Nelle News di darwin è possibile leggere un resoconto prezioso sulla questione dei finanziamenti comunitari alle ricerche che utilizzano linee cellulare derivate da embrioni (Via libera dal Parlamento europeo, darwinweb, 15 giugno 2006). In particolare:
Paola Binetti e Luigi Bobba, neosenatori della Margherita e capofila dell’intergruppo parlamentare cattolico, hanno invitato il governo a tenere conto degli interessi nazionali, sostenendo che l’Italia deve far sì che i fondi comunitari siano destinati alla ricerca sulle staminali adulte, perché il nostro paese deterrebbe una posizione di leadership in questo settore di ricerca. Ma la contrapposizione tra staminali embrionali e adulte è tanto fuorviante sul piano dei finanziamenti quanto lo è sul piano scientifico. Il budget complessivo del Settimo Programma Quadro che copre il periodo compreso tra il 2007 e il 2013 stanzia circa 50 miliardi di euro per la ricerca in campi che vanno dall’agricoltura allo spazio (22 miliardi in meno di quanto proposto in origine dalla Commissione Europea) e sulla base della ripartizione dei fondi effettuata durante il precedente programma quadro si può prevedere che solo una piccola quota andrà alle ricerche con cellule staminali embrionali, che per poter accedere ai fondi, in ogni caso, dovranno superare una severa valutazione sia scientifica che etica. Durante il Sesto Programma Quadro il numero delle domande di finanziamento per la ricerca sulle staminali embrionali, infatti, è risultato limitato: a tutt’oggi sono stati finanziati 8 progetti di ricerca e qualche altra application è in corso di valutazione. I fondi che andranno alle staminali embrionali, dunque, non danneggeranno in alcun modo la ricerca sulle staminali adulte, ma potrebbero essere preziosi per i gruppi di ricerca che lavorano sulle embrionali in paesi dove i fondi nazionali sono scarsi. Ne potrebbero beneficiare in particolar modo i pochi gruppi italiani impegnati in questo settore, che con il passato governo sono stati esclusi completamente dai finanziamenti nazionali anche se la ricerca sulle linee cellulari embrionali già esistenti non è vietata dalla legge nazionale, e che temono di trovarsi nella stessa situazione anche con l’attuale esecutivo.
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