giovedì 15 marzo 2007

La decima Musa

Nell’Esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis Benedetto XVI ha elencato diversi “consigli”: il rispetto del riposo domenicale e il recupero del senso del peccato, la non somministrazione di sacramenti ai divorziati risposati (“una vera piaga”), la reintroduzione nella messa del latino.
Se si fosse limitato a questi richiami, da cattolico a cattolico, non ci sarebbe nulla da obiettare.
Però così non è stato. Benedetto XVI ha infatti esortato i politici e i legislatori cattolici a non votare leggi “contro natura” e a sostenere “valori fondamentali come il rispetto e la difesa della vita umana e della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio” (tra un uomo e una donna, beninteso).
Oltre alla possibile noncuranza verso la laicità dello Stato, altre questioni complicano la richiesta di Joseph Ratzinger. Il richiamo alla natura è estremamente difficile da seguire, pur volendolo: che cos’è naturale, e che cosa non lo è? La risposta non può che dipendere dalla nostra definizione di natura umana, e quindi sarà una risposta non coincidente con la Verità, ma con una convenzione storicamente determinata, e mutevole: proprio come il concetto di famiglia. A meno che non si assuma la visione di Ratzinger come la Verità. Ma perché, per rimanere in tema, non quella di una religione diversa dal cattolicesimo?
E poi: quante sono le inclinazioni naturali che siamo chiamati a contrastare? Lo stesso catechismo impone il celibato e la castità ai preti: è forse naturale? È naturale sottoporsi a regole rigide?
La natura è una guida incerta ed erronea della morale; figuriamoci delle leggi di Stato.

(Oggi su E Polis con il titolo Ma la natura non è la Musa di chi legifera.)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Varsavia, 15 mar. (Apcom) - "Gli insegnanti che si dichiareranno omosessuali, saranno licenziati dal lavoro. Certa gente non può lavorare con i bambini". Queste le parole pronunciate dal viceministro dell'Istruzione polacco, Miroslaw Orzechowski, durante un intervento a Radio Tok FM. Il viceministro polacco già alcuni giorni fa aveva espresso il suo "disgusto" per gli omosessuali, annunciando un disegno di legge atto a punire severamente "chi propaganda l'omosessualità e altre deviazioni sessuali nelle scuole". Le odierne dichiarazioni di Orzechowski hanno alzato un muro di proteste, soprattutto dall'opposizione. "Sono affermazioni paragonabili a quelle di Hitler. L'articolo 32 della Costituzione recita che nessuno può essere discriminato per alcun motivo nella vita politica, sociale o lavorativa", ha commentato il deputato di Alleanza democratica di sinistra (SLD), Waclaw Martyniuk. Per ora il premier Jaroslaw Kaczynski non ha commentato le nuove dichiarazioni del viceministro. Subito dopo la pubblicazione del disegno di legge, il premier aveva sostenuto che lo scopo della norma non è discriminare gli omosessuali, ma evitare che quel modello di vita sia propagandato nelle scuole. "Tollerare l'omosessualità è una cosa, sostenerla è tutt'altra. Presentare ai giovani studenti l'omosessualità come un modello di vita alternativo a quello normale, non può essere accettato".

finalmente uno che parla chiaro.

guardia svizzera

Anonimo ha detto...

Io avrei una proposta.
Spediamo tutti i cattofondamentalisti in Polonia e accogliamo in Italia tutti i polacchi sani di mente. Poi ci coalizziamo con il resto dell'Europa per far sì che non tentino di espandersi così da poterli isolare nel loro bel territorietto con le leggi che preferiscono.