliminare dalla bozza della Carta Europea dei Diritti Fondamentali ogni riferimento alla condanna della discriminazione contro gli omosessuali, gli contesta alcune dichiarazioni, in cui definiva l’omosessualità «un peccato» e «un segno di disordine morale», e gli ricorda che tra le sue responsabilità come Commissario europeo ci sarebbe anche, guarda caso, la lotta alla discriminazione in base all’orientamento sessuale. La risposta di Buttiglione è ineccepibile:
I shall remind you of an old and perhaps not completely unknown philosopher, a certain Immanuel Kant from Königsberg, who made a clear-cut distinction between morality and law. Many things may be considered to be immoral that should not be prohibited. In politics we do not renounce the right to have moral convictions. I may think that homosexuality is a sin but this has no effect on politics unless I say that homosexuality is a crime. In the same way, you are free to think that I am a sinner in most areas of life and this does not have any effect on our relations as citizens. I would regard it as an inadequate consideration of the problem to pretend that everybody agrees on moral matters.
We can build a community of citizens even if we have different opinions on some moral issues. The issue is rather non-discrimination. The state has no right to interfere in these matters and nobody can be discriminated against on the basis of sexual orientation or gender orientation. This is stated in the Charter of Human Rights. This is stated in the Constitution and I have pledged to defend this Constitution.
Peccato, veramente peccato per un unico neo: Buttiglione si è dimenticato di giustificare il fatto che proprio lui, nel 2000, voleva eliminare la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale dalla Carta dei Diritti, confluita poi nella Costituzione che «ha giurato di difendere». Che all’epoca non avesse ancora letto Kant?
La cosa, ovviamente, non passa inosservata, e dopo un po’ un altro membro della commissione – Cashman, dei Socialisti – torna all’attacco (2-050): se, come ha detto prima, lo Stato non ha diritto di discriminare in base all’orientamento sessuale, allora perché si è adoperato per cancellare proprio l’orientamento sessuale dalle condizioni non discriminabili della Carta Fondamentale dei Diritti? Stavolta Buttiglione non può far finta di non avere sentito, e se ne esce così:
It was clearly an amendment that said that, when we define the principle of non-discrimination, this principle is not applied only to a limited set of cases – those that are enumerated – it is a principle that is expansive, that should be applied also to different cases. I did not think that it was strengthened through the mention of homosexuals in particular.
Per capire questa spiegazione alquanto involuta dobbiamo andarci a cercare, nei labirintici archivi delle istituzioni europee, un documento poco appariscente e dal nome ancor meno invitante: CHARTE 4360/00 CONVENT 37, del 14 giugno 2000. Si tratta della sintesi degli emendamenti proposti dai membri della Convenzione alla bozza della Carta dei Diritti. A noi interessa l’articolo 22 (che nella successiva Costituzione Europea sarebbe poi diventato il II-81), comma 1 della bozza di partenza (p. 30):
Non è ammessa alcuna forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche, l’appartenenza a una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, un handicap, l’età o l’orientamento sessuale.
Ora riusciamo a capire un po’ meglio cosa voleva dire Buttiglione: il principio di non discriminazione dovrebbe essere applicato non solo ai pochi soggetti enumerati, ma diventare invece universale. Giustissimo, direte; e come proponeva il Nostro di raggiungere questo encomiabile obiettivo? Aggiungendo altri casi? Togliendo tutti quelli che ci sono e sostituendoli con una formula generale? Premettendo un «per esempio» che aprisse la strada a un’interpretazione non esclusiva? Niente di tutto questo: l’obiettivo si raggiungeva, per lui, togliendo la singola specificazione «o l’orientamento sessuale» (emendamento n. 444, p. 32), che «non rafforzava» il principio generale. Siete stupefatti? Lo sono anch’io – chissà, forse lo è anche Martin Venator.
Buttiglione si affretta poi ad aggiungere – siamo tornati all’udienza del 2004 – che sì, se fosse dipeso da lui la Costituzione sarebbe stata ben diversa, ma che comunque questa c’è, e a questa si atterrà (e tanti saluti a Immanuel Kant, verrebbe voglia di commentare).
Ma il clou doveva ancora venire. Perché il giorno dopo, alla domanda della parlamentare McCarthy, dei Socialisti (Hearing of Rocco Buttiglione, Commissioner-designate for Justice, Freedom and Security, Committee on Legal Affairs, Brussels, 6 October 2004, 4-034), su quale sarebbe stato il suo comportamento se la Commissione Europea o uno dei suoi colleghi commissari avessero proposto delle leggi in contrasto con le sue vedute morali, così risponde il Nostro candidato:
the answer is very simple. If there is a proposal contrary to my moral convictions, I would oppose it and I would enter into a dialogue as is normal in democracies.
Ma come, e la «netta distinzione» tra legge e morale? Buttiglione si deve rendere conto che l’ha fatta grossa; chissà, forse si levano dei vivaci bisbigli in aula (la trascrizione tace a questo riguardo). Ecco quindi che a Mr Buttiglione si sostituisce di nuovo in un lampo il buon dottor Kant:
I should add one reservation on this point. I am not sure that the distinction between morality and law has been clearly understood. I believe in freedom and liberty, and liberty implies that you cannot impose on others what you consider to be morally right because truth must be the form of the life of the individual person and, if it is imposed, it cannot be the form of his or her life. That is why we must accept that each human being has a right to give form to his own life according to his personal convictions. In many areas these will not have a direct social impact. You have a duty to respect the privacy of the other and you can try to change his opinion through dialogue, but you cannot force him through law, so I hold firmly to my moral convictions.
Ma oramai la frittata è fatta, e così commenta un’altra parlamentare, Monica Frassoni dei Verdi (4-043):
Commissario designato, devo dire che la Sua risposta all’onorevole McCarthy mi ha un po’ stupito, da una parte perché è evidente che nella sua risposta all’onorevole McCarthy è rientrata questa sorta di contraddizione che Lei cercava di sostenere per cui quando uno ha delle convinzioni morali, queste non hanno un impatto sulla politica. È evidente che ce l’hanno, come Lei stesso ha detto, perché nel momento in cui ci sarà una proposta che si opporrà ai suoi principi morali, Lei la combatterà come Lei ci ha detto. Quindi questa discussione un pochino retorica che c’è stata, anche per tutto ieri pomeriggio, è in qualche modo rivelata qui oggi, nella sua risposta alla domanda della signora McCarthy.
Mi sembra difficile sostenere, a questo punto, che Rocco Buttiglione fosse la persona più adatta per difendere gli omosessuali dalla discriminazione. Magari si potrà sostenere che la discriminazione degli omosessuali è in realtà una buona cosa: si sa, le radici giudaico-cristiane sono esigenti in materia (cfr. Levitico 18,22 e 20,13, Romani 1,26-27, 1Corinzi 6,9-10); ma la maggioranza del Parlamento Europeo la pensava in un altro modo, e per le non ancora estirpate radici ateniesi è la maggioranza che conta, in questi casi.
Oppure si potrà sostenere, ostinati, che questa è comunque una discriminazione religiosa; mi permetto in questo caso di rimandare alla lettera di una legge del nostro ordinamento, il Decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216 (GU n. 187 del 13/08/2003), Attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, che all’art. 3 comma 3 recita:
Nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza, nell’ambito del rapporto di lavoro o dell’esercizio dell’attività di impresa, non costituiscono atti di discriminazione ai sensi dell’articolo 2 quelle differenze di trattamento dovute a caratteristiche connesse alla religione, alle convinzioni personali, all’handicap, all’età o all’orientamento sessuale di una persona, qualora, per la natura dell’attività lavorativa o per il contesto in cui essa viene espletata, si tratti di caratteristiche che costituiscono un requisito essenziale e determinante ai fini dello svolgimento dell’attività medesima [corsivo mio].
Tra i firmatari – sorpresa! – anche l’allora Ministro per le Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione. Per inciso, il testo dell’articolo prosegue così:
Parimenti, non costituisce atto di discriminazione la valutazione delle caratteristiche suddette ove esse assumano rilevanza ai fini dell’idoneità allo svolgimento delle funzioni che le forze armate e i servizi di polizia, penitenziari o di soccorso possono essere chiamati ad esercitare.
È un’aggiunta indebita, che costituisce in potenza una grave discriminazione contro gli omosessuali, che possono in base ad essa essere esclusi senza ragione dal servizio nelle Forze armate o nella Polizia, e che non è sfuggita a Sophie In ’t Veld (Liberali e Democratici; nota in Italia per essere stata insolentita brutalmente da Giuliano Ferrara in una puntata di Otto e mezzo), presente nella Commissione che ha ascoltato Buttiglione il primo giorno (2-064).

E veniamo finalmente a Maura Cossutta; che non è stata chiamata da nessun «tribunale inquisitorio» perché, molto semplicemente, la prassi non lo prevede, a differenza di quanto succede nei rapporti tra Commissione e Parlamento europei; e a cui comunque nessuno avrebbe potuto contestare di aver definito «illiberale e oscurantista» una legge, visto che siamo ancora liberi in questo paese di chiamare le cose col loro nome. La legge 40 non è stata confermata dal fallimento del referendum: l’astensione ha segnalato semplicemente che gran parte degli elettori non ha voluto prendere posizione sulla materia, assieme a un numero non quantificabile di furbacchioni poco avvezzi a cedere alla volontà delle maggioranze democratiche. Non vedo poi come la Cossutta potrebbe mancare di attenersi al rispetto del Parlamento e della sua volontà – di questo Parlamento, beninteso, non di quello passato. E soprattutto, le nuove linee guida non potranno che rispettare la lettera della legge, visto che un atto amministrativo (un decreto ministeriale, in questo caso) ben difficilmente può abolirne uno legislativo; tutt’al più si tratterà di sanare qualche guasto approfittando delle lacune del testo (notoriamente scritto malissimo). Il Parlamento, se la maggioranza lo vorrà, ha comunque i mezzi per segnalare la propria insoddisfazione e per censurare l’operato del Ministro che nominerà la Commissione. Maura Cossutta, infine, ha ribadito le sue convinzioni, sì, e di questo non deve certo vergognarsi; altri non sono stati così lineari.

Quanto a dove potrà portarci «la scienza che si fa ethos»:
The end of our foundation is the knowledge of causes, and secret motions of things; and the enlarging of the bounds of human empire, to the effecting of all things possible.
Così Francis Bacon nella New Atlantis. Non è una prospettiva adatta ai pavidi, lo so.

Aggiornamento: la discussione prosegue in un post più recente.

14 commenti:

Maurizio ha detto...

Molto informativo. Grazie infinite :-)

Anonimo ha detto...

Caro Giuseppe, che dire...il tuo articolo è un esempio della bontà dell'approccio scientifico con il metodo che tu hai usato per confutare le tesi di un cattolico che si sente defraudato della sua funzione di "tutore" della sessualità.
Io ho una teoria e ci sto lavorando sopra per scrivere una serie di articoli: l'origine ultima del fondamentalismo religioso, di qualunque stampo, è soprattutto sessuale. Ma di questo ne riparleremo.
L'Anarca è un fiero difensore della legge 40 e forse ti ricorderai la querelle che ha visto due mesi fa Davide Romano (http://liberopensiero.blogosfere.it/) ed il sottoscritto impegnati a duellare con lui su questo tema a colpi di post e contropost. Gli va riconosciuto il merito di essersi impegnato a fondo nella discussione, lui che dichiara riservare solo indifferenza ai suoi nemici per cui i suoi interventi pungenti sono solo una questione di stile, immagino.
Spero che tu continui a trovare l’energia e la lucidità per scrivere così, non tanto per controbattere le posizioni contrarie quanto per il contributo informativo scientifico che indubitabilmente porti alla discussione.
Un abbraccio.
Cantor

Anonimo ha detto...

Mi accodo all'ottimo post così ben motivato...L'Anarca non è poi così cattivo, è solo un tantinello affetto dall'intolleranza che spesso rimprovera ad altri (e la sottoscritta è stata più volte attaccata dal nostro, sempre in modo assai poco motivato, invece, se non dalle sue convinzioni ossimoriche laico-religiose..:-)))

Martin Venator ha detto...

dolce inyqua... da te non me l'aspettavo questa pugnalata alle spalle. Mi sembrava discutere con te (e anche abbastanza raramente, non di attaccarti. Cavolo noi teo-con dobbiamo avere l'intolleranza nel sangue.
Tutto questo astio perché non ho letto l'articolo della dottoressa lituana? Vabbé non ti pago più la cena a Roma ;-)
Giuseppe ho letto solo ieri il tuo post... ti risponderò presto... spero... sopratutto per confutare buona parte delle tue affermazioni,
sopratutto quando si prende le documentazioni a pezzi e bocconi e la si ritaglia a "propria immagine e somiglianza"... neanche fossi un figlio di un dio cristiano... maledetto catechismo!!
Cantor: non sono uno strenuo difensore della legge 40. Sono uno strenuo difensore delle regole democratiche e la nostra querelle verteva proprio sulla legittimità o meno di qualche ometto politico nostrano di forzare i percorsi dialettici su temi complessi quali quelli che riguardano la bioetica.
Una volta sancito questo... la legge 40 si può pure cambiare, basta trovare una nuova maggioranza parlamentare... magari il più possibile trasversale, come è stata per quella che l'ha votata e come si chiede su questioni che hanno forte caratterizzaizone etica.
Il problema, sai perfettamente è a monte e riguarda il rapporto tra scienza e etica nell'epoca moderna, che Giuseppe liquida con un riferimento alle utopie cinquecentesche, ma che Bacone non poteva immaginare come sarebbe scoppiato.
Vi ringrazio cmq tutti per la pietà mostrata nei miei confronti... ha ragione Inyqua... non sono così cattivo... è che sono cattolico per di più neanche adulto. Cmq tranquilli spero di guarire presto! Magari frequentando più spesso i vostri blog... perché laddove c'è intelligenza è più semplice litigare.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Grazie a Maurizio, Cantor e Inyqua per l'apprezzamento.
Martin: non capisco cosa intendi per «prende[re] la documentazione a pezzi e bocconi e … ritaglia[rla] a “propria immagine e somiglianza”»; mi darai atto, in ogni caso, di aver sempre indicato e reso disponibili le mie fonti.

Anonimo ha detto...

Caro Anarca, uso lo spazio degli amici di Bioetiche per dirti che non ti sei limitato a non leggere quell'articolo (del tutto legittimamente), ma non hai mai perso occasione di tirarmi qua e là frecciatine (naturalmente un peccato veniale...). Certo questo non è attaccare, ma, nel generale clima di intolleranza (e non temere, che è un male che tutti attacca, non solo i cattolici!)è indicare in modo preciso chi sono gli infedeli..e la plebe si accoda, oh se si accoda...
Non avrei mai preteso una cena offerta...da tempo oramai so che per alcuni uomini il mostrare come sono propensi alla parità uomo-donna lo dimostrano solo nella riluttanza a tirar fuori il portafoglio...e comunque diciamo che a Roma gli inviti non mancano! Il mio unico invito nei tuoi confronti, invece, lo riservo nell'esortarti a maggior ponderatezza e rispetto dell'idee altrui...in chi si dichiara pro-life mi pare davvero il minimo (purtroppo sappiamo bene che i 'difensori della vita' poi ineluttabilmente si ritrovano a difendere la pena di morte...od un generico quanto pericoloso 'feeling' per tutte le guerre...)
In quanto alla simpatia resta immutata...sia chiaro, ed io non pugnalo mai alle spalle: sempre guardando fisso negli occhi!

Martin Venator ha detto...

dolce inyqua...
Se tu frequentassi più uomini oscurantisti e all'antica (come Buttiglione o Martin Venator)
non incapperesti in tali spiacevoli situazioni. Certo, magari poi ti metterebbero a lavare i piatti in cucina o a fare la calza davanti al caminetto (secondo il Buttiglione pensiero riletto da voi laici), ma perlomeno al ristorante pagherebbero loro.
Il concetto di infedele non appartiene ad un passionale lettore di Pascal; è più un vocabolo da integralisti e da talebani(religiosi e laici).
La ponderatezza non fa parte della mia natura... e neanche della tua, quindi non chiederla... e francamente non capisco il nesso tra ponderato e pro-life; se per te prolife è sinonimo di cristiano, ti ricordo che il cristiano è tentuo a perdonare gli uomini (e le donne) ma non le idee... se le ritiene sbagliate.
il rispetto si... hai l'obbligo di esigerlo. Ma sai meglio di me come il confine sia labile e spesso la sensibilità nostra muta a seconda delle circostanze. L'ironia non è mancanza di rispetto.. e mi sembra che mai (neanche in questa discussione con Giuseppe)siamo scivolati nell'offesa...tranne una piccola accusa di pavidità che noi, biechi cattolici pro-life, perdoniamo con magnanima superiorità.
Sul fatto che i pro-life amino la pena di morte e le guerre...diciamo che il tuo demone (quello socratico sia chiaro... non quello oscurantista e cristiano) stavolta ti ha suggerito una cazzata.
Su occhi e pugnale sarà come dici tu... ma allora quel coltello tra le mie scapole chi ce l'ha messo?

Giuseppe: "in ogni caso ti do atto"

Cantor: in quanto cattolico e sano "peccatore" non posso sentirmi dafraudato della funzione di "tutore" della sessualità altrui per il semplice fatto che non sono tutore neanche della mia. Un cattolico sa che la sessualità muove i confini di ciò che non si controlla. Cmq aspetto con ansia i risultati della tua teoria ricordandoti però che c'è stato già un certo Sigmund Freud che qualcosa ha scritto in proposito e... nel caso ti venisse in mente di buttarti nella solita raccolta di luoghi comuni su sessualità cristiana, sessuofobia, repressione femminile e banalità del genere, ti rimando ad un superbo e impareggiabile post dell'Anarca che può servirti come spunto di riflessione su sesso e chiesa.
http://blogdellanarca.blogspot.com/2005/12/sessossessione-se-la-chiesa-d-lezioni.html

Un saluto a tutti.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Caro Martin, l'accusa di pavidità segue il tuo commento sul nostro «ridicolo atteggiamento di superiorità». Sai, noi laici siamo leggermente meno inclini al perdono delle offese...
Attendo la risposta promessa.

Martin Venator ha detto...

... voi laicisti (non laici) siete poco inclini a molte cose.
Spero di riuscire a farla prima di partire... famiglia permettendo, (sai noi per oscurantisti cattolici la famiglia serve a fare figli e a proteggere le femmine...e non sai che fatica!)
:-)

Giuseppe Regalzi ha detto...

Voi oscurantisti, invece, a quanto vedo, siete inclini a una cosa soprattutto: la lagna... ;-)

Fai con comodo; aspetterò.

Anonimo ha detto...

Caro Anarca, non frequento uomini oscurantisti proprio perchè 'ho già dato' ed ho, liberamente, scelto da che parte stare..Nel mio piccolo la constatazione è questa: meglio uomini allegri...e tu m'insegni che l'allegria non è roba da credenti (di qualsiasi confessione...): troppe punizioni all'orizzonte per chi sgarra, ed io sgarro parecchio per mia fortuna...
Assolutamente 'pro-life' per me non è sinonimo di cristiano...vedo che la propaganda negativa ti ha colpito come un pivello, proprio tu che fai dell'informazione il tuo lavoro!!!!Io non ce l'ho affatto con i cristiani:offro e pretendo rispetto e, nei cai peggiori, solo indifferenza...Anzi, se tu mi leggessi (invece di mediare le tue informazioni dalla controinformazione blogsferica)sapresti che davvero trovo più indisponenti i cosiddetti 'atei devoti' alla Ferrara...novelli crociati attivi della disinformazione 'ad usum delphini'.... ma io al giochetto della Destra che si attacca alle fotine delle manine dei feti non gioco,grazie...so che tu ami questa spettacolarità, forse perchè ignori i drammi quotidiani dei malati...che io ahimè frequento in due vesti, da paziente e da medico....
L'ironia è un'arma a doppio taglio:prova ne è che molto spesso chi la usa non ama a sua volta esserne oggetto (e ti assicuro che non parlo per me...)
Sul parallelismo fra pro-life e pro pena di morte potrei farti molti illustri (e meno illustri) esempi...prova a scorrere i blogroll del Castello e di Blog4cdl e ne troverai a sfare...poi se tu mi dici che distogli i tuoi occhietti sensibili quando vedi certi aberrazioni io ti credo...ma da qui a dire che non esistano ci corre un bel po'...
Su su che voi crociati sotto la croce portate la cotta di maglia, lo so...ed il mio coltello (solo la mia esile voce di professiinista, peraltro..)ti ha scalfito e basta...rialzati ma ricordati che colpirmi a tradimento (e senza manco linkarmi, che mancanza di educazione...:-)produce i suoi effetti...
Giuseppe: come hai ragione...'sti cattolici della domenica si lagnano sempre...e scambiano sempre i laici per laicisti...perchè il Verbo alberga solo nelle anime di credenti e laici...gli altri son senza etica...non credere in un Dio rende senza etica...come no!

Anonimo ha detto...

Caro Anarca,
Sigmund Freud ha sostenuto tesi che io considero semplicemente ridicole, nel loro complesso. Quando parlo di tutore della sessualità, intendo in generale la dottrina cattolica che tende a mettere appunto "sotto tutela" la sessualità di noi poveri umani, a partire da quella dei ministri della Chiesa stessa, i quali, contro natura, della sessualità possibilmente non dovrebbero neanche parlare.
Quanto al tuo post, credo che tu confonda il sano erotismo del cristianesimo con l'eiaculazione precoce di cui soffriva Mishima.

Anonimo ha detto...

E poi, caro Anarca, mi spiace, ma io appartengo a quella parte di umani che non credono e che sono convinti dell'inutilità di questa messa in scena delle religioni monoteiste, da secoli una delle cause maggiori di sofferenza, dolore, oscurantismo e morte violenta, tutto grazie al loro dogmatismo congenito.
Non che tutto parta da lì ma se non si fosse inventata la fiaba di Adamo ed Eva, forse ci saremmo risparmiati tante grane. E non parlo solo del cristianesimo ma, appunto, di religioni teiste o monoteiste in genere.

Detto questo, io sostengo le mie opinioni e mi confronto con quelle di chi è d'accordo con me e di chi non è d'accordo. Nel tuo caso, indubbiamente sei un osso duro ma nel mio primo commento ti ho espresso dei riconoscimenti. Questo vuol dire che non ti considero un nemico ma un avversario, con il quale discutere con onore e dignità. Mi raccomando non mi deludere.

Un saluto

Martin Venator ha detto...

Caro Cantor... la delusione è sempre dietro la porta della nostra vita... ma farò del mio meglio. Ti ho manifestato stima anche io e lo sai... non mi deludere con i luoghi comuni. E NON TOCCARMI MISHIMA!!!
Scusa anche noi cattolici a volte andiamo in escandescenza.
Cmq tranquillo, se ti ci metti d'impegno... ti accorgerai che qualcosa di buono queste maledette tradizioni monoteiste l'hanno fatto. Per esempio ti hanno tolto la rottura di palle di scagliarti contro 155 divinità. Ora ce ne hai solo con cui incazzarti. Ecco una perfetta ottimizzazione dei processi.
Eppoi vuoi mettere quella balordaggine di dire che siamo fatti "a immagine e somiglianza di Dio" che ha prodotto quella cosuccia assolutamente marginale che si chiama eguaglianza. Senza la quale oggi ci dovremmo preoccupare di gestire qualche milione di schiavi per i nostri processi produttivi, senza contare i sindacalisti disoccupati.
E poi pensa che bello... sta storia di un dio che si fa uomo che ci ha tolto di mezzo quei fastidiosissimi riti dove dovevi sgozzare agnelli e capretti in qualche tempio pagano che poi bisognava litigare con vegetariani e animalisti e non ti potevi mettere il vestito buono la domenica che te lo sporcavi di schizzi di sangue.

Dolce Inyqua,
solo una preoccupazione: tu non conosci le storie di dolore e sofferenza che appartengono alla mia vita. Di ciò che accompagna una malattia o la fine di una persona.Parlarsi con un blog è divertente ma non esaurisce la complessità di un rapporto.
Io purtroppo i "drammi quotidiani dei malati" li conosco... purtroppo si, e anche tanto.
Su questo proviamo a capirci... un punto più facile degli altri.
Per il resto, pensa... io invece frequento un sacco di donne non credenti... alcune divertenti altre meno. Io quella cosa lì non te l'ho mai insegnata. Si vede che non hai mai letto Chesterton o C.S. Lewis... o quei "divertentissimi" trattati di teologia del card. Biffi. Ho conosciuto cattolici spiritosissimi e laici più pallosi di Prodi. Francamente non credo sia un problema di fede. Io, per esempio, sono un tipo divertentissimo... quindi nun sai che te perdi.
Cmq non volevo colpirti a tradimento... non mi sono accorto e se l'ho fatto mi dispiace.E che co' 'sta cazzo de cotta de maglia e 'st'elmo squadrato che noi crociati se mettemo pure d'estate, nun se vede gnente... figurate i link...

Giuseppe... solo per dirti che ti ho risposto… domani parto per le mie vacanze… ci becchiamo al ritorno spero.