martedì 22 agosto 2006

RU486: oltre a Morresi e Roccella, ci si mettono pure le News di Articolo 21

Le posizioni di Assuntina Morresi e di Eugenia Roccella sono ormai piuttosto note. Così come le nostre posizioni al riguardo. Ad aggravare le insensatezze ricorrenti sulla RU486 e altri temi biotecnologici ci si mette questa volta anche un articolo pubblicato su Articolo 21 News, dal titolo Aborto: RU486; meeting, strumento per metter mano a legge 194 (anche la punteggiatura e l’italiano lasciano piuttosto a desiderare...), 21 agosto 2006. Sarà il caldo?

La pillola RU 486 “è una truffa colossale dal sapore squisitamente mediatico-commerciale che ha anche una valenza politica: far esplodere la legge 194 per consentire la privatizzazione dell’aborto”.
È duro l’attacco contro la ‘pillola del giorno dopo’ mosso al Meeting di Cl da Eugenia Roccella ex leader del Movimento di liberazione della donna durante un incontro con Giancarlo Cesana.
Liberazione della donna, verrebbe da dire, dalla ragionevolezza e dall’onestà di offrire ‘prove’ delle proprie dichiarazioni. Liberazione riuscita alla perfezione per la Roccella. Chissà che non le abbia barattate per ottenere l’immortalità (non di certo l’onniscienza!). La confusione tra la RU486 e la pillola del giorno dopo è da attribuire verosimilmente agli estensori dell’intervista. Consigliamo loro di documentarsi prima di avventurarsi in campi sconosciuti e misteriosi.
La truffa colossale, poi, sembra essere l’abuso di espressioni volutamente scioccanti, ma prive di qualunque contenuto. Ma andiamo avanti.
“La Ru486 – dice Assuntina Morresi, docente di Chimica dell’Università di Perugia, parlando a circa mille persone – … è una truffa sulla pelle delle donne perché si dice che l’aborto è facile, mentre in realtà è carico di dolore e sofferenza”. E, secondo la studiosa, quello che in Cina viene chiamato il ‘farmaco incubo’ non è una pillola del giorno dopo, ma un composto ormonale letale (mifepristone) che, in sinergia con una prostaglandina, provoca in successione la necrosi dell’embrione per assenza di nutrimento ed un falso aborto spontaneo molto doloroso, e soprattutto emorragico, entro 15/30 giorni dall’assunzione dei farmaci.
Roccella o Morresi? Non sarebbe chiaro in modo cristallino per quale ragione adesso a parlare è Morresi (almeno dall’articolo, lo diventa andandosi a guardare il programma: LA FAVOLA DELL’ABORTO FACILE. Miti e realtà della pillola RU486. Presentazione del libro di Eugenia Roccella e Assuntina Morresi), sebbene lo scambio di nomi non è particolarmente grave dal momento che la visione che abbracciano è senza dubbio la stessa. Non siamo comunque in grado di distinguere le genuine affermazioni della/e nostra/e dalle pessime interpretazioni di chi ha riportato le sue/loro parole.
Per la storia, il funzionamento e gli effetti della RU486 rimandiamo a RU486, la scienza si aggiorna... la pratica no. Per quanto riguarda l’attacco che la RU486 sferrerebbe alla 194, è utile riportare di seguito l’articolo 15 della legge sulla interruzione volontaria di gravidanza: Le regioni, d’intesa con le università e con gli enti ospedalieri, promuovono l’aggiornamento del personale sanitario ed esercente le arti ausiliarie sui problemi della procreazione cosciente e responsabile, sui metodi anticoncezionali, sul decorso della gravidanza, sul parto e sull’uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza.
“Le ricadute sociali di questa privatizzazione dell’aborto, ha continuato la Roccella, rappresentano il lato oscuro della maternità: il rapporto fra madre e bambino rientrerebbe così nella sfera della privacy, mentre nella maggior parte dei casi le morti avvengono tra il tinello e la cucina, nella totale solitudine e nella sottostima dei sintomi da parte dei medici.
L’attacco alla maternità, con tutti gli strumenti biotecnologici e scientifici, è un attacco al cuore della civiltà, dal momento che il rapporto madre-figlio rappresenta un atto di riconoscimento pubblico e sociale”.
La descrizione delle morti avvenute tra il tinello e la cucina rievoca decisamente le brutte storie di mammane e aborti clandestini (forse c’è stata una sovrapposizione mnemonica?) piuttosto che il ricorso all’aborto farmacologico. In che modo ci sarebbe un attacco alla maternità non è chiaro. Come tante altre vicende umane, d’altra parte. Rassegnamoci al mistero.

Nessun commento: