venerdì 16 novembre 2007

Nessuna chiarezza sulla morte di Aldo Bianzino

Ancora nessuna risposta sulla tragica e insensata morte di Aldo Bianzino (colpevole di coltivare piante di canapa indiana), nonostante siano state aperte due inchieste, una per omissione di soccorso e una per omicidio.
Ad oltre un mese dall’accaduto, in barba agli appelli, alle interrogazioni parlamentari, alla manifestazione nazionale di un migliaio di cittadini e all’audizione in Consiglio comunale del Direttore del carcere di Capanne, non emerge alcun elemento in grado di fare chiarezza su ciò che avvenne quella tragica notte.
Oggi una conferenza stampa a Perugia.

4 commenti:

Luca Massaro ha detto...

Brava Chiara, grazie di aver riportato questa tragica notizia che aggiunge dolore al dolore. E' a questo che mi riferivo con l'ottundimento dei media: media che dedicano intere prime pagine ad eventi (anch'essi dolorosi, per carità) di cronaca nera, usati perché potenti "armi di distrazione di massa"; e che invece prestano una fievole attenzione a ciò che veramente dovrebbe scandalizzare il demos. E così facendo, essi vengono meno alla loro funzione primigenia di informare, di rendere consapevoli i cittadini.

Anonimo ha detto...

la storia è spaventosa, bisogna parlarne e non farsi insabbiare!
grazie

Chiara Lalli ha detto...

Luca,
purtroppo la storia di Aldo non è abbastanza pulp (almeno per "loro": niente sesso, niente coltelli, niente dettagli perversi. Solo una persona per bene morta in un modo disdicevole e osceno). In più c'è il tabu dell droghe illegali. Figuriamoci.

Barbara,
sono d'accordo con te e purtroppo mi dispiace non avere più "voce".

Anonimo ha detto...

Perugia: Aldo è morto da un mese, abbiamo già dimenticato?

di Arianna Ciccone



Articolo 21, 16 novembre 2007



Gent.mi giornalisti, vogliamo esprimere tutto il nostro sdegno per come l’informazione in questi giorni sta completamente venendo meno alla propria missione in una società civile e democratica. Da giorni trasmissioni televisive e giornali si occupano continuamente in modo approfondito dell’omicidio di Meredith Kercher che, per quanto tragico, sembra sia avvenuto per mano di un giro di suoi amici.

Non ci sono trasmissioni, speciali, pagine intere o approfondimenti dedicati alla morte di Aldo Bianzino, un uomo di 44 anni che è stato incarcerato il 12 ottobre nel carcere di Capanne a Perugia per possesso di marijuana ed è uscito dalle mani dello Stato, che avrebbe dovuto proteggerlo, senza vita il 14 ottobre.

Il 12 ottobre Aldo Bianzino entra in carcere in buone condizioni di salute e viene condotto in isolamento. La mattina del 14 ottobre alle 8.15 la polizia penitenziaria entra in cella e trova Aldo agonizzante, morirà dopo poche ore. I detenuti pare abbiano dichiarato di aver sentito più volte Aldo lamentarsi e chiedere aiuto la notte precedente al ritrovamento.

Aldo Bianzino è morto da un mese. Le cause sono ancora del tutto oscure. Il silenzio delle istituzioni e dei media è inconcepibile. Inizialmente si è parlato di un infarto, ma una seconda autopsia ha attestato trauma cranico, costole rotte e fegato spappolato. Chi ha ucciso e come sia morto Aldo non si sa e nessuno se ne occupa.

Il valore di questa vita e la ricerca della verità rispetto a questo episodio non dovrebbero avere lo stesso peso di quello attribuito alla vicenda Meredith? Dobbiamo ritenere che ad interessare i giornalisti siano episodi di droga e sesso e gli scandali che ruotano intorno all’omicidio di Meredith piuttosto che la ricerca e la difesa della verità in quanto tale? Oppure dobbiamo pensare che i protagonisti "giovani e belli" del caso Kercher meritano maggiore attenzione perché fanno più audience?

Mario