venerdì 9 marzo 2007

«Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno»

La prossima approvazione della legge portoghese sull’aborto, che fa seguito al referendum in cui il quorum è stato mancato ma in cui i Sì hanno prevalso, sta provocando strane reazioni nelle file cattoliche. In un commento a un nostro post, Eraldo Ciangherotti (del Centro Aiuto alla Vita Ingauno) così scrive:

Ma la cosa incredibile e contradditoria in tutta questa pagina politica del Portogallo è che, nonostante l’esito referendario sia nullo per la prevalente astensione del popolo portoghese, il fronte del “si”, tutto concentrato praticamente nella Maggioranza al Governo, legge, nel 25% complessivo a favore della modifica della legge, il chiaro segnale politico per cambiare una legge sull’aborto tra le più severe, in merito alla difesa della vita prenatale, e come un trattore passa sopra a tutto e a tutti, anche sopra alla volontà della maggioranza della gente (ben il 75%) che ha detto chiaramente di no o probabilmente ha deciso di non andare a votare non solo per questioni semplicemente meteorologiche, per proporre nonostante tutto una modifica della legge in materia di aborto per liberalizzare la pratica di interruzione volontaria di gravidanza.
Un blogger integralista filoclericale afferma a sua volta (VFiore, «E così via interpretando», From Being to Becoming, 9 marzo):
Il Portogallo depenalizza l’aborto. Da notare tre cose: prima e ovvia, la legge è stata votata dai soliti noti sociocomunisti e verdi; seconda, l’aborto era legale anche prima, sotto condizioni più restrittive; terza e sconcia, il referendum sulla legalizzazione era stato bocciato non avendo raggiunto il quorum (il 25% dei portoghesi aveva votato sì, circa il 20% no, il resto non aveva votato). Alla faccia della volontà popolare e della sua interpretazione politica.
Ora, in Portogallo alla vigilia del referendum, il governo (che aveva organizzato la consultazione) aveva dichiarato espressamente che avrebbe considerato il voto come un’indicazione a cui attenersi in sede legislativa. A questo punto, visto che si andava alla conta dei Sì contro i No, cosa avrebbe dovuto fare un antiabortista dotato di una pur minima dose di razionalità? Ovviamente, avrebbe dovuto votare No; e infatti la Chiesa locale, dopo aver inizialmente considerato la possibilità di indicare l’astensione, aveva dato proprio questa indicazione di voto («Iglesia en Portugal se moviliza por el “No” a despenalización del aborto», Aciprensa, 10 gennaio 2007).
Ma Ciangherotti e VFiore non l’intendono, e continuano contro la più banale evidenza ad attribuire agli astenuti un’intenzione contraria. Sono vittime della loro stessa propaganda – cioè della propaganda cattolica che al tempo dei referendum sulla legge 40/2004 aveva usato lo stesso argomento. Sostenere che il 75% degli Italiani fosse a favore della legge 40 era naturalmente falso, ma almeno allora qualcuno aveva invitato all’astensione e pretendeva che tutti gli astenuti avessero seguito il suo consiglio; sostenere che il 75% dei Portoghesi sia contrario all’aborto è invece, oltre che falso, anche ridicolo: chi era contro l’aborto ha invitato a votare No, non ad astenersi. E per una delle regole democratiche più elementari, chi si astiene lascia che a decidere siano gli altri.

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Ero di passaggio per altre ragioni (chissà quali, eh? ;-), ma colgo l'occasione per soddisfare una curiosità, senza alcun intento polemico.
Lo domando perché proprio non lo so: con quanto anticipo sulla data del referendum il governo portoghese ha fatto sapere che avrebbe accolto l'indicazione del voto a prescindere dal raggiungimento del quorum?

Giuseppe Regalzi ha detto...

Non lo so nemmeno io; abbastanza comunque da far impostare alla Chiesa già un mese prima del referendum la campagna per il No.

Anonimo ha detto...

Il ragionamento del blog bioetiche, benchè un po' spocchioso, massimalista e dogmatico e' comunque pacato e meditato. Su questo post, come ovvio, si interpretano i dati un pochino pro domo propria.... E la confusione è stata inevitabile.
1) Portogallo. 25% Sì 20 %. Se ne deduce, almeno dai dati riportati, che il 65% non avrebbe votato. E si dice, a ragione, che costoro non sarebbero contro l'aborto. Si dimentica di dire che, nello stessa maniera, non avendo aprtecipato al voto, non saranno stati neanche favorevoli. ergo, al 65% dei portoghesi andava bene la legge attuale con le sue restrizioni. Ergo, la volontà del popolo, a prescindere da quanto aveva previsto il Governo, è stata violata con la recente decisione del Parlamento.
2) Italia. La Chiesa sceglie per l'astensione, come avete giutsamente ricordato. Quindi il paragone con il Portogallo non si può fare. E questo vi è clamorosamente sfuggito. Il 75% degli Italiani, stando al criterio "come è stata impostata la battaglia referendaria", non desiderava modificare la legge 40/2004. Se avesse desiderato farlo sarebbe andato a votare più del 25% degli aventi diritto. Mi pare logica elementare.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Poi magari mi spieghi come un ragionamento possa essere allo stesso tempo «spocchioso, massimalista e dogmatico» e «pacato e meditato»: sono curioso... :-)

Stessa cosa con il 55% (non il 65%) di astenuti portoghesi: come fanno, esattamente, a essere contemporaneamente a favore della legge attuale e a non essere contro l'aborto? Diciamo piuttosto che al 55% dei portoghesi andava bene qualsiasi cosa avesse deciso il resto degli elettori. Mi pare logica elementare.

Quanto alla situazione italiana, nel post ho detto espressamente che era differente da quella portoghese. Ma anche qui, se è corretto dire che il 75% degli elettori non desiderava modificare la legge 40, si deve aggiungere che una parte cospicua (che io valuto attorno al 50%) non desiderava neanche non modificarla: era, semplicemente, indifferente all'esito referendario.

Anonimo ha detto...

1) ero evidentemente ironico.
2) Perdoni il lapsus. 55%. Ne favorevoli, nè contrari. Andava bene la legge attuale. (questo vale per qualsiasi legge).
3) Non è che lei può valutare come le pare il 50%, il 60%, il 70% e via di seguito.
Se in quel 75% di Italiani che non hanno votato c'era qualcuno che voleva modificare la legge 40, aveva soltanto da andare alle urne. Se non l'ha fatto, peggio per lui.

Anonimo ha detto...

Se si chiamano le persone a decidere su una questione e qualcuno (avendone la possibilità) non esprime il proprio giudizio, allora ci sono diverse possibilità di cui tener conto:
1) a quel qualcuno non importa nulla dell'argomento (quindi gli va bene qualsiasi decisioni venga presa dagli altri);
2) pur importandogli dell'argomento, quel qualcuno si affida al giudizio altrui ritenendolo migliore del proprio (o per ammessa ignoranza, o per fiducia nel prossimo);
3) quel qualcuno, che gli importi oppure no dell'argomento, non ritiene che il proprio voto possa cambiare alcunché dell'esito finale (allora o non ha capito come funziona una democrazia o è molto ben informato sui sondaggi - dei quali ovviamente si fida).

Comunque sia, il porre un quorum serve solo ad dar man forte al conservatorismo, spesso già forte dell'ignoranza delle persone sui diversi argomenti (e dell'apatia delle persone verso il muovere il culo per informarsi).
Dunque per paesi come l'Italia e il Portogallo in cui c'è da superare un quorum ed il referendum è di tipo abrogativo, si possono aggiungere un quarto ed un quinto punto ipotetici per l'astensione:
4) quel qualcuno non ha nessuna voglia di informarsi e preferisce la situazione attuale - a cui già è abituata - per pura pigrizia;
5) per evitare l'abrogazione della legge messa in questione dal referendum, basta non andare a votare nel caso in cui si sappia (o si abbia almeno percezione) che il quorum non verrà raggiunto (anche in tal fidandosi dei sondaggi, qualora se ne fosse a conoscenza).

Come si può notare (a meno che non vi venga in mente un sesto punto che sia abbastanza intelligibile) nei primi 4 casi l'astensione dal voto è una gran cappellata oppure qualcosa di voluto, ma senz'altro non è costruttiva. Nel quinto caso l'astensione indica invece o una forte consapevolezza sul mancato raggiungimento del quorum (per un motivo o per l'altro), o comunque una convinzione di questa.

Sta di fatto che, a meno che non si faccia un serio sondaggio, non si può sapere per quale di questi motivi la gente decide di non votare. A questo punto (e sempre se non si ha voglia di stilare sondaggi serii) basta forse applicare le proporzioni e vedere come i 4/5 dei non votanti si sono astenuti o per mancanza di senso civico, o per ignoranza, o per pigrizia, ecc.

In tal caso (cioè senza un'attenta analisi delle motivazioni degli astenuti) un governo che non tenesse conto del voto di quanti invece si sono schierati sarebbe un governo sciocco ed inconcludente (oltre che pigro).
I referendum sono uno dei pochi strumenti di vera democrazia che ci sono rimasti, sminuirne il significato o evitare di tenerne conto è un palese segno di inciviltà oltre che di arroganza.

Anonimo ha detto...

Bellissime considerazioni che, però, con il diritto costituzionale e l'istituo del referendum hanno ben poco a che fare. Si legano ben di più alla parapsicologia. Se vi va. Discutiamo pure di questo.

Anonimo ha detto...

No, Geramny news, non c'entra la psicologia.
Come viene riportato da Bioetiche qualche tempo fa, la Corte Costituzionale ha decretato che il non raggiungimento del quorum in un referendum rende il referendum semplicemente nullo. Infatti, teoricamente si potrebbe ripetere il giorno dopo. Quindi, non si può dare nessun significato particolare all'astensione. SE fosse come tu dici, non si dovrebbe poter ripetere il referendum dopo un po', perchè l'astensione significa che alla gente va bene la legge che c'è già, no?

Anonimo ha detto...

Non vorrei ripetermi. Ma evidentemente dovrò farlo, anche in forza del mio 30 e lode di Diritto Costituzionale. Dunque. In merito non ci sono sentenze della Corte Costituzionale, al massimo un'ordinanza dell'Ufficio centrale per il Referendum del 1999. Quindi dal valor praticamente, questo sì, "nullo".
La questione è quindi ampiamente dibattuta dalla Giurisprudenza, dato che secondo autorevoli costituzionalisti l'astensione costituisce opzione di voto. Che il referendum sia nullo lo dice un'altra parte della dottrina, ma, evidentemente lei che non studia Giurisprudenza, non sa che non esiste alcuna verità assoluta in ambito giuridico, tanto più che non esiste alcuna sentenza della Consulta al riguardo. Di certo c'è soltanto che nel caso l'elettorato sia contrario all'abrogazione non è possiible una nuova consultazione referendaria prima di 5 anni (articolo 38 della legge 352/1970).
Alla prossima.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Davvero un'ordinanza della Corte di Cassazione ha valore nullo? Intanto, grazie a quell'ordinanza è stato possibile indire un referendum (21 maggio 2000, abolizione della quota proporzionale nelle elezioni della Camera dei Deputati) che ripeteva un quesito proposto meno di cinque anni prima (il 18 aprile 1999). Inoltre, c'è da scommettere che se casi simili dovessero ripresentarsi, la Corte non contraddirebbe la sua decisione precedente. O non mi dirà, caro Germanynews, che uno che ha preso 30 e lode in Diritto Costituzionale ignora cosa sia la funzione nomofilattica della Corte di Cassazionee e l'auctoritas rerum similiter iudicatarum? Persino per la Corte Costituzionale è del tutto normale recepire direttamente l'interpretazione espressa dalla Cassazione (naturalmente quando gli argomenti usati da questa siano ritenuti validi).

Anonimo ha detto...

Germanynews, nemmeno mi azzardo a mettermi in competizione con cotanta competenza. Ma figuriamoci.

Voglio solo fare notare che il post di Bioetiche scriveva in soldoni che interpretare l'astensione in maniera così netta è fuorviante, perchè, in REALTA' non si conoscono le reali motivazioni dell'astensione.E quindi non si può parlare di " referendum tradito"

Dopodichè, tu ( ripeto TU!) mi dici che ci sono perlomeno due " scuole " riguardo alla validità del referendum in caso di non raggiungimento del quorum. Una che dice che sia nullo e l'altra che invece vale. Bene. Cioè, in pratica non è certa nè l'una nè l'altra. Io la penso diversamente, ma mettiamo che tu abbia ragione. SE non ci sono indicazioni certe e indiscutibili, vorrà forse dire che le ipotesi di BIoetiche rientrano pure nella possibilità, sì o no? Quindi, se quelle di Bioetiche sono " Speculazioni" lo sono anche le tue.Solo che bIoetiche non è andato in giro col ditino a dare lezioni e destra e manca.

Anonimo ha detto...

Non è tutto così automatico caro dottor Regalzi.
E mischiare pere con mele non è opportuno, nè tantomeno onesto.
Il precedente del 1999 (referendum replicato nel 2000) è molto diverso dal caso del 2005. E questo la Corte di Cassazione lo sa bene, nel caso in cui dovesse essere chiamata a esprimersi su una nuova richiesta referendaria. La funzione nomofilattica non è soltanto della Corte di Cassazione, che, come detto, non può fare di tutta l'erba un fascio, ma è anche del giurista, il quale è legittimato a spingere per un mutamento giurisprudenziale.
Nulla è poi automatico in sede di giudizio Costituzionale.
Io non dò lezioni a nessuno, ci tengo al senso della decenza, che manca un po' a questo blog. Per quanto riguarda la legge 40/2004 quindi la maggior parte degli elettori era cosciente del fatto che astenendosi avrebbe confermato la legge in questione. Interpretare la volontà è fuorviante. Bioetiche non ha riportato le due versioni perchè, al fine di delegittimare i propri commentatori, una le risultava scomoda.

Giuseppe Regalzi ha detto...

E quando mai ho detto che tutto sarebbe automatico, caro dottor Germanynews?
Che la maggior parte degli elettori del 2005 fosse cosciente del fatto che astenendosi avrebbe confermato la legge 40/2004 è molto diverso dal dire che voleva confermare la legge 40/2004. Oppure mi spiega lei cosa avrebbe dovuto fare un elettore indifferente all'esito referendario? Io, infine, non interpreto la volontà di nessuno, a differenza di chi ascrive tutto il 75% degli astenuti del 2005 al fronte del no.

Anonimo ha detto...

Un elettore indifferente è per sua natura legato allo status quo. Ergo, gli andava bene la legge 40/2004 così com'era.

"si deve aggiungere che una parte cospicua (che io valuto attorno al 50%) non desiderava neanche non modificarla".

Meno male che nessuno ancora interpreta la volontà degli elettori con il pallottoliere come fa lei.
La saluto!

Giuseppe Regalzi ha detto...

Lei dà alla parola "indifferente" il significato che più le conviene; peccato che non coincida con quello della lingua italiana.

Quanto al 50%, è una valutazione basata sui trend elettorali; possono essere stati di più o di meno, nessuno può sapere la cifra esatta.

vfiore ha detto...

ehi, ho realizzato ora - solo molti mesi dopo - che mi definite "blogger integralista". fantastico: davvero, senza ironia, grazie del complimento ! e pensate che sono cattolico solo per lontanissima educazione, non mi confesso dal 1975, e non vado mai a messa se non per matrimoni, funerali, e similia.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Oops, mi spiace, correggo subito l'errore!

vfiore ha detto...

filoclericale e' ancora piu' inappropriato: non darti pena di correggere alcunche', integralista mi va benissimo.

:D

Giuseppe Regalzi ha detto...

Beh, mio caro, se non è filoclericale uno che nella sidebar tiene il banner di "Io sto con il papa"...

vfiore ha detto...

beh, mio caro, uno puo' stare col papa su qualcosa e non su tutto, e/o starci senza essere filoclericale, premesso che non ci vedrei nulla di male se cosi' anche fosse. nel caso specifico si trattava del discorso di regensburg e della canizza islamica seguente. magari puo' darsi che leggendo qualcosa di due anni di blog qualche idea in piu' uno se la possa fare.

vfiore ha detto...

ripensandoci, meglio che non perdi tempo a leggermi. da altri banner si inferiscono altre cose piuttosto vere, tipo che sono filoamericano, filoisraeliano, un-politically-correct, antiislamico e antiislamista, orgogliosamente infedele, (ex-)tocquevilliano, destrorso, membro fondatore della per ora dormiente Right nation. e leggendo magari troveresti che sono tendenzialmente contrario al matrimonio gay e all'ateismo di maniera e ad altre amenita' che compaiono nella tua, di banner bar. e antiscientista e antirelativista, come per esempio giorgio israel. con cui condivido il mestiere di scienziato (fisica teorica).

chiaramente non e' roba per te, lascia perdere.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Allora vediamo un po' con attenzione questi due anni di blog. Sei a favore della moratoria sull'aborto; hai appoggiato il family day; sei convinto che un omosessuale possa cambiare il proprio orientamento sessuale con l'aiuto di un terapista; pensi che gli omosessuali debbano stare al loro posto senza dar fastidio; come abbiamo visto nel post che stiamo commentando, sostieni le curiose interpretazioni dei risultati referendari, fatte proprie dagli integralisti e dai loro amici. Fin qui possiamo dire che sei un compagno di strada dei clericali, dato che sostieni gran parte delle loro idee (anche se non tutte, te ne do atto: non sei contrario ai Pacs, per esempio).

Ma poi mostri fastidio per una innocentissima (e spassosissima) parodia della religione cristiana, e te la prendi con un imitatore (all'acqua di rose) del papa; disprezzi un modesto bestseller sgradito al Vaticano e detesti Piergiorgio Odifreddi. Certo, la razionalizzazione è lì pronta: ce l'hai con questi signori - dici - perché non rischiano la vita spernacchiando i musulmani. È come se uno sgridasse severamente il piccolo cronista di nera perché non va a fare una bella inchiesta a Corleone, invece di prendersela con i malavitosi locali: a me verrebbe il sospetto che quei malavitosi gli stanno parecchio simpatici...

Magari ci saranno definizioni migliori di "filoclericale" per tutto ciò; ma non mi vengono in mente. E del resto, per te non è un'offesa.

Giuseppe Regalzi ha detto...

Il tuo ultimo commento è arrivato troppo tardi, temo... ;-)